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Lavorare come OSS

Lorena, Oss: A domicilio piani assistenziali ad hoc

di Paola Botte

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La sveglia suona all'alba e il rituale è sempre lo stesso. Doccia, caffè e biscotti, auto. Per Lorena, Oss a domicilio, è questa la vita da più di dieci anni. Ogni tanto le capita di prestare servizio il pomeriggio, ma ama iniziare presto la sua giornata e così non rinuncia mai alle assistenze mattutine.

La storia di Lorena, Operatrice Socio Sanitaria a domicilio

Da quando Lorena ha cominciato a lavorare come Operatrice Socio Sanitaria ha avuto cinquantadue assistiti a domicilio e ogni volta è stata una bellissima scoperta, come racconta lei stessa.

Quando mi trovo per la prima volta davanti al citofono di casa di un nuovo assistito non posso fare a meno di pormi mille domande - dice - La prima cosa che mi chiedo e se anche questa volta ne sarò all'altezza. Avere esperienza aiuta, ma visto che si ha a che fare con persone, tutto diventa relativo. Il mio è un lavoro che si basa su una profonda fiducia, che nasce giorno dopo giorno grazie ad una relazione costante tra me e l'utente. Entrare in casa di una persona, di una coppia o di un'intera famiglia vuol dire entrare nelle loro vite. Quindi bisogna usare tutta la sensibilità possibile, oltre alla competenza professionale.

La relazione interpersonale è il concetto più importante in un'assistenza a domicilio, perché l'Oss in uno specifico arco di tempo della giornata si dedica completamente ad un solo utente. Impara a conoscerlo e a scambiare con lui dei messaggi.

Tutti noi sappiamo che dall'igiene parte ogni conoscenza profonda, ma è evidente che non si ferma lì. Io personalmente faccio di tutto per far sentire da subito a proprio agio un utente e quindi - spiega Lorena - prima di toccarlo per svestirlo o lavarlo gli racconto un po' di me, di cosa mi è accaduto la sera prima, per esempio o di cosa mi piace fare. Adotto dei metodi, anche con il linguaggio del corpo, che mi permettono di rompere il ghiaccio. Mi metto nei suoi panni e mi chiedo se mi piacerebbe che un estraneo invada il mio spazio intimo, anche se ne ho bisogno.

Un altro elemento, secondo Lorena fondamentale, è la discrezione. Non dobbiamo dimenticare, al di là del tipo di rapporto instaurato, di essere comunque ospiti in casa di qualcuno. Un bravo Oss deve sapere quando intervenire. Ad esempio, da circa un mese assisto una donna di ottantacinque anni malata di morbo di Parkinson, che vive insieme al marito. Lui è straordinario, nel senso che nonostante l'età si occupa della casa, di cucinare, di fare la spesa, di sbrigare tutta la documentazione necessaria per fare avere alla moglie i presidi che le spettano.

Ha bisogno di me per l'igiene, per la mobilizzazione, per farla deambulare in sicurezza e per tenerle compagnia qualche ora al mattino, mentre lui esce. Capita a volte però che lui senta la necessità di coccolare la moglie in mia presenza. Farle una carezza, darle un abbraccio oppure semplicemente sedersi accanto a lei per parlare. In questi momenti, anche se loro non mi fanno mai pesare la mia presenza, preferisco allontanarmi e fare altro. Sento di dovere rispettare quel momento che appartiene unicamente a loro.

Tutte queste piccole attenzioni e molte altre fanno di Lorena una specialista dell'assistenza domiciliare. Vanta numerose referenze e anche le agenzie interinali della zona fanno affidamento su di lei per le emergenze.

Il suo successo però non è dovuto soltanto alla sua sensibilità; Lorena è apprezzata perché negli anni è stata in grado di sperimentare e creare dei piani assistenziali ad hoc molto efficaci per ognuno dei suoi utenti.

Gli anni di studio trascorsi tra i manuali dedicati all'assistenza e la sperimentazione diretta sul campo mi hanno permesso di acquisire una conoscenza approfondita degli atteggiamenti e delle problematiche derivanti da molte patologie. Per questo motivo, subito dopo il primo incontro con l'utente stilo un piano assistenziale che presento alle famiglie. Una sorta di agenda con attività da svolgere quotidianamente e appuntamenti con il vicinato, i figli e gli amici. Cerco di offrire alla persona non solo le mie mani, ma anche il mio bagaglio culturale.

L'obiettivo di Lorena è quello di permettere a chiunque si affidi a lei di ottenere risultati tangibili che vadano a migliorare il proprio stile di vita e di accettare la malattia senza che questo crei attorno all'utente una profonda desolazione.

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