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Cisl, si fugge nel privato anche per pochi part time in sanità

di Redazione

Pubblico Impiego

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La cronica difficoltà a conciliare lavoro e vita privata sarebbe uno dei motivi che spingono i lavoratori della sanità pubblica a licenziarsi e a cercare migliori condizioni lavorative nel settore privato dove, essendo figure ricercate, non faticano a trovare anche contratti di lavoro ad orario ridotto che nel settore pubblico non sempre riescono ad ottenere tra quelli messi a bando e concessi ogni anno dalle aziende sanitarie. L'allarme è lanciato dalla Cisl di Vicenza secondo la quale, analizzando i dati forniti dalle due Ulss vicentine, la problematica della fuga verso il privato, che riguarderebbe un'ampia categoria di professionalità, sarebbe legata alla difficoltà di poter usufruire di part time per soddisfare le proprie esigenze personali riducendo le ore di attività lavorativa, senza così doversi necessariamente licenziare.

Vicenza, Cisl: concessi pochi part time e professionisti fuggono nel privato

I sindacalisti spiegano che tra questi lavoratori non ci sono solo infermieri ed operatori socio sanitari, ma anche tecnici di laboratorio e di radiologia, ostetriche, fisioterapisti. Sono alla ricerca di part time e/o fuggono nel privato anche educatori professionali, logopedisti, ortottisti, assistenti sanitari e sociali.Il fenomeno interessa soprattutto il personale dipendente femminile. È evidente che in un settore dove la presenza delle donne lavoratrici è particolarmente significativa i pochi part time in sanità rappresentano un importante elemento di disincentivo in un momento storico in cui proprio una migliore conciliazione tra vita professionale e personale è in cima alle priorità, tenendo conto delle difficoltà di chi ha figli e deve lavorare su turni, spiega Elena Tonelli, segretaria provinciale della Funzione pubblica Cisl avvertendo che il sindacato ha registrato un aumento di richiesta di supporto nella compilazione di lettere di licenziamento dei propri associati.

Dai dati della Cisl risulta la Ulss 8 Berica ha accolto tutte le domande di part time del 2023, attribuendone 314. A fronte di 165 richiesta, la Ulss 7 ne avrebbe accettare invece soltanto 51. L'azienda sanitaria dell'Alto Vicentino ha precisato che per il 2023 sono stati coperti tutti i part time che potevano essere messi a disposizione a bando, secondo la programmazione annuale dei posti da destinare alla trasformazione dei contratti a tempo pieno.

Essa viene definita sulla base dei limiti posti dalla normativa e dal contratto nazionale collettivo, tiene conto delle esigenze organizzative e viene presentata alle organizzazioni sindacali tenendo conto delle loro richieste, hanno sottolineato i dirigenti dell'Ulss 7 facendo altresì sapere che all'azienda sanitaria non risulta nessuna comunicazione di dimissioni per la mancata approvazione di una domanda di part time.

Oltre al contingente massimo programmato, ogni anno vengono inoltre concessi anche dei part time a tempo determinato per un massimo di 12 mesi, rinnovabili, a seguito di domande presentate per motivi straordinari, fuori bando, generalmente per condizioni di salute o gravi problemi familiari, concludono.

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