Troppo eclatante la questione sollevata dal Collegio Ipasvi di Torino circa le condizioni contrattuali indecorose di infermieri assunti come operai e lavapavimenti. La Regione non resta a guardare.
Arriverà l’Osservatorio delle professioni sanitarie a tutela degli infermieri
A molti infermieri sono negati i diritti di vedersi riconoscere quanto riportato nelle leggi, che dall’abolizione del mansionario ne riconoscono l’autonomia degna di un professionista intellettuale iscritto ad un albo
. Si era espressa così Barbara Chiapusso, vicepresidente del Collegio Ipasvi di Torino, in merito alla “giungla contrattuale” che vede infermieri assunti come operai nel piemontese.
La denuncia di queste condizioni lavorative al limite dell’assurdo - per le quali gli infermieri sono in servizio, alternativamente, in qualità di “assistenti” o di “personale di pulizia” – era partita proprio dal Collegio Ipasvi di Torino, con la segnalazione dei casi alle autorità e con la richiesta dell’istituzione di un Osservatorio delle professioni sanitarie.
Nel pomeriggio di ieri, giovedì 12 gennaio, si è tenuto un incontro tra i vertici del Collegio Ipasvi di Torino - Maria Adele Schirru (Presidente) e Barbara Chiapusso (vicepresidente) - il direttore regionale della Salute, Renato Botti, Antonio Saitta e Gianna Pentenero - rispettivamente assessore alla Sanità e del Lavoro – durante il quale è arrivata la decisione sulla nascita di tale Osservatorio, un organismo di controllo che vigilerà sulle condizioni lavorative, sulle condizioni dei pazienti e la qualità dei servizi.
All’Osservatorio parteciperanno gli assessorati coinvolti, con l’aggiunta del Welfare di Augusto Ferrari, i rappresentanti delle professioni sanitarie, delle cooperative e datori di lavoro, oltre alle parti sociali e alla Direzione territoriale del lavoro.
Al contempo, verranno rafforzate le commissioni di vigilanza delle Asl, che attualmente non hanno poteri sufficienti ad esercitare il giusto controllo su quanto avviene all’interno di strutture private e convenzionate del territorio. Saranno inoltre intensificate le verifiche, con l’inserimento di obiettivi specifici chiesti alle singole aziende sanitarie.
Dalla riunione è emerso che la maggior parte dei casi in oggetto riguardano strutture private o convenzionate; non c’è rapporto diretto con la sanità regionale – sottolineano Saitta e i tecnici collaboratori – ma in ogni caso è una questione di cui occuparsi assolutamente con gli strumenti che abbiamo a disposizione
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Positività dal Collegio Ipasvi, che vede nell’incontro di ieri la posa di buone radici per una collaborazione futura, che serva a migliorare le condizioni lavorative e alla valorizzazione delle professioni
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