La Regione firma un accordo da 50 milioni di euro con i sindacati e chiude la vertenza sul salario accessorio dei sanitari: sarà garantita ai lavoratori del settore la stessa busta paga degli anni scorsi nonostante i tetti di spesa previsti a livello nazionale, che avrebbero decurtato il salario accessorio come conseguenza delle assunzioni fatte negli ultimi anni in Emilia-Romagna.
Accordo Regione-sindacati, ok agli extra per vaccini-liste attesa
Il salario accessorio va riconosciuto a prescindere, sottolinea l'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, che ha firmato oggi l'intesa con le sigle della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil. È una questione di giustizia per la quale si sono mobilitati migliaia di lavoratori, afferma ancora l'assessore.
Con l'accordo di oggi, aggiunge, interveniamo per far sì che il personale sanitario abbia ciò che gli spetta, superando i vincoli attualmente imposti dalle leggi nazionali e poniamo le basi per una sanità ancora più all'avanguardia e inclusiva, valorizzando ogni professionalità nei suoi diversi aspetti e competenze.
L'intesa prevede anche il riconoscimento come "prestazioni aggiuntive" per 7,7 milioni di euro ai professionisti della sanità impegnati sulla campagna vaccinale.
Con lo stesso meccanismo si premiano anche le prestazioni per ridurre le liste d'attesa sulle prestazioni ordinarie penalizzate dall'emergenza Covid. Infine, c'è l'introduzione nell'organigramma della Asl della direzione assistenziale, che mira a valorizzare le professioni sanitarie anche nella guida strategica dell'azienda sanitaria, come sottolinea ancora l'assessore.
Saluta l'intesa con soddisfazione il segretario regionale della Fp-Cgil Mauro Puglia, che parla di un primo passo. È un accordo, afferma invece Lavinia Carmela della Fp-Cisl, che ci consentirà di mantenere il salario accessorio del 2018. Sarebbe stato non congruo un calo agli stipendi in seguito alle assunzioni che giustamente sono state fatte. Per Paolo Palmarini, segretario generale Uil-Fpl Emilia-Romagna, si tratta di un patto di prospettiva: l'introduzione della direzione assistenziale in particolare ha un valore che dobbiamo coltivare nella riorganizzazione del nostro sistema sanitario.
L'intesa si inserisce in un percorso di rafforzamento della sanità pubblica in Emilia-Romagna che dal 2018 ha visto la stabilizzazione di 7.200 professionisti, di cui 1.700 medici e 2.500 infermieri. A oggi, inoltre, gli assunti per la pandemia ancora in servizio sono 8.192, di cui 1.366 medici e 4.053 infermieri. Ora, assicura Donini, l'obiettivo è stabilizzarli.
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