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L'intervista

Proia: Nuovo contratto per i primi di gennaio

di Leila Ben Salah

Pubblico Impiego

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Si apre la strada per il rinnovo del contratto del pubblico impiego. Il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia vuole chiudere entro i primi giorni di ottobre. Ma per avere il contratto nuovo in mano bisognerà attendere il 2018, perché per quest’anno non c’è la copertura finanziaria per i famosi 85 euro di aumento in busta paga. Ne abbiamo parlato con Francesco Saverio Proia, dirigente del ministero della Salute e delegato al comitato che si occupa proprio del rinnovo dei contratti di settore del sistema sanitario.

Tutte le novità del contratto del pubblico impiego in sanità

francesco saverio proia

Francesco Saverio Proia

Intanto, il confronto ha preso il via e non è cosa da poco. Visto che sono quasi dieci anni che Aran e sindacati non si sedevano allo stesso tavolo per affrontare il discorso.

Saverio Proia, come si procederà adesso?

Intanto i sindacati ci devono dire come vogliono procedere. Il presidente dell’Aran Sergio Gasparrini ha fatto due proposte ai sindacati. O si avvia subito il tavolo per gli statali e poi, non appena arriveranno le altre direttive, si potranno avviare gli altri tavoli. Oppure si può procedere con tutte le confederazioni per i punti in comune e poi avviare i tavoli dei singoli contratti. (La trattativa infatti si dividerà su quattro tavoli: centrale, locale, sanità e istruzione; ndr). I sindacati hanno quindici giorni di tempo per decidere.

Quali sono le principali novità per il comparto sanità?

Finalmente l’inquadramento contrattuale delle competenze avanzate e specialistiche, che già esistono e sono una realtà, ma non hanno mai trovato un vero riconoscimento nel contratto. Sei, in particolare, le aree su cui si svilupperanno le nuove competenze, e quindi la formazione specialistica degli infermieri:

Tutte aree individuate dall’accordo Stato-Regioni, ma che poi non sono andate oltre la proposta. Ecco nel nuovo contratto spero che riusciremo ad allargare il campo e a individuare altre aree specialistiche. Poi per l’individuazione dei master rimandiamo a Miur e ministero della Salute.

Poi c’è la questione, un po’ delicata, del riconoscimento degli oss

Va attivata l’area socio sanitaria per risolvere i problemi con gli oss. E questo significa solo dare la giusta collocazione all’operatore socio-sanitario. Lo dice la stessa parola: operatore socio-sanitario. Cosa c’entra con il ruolo tecnico? Nulla! Noi dobbiamo solo evitare che gli infermieri svolgano le funzioni degli oss e non certo il contrario.

Altre novità?

Senza dubbio la compartecipazione del personale nella lotta agli sprechi del sistema sanitario. C’è la possibilità che si facciano accordi tra sindacato e aziende sanitarie per la lotta agli sprechi. In questo modo una parte di ciò che si recupera va nel salario dei dipendenti e una parte va a risanare il deficit del pubblico.

Si sa già in che percentuale?

Ancora no, ma mi accontenterei del 50 e 50! In realtà ci sono già degli accordi fatti, anche il ministero dell’Economia lo fa. Basta seguire un po’ l’esempio degli altri.

Ci sono poi i famosi 85 euro in più in busta paga

Una parte consistente del finanziamento degli 85 euro sta nella legge di bilancio del 2018 e proprio per questo prima di gennaio non potremo avere il nuovo contratto.

Cosa si aspetta adesso

Intanto che sia un progetto innovativo e condiviso, perché senza condivisione con i lavoratori non è possibile andare avanti. Bisogna ristabilire forme reali di partecipazione dei dipendenti e delle rappresentanze sindacali al processo in corso. E poi mi aspetto di iniziare al più presto, visto che sono quasi dieci anni che aspettiamo. Speriamo di avviare il tavolo entro luglio e di finire entro l’anno, in modo da avere il nuovo contratto per i primi di gennaio.

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Giornalista

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