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COVID-19

Non vi è rischio zero in una pandemia

di Monica Vaccaretti

Omicron, sottovariante Ba.5. La scena del contagio è occupata dalla nuova variante virale caratterizzata da tre mutazioni sulla proteina spike (L452R, F486V e Q493) e da ulteriori mutazioni in altre regioni del genoma che la distinguono da Ba.4. Identificata per la prima volta in Sudafrica nel febbraio 2022, è stato accertato che conferisce a Sars-CoV-2 una maggior trasmissibilità, più di quella acquisita da Omicron 2 che già superava quella del morbillo. Tutte le altri varianti che sinora hanno animato gli anni di pandemia sono state recentemente classificate dall'Oms come “varianti di preoccupazione precedentemente circolanti”, anche se non si può escludere che possano rinascere in futuro, precisano gli esperti.

Omicron 5, mission impossible

Alfa, Beta, Gamma e Delta sono state archiviate a causa della loro scarsa presenza tra le sequenze sottoposte a sorveglianza epidemiologica negli ultimi 3 mesi. Anche le varianti ricombinanti sotto monitoraggio che erano state rilevate nei mesi scorsi (Xe, Xd, Xf) creando un certo allarmismo, non sono considerate più Voc, varianti di preoccupazione.

In tutto il mondo resta indiscussa soltanto Omicron. Tuttavia sono pochi i Paesi che nel mondo continuano a tenere alta la sorveglianza e il sequenziamento di Sars-CoV-2. Dalle survey periodiche - ma poco rappresentative per la scarsità delle sequenze virali condotte in Italia - risulta che Omicron 5 è passata dallo 0,4% al 13%.

Omicron 5 è ritenuta responsabile del brusco aumento dei casi in Europa e in America: Stati Uniti, Portogallo, Francia, Gran Bretagna e Germania stanno osservando un rialzo della curva che forse anticipa un'ondata estiva. Il Portogallo è oggi il paese europeo con il maggior numero di infezioni da Ba.5. Qui la nuova variante è presente nel 38% dei genomi virali sequenziati.

I ricoveri in Terapia Intensiva e la mortalità stanno aumentando in modo significativo, anche se ancora inferiori rispetto allo scorso inverno, nonostante il Portagallo abbia un'altissima percentuale di copertura vaccinale, maggiore persino di quella italiana. Alla luce dei dati epidemiologici d'Oltralpe, la Fondazione Gimbe stima pertanto che Omicron 5, il virus più contagioso al mondo, farà impennare l'incidenza anche in Italia entro 2-3 settimane, considerando il sensibile aumento dei casi nell'ultima settimana, come emerge dai suoi rapporti indipendenti.

Secondo l'ultima rilevazione contenuta nell'aggiornamento settimanale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Omicron 5 è presente oggi in 47 paesi. Anche se le evidenze provenienti da diversi Paesi indicano che non è stato osservato alcun aumento della gravità della malattia, gli esperti Oms sono preoccupati per il fatto che questa sottovariante abbia caratteristiche di fuga immunitaria.

Significa che è in grado di evadere la difesa immunitaria data dai vaccini che la maggior parte della popolazione ha ricevuto ormai 9-12 mesi fa. Anche se gli anticorpi ottenuti con le vaccinazioni risultano essere più efficaci di quelli generati con l'infezione naturale, l'European Centre for Disease Control (Ecdc) ritiene che questa immunoevasività riguardi sia gli anticorpi sviluppati con le vaccinazioni anti–Covid sia quelli sviluppati con infezioni precedenti e recenti, come evidenziano le numerose reinfezioni e i contagi anche con booster.

Dai dati sudafricani Omicron 5 ha sintomi e severità simili a quelli di Omicron 2 e non risulterebbe pertanto più pericolosa. I soggetti più suscettibili a sviluppare la forma grave della malattia restano gli anziani e i fragili e in una popolazione anziana come quella italiana la prospettiva di una nuova ondata in queste condizioni non è affatto tranquilla.

Le misure di contenimento sono state abolite

Non vi è più nessun distanziamento sociale e l'uso della mascherina, come ultimo baluardo a difesa delle vie respiratorie, non è più obbligatorio ma soltanto raccomandato negli ambienti chiusi e in caso di assembramento. Tale osservanza vige soltanto negli ospedali, nelle strutture residenziali per anziani e nei mezzi di trasporto, esclusi gli aerei ed è stata prorogata sino al 30 settembre come in Germania.

Su modello anglosassone, si è deciso di convivere con il virus che però non è ancora endemico. Questa convivenza, togliendo anche la ffp2 da tutti i contesti maggiormente a rischio, è pericolosa e significa accettare le conseguenze in termini di ospedalizzazioni, esiti da long Covid e decessi. È la filosofia “del libera tutti” e del “a chi tocca tocca”.

Io vedo solo disordine e scarso rigore. E tanta stanchezza, anche solo a parlarne. È la terza estate Covid. Abbiamo imparato che il virus non se ne va con il caldo, si indebolisce soltanto perchè la vita all'area aperta, grazie alla ventilazione e ai raggi solari, riduce la probabilità di contagiarsi. Ma gli affollamenti restano affollamenti ghiotti per un virus che si trasmette per via aerea e la pandemia non finisce per decreto e decisione politica soltanto perchè è arrivata l'estate e l'economia, già duramente provata dalla guerra in Ucraina, deve trovare una boccata d'ossigeno grazie al turismo e alla ripresa dei consumi di massa.

La gente deve poter girare, senza pensiero della pandemia. Che sembra essere sparita, come evaporata, anche dagli organi di informazione. Purtroppo il virus invece continua a circolare liberamente, come evidenzia l'aumento quotidiano dell'incidenza. A me non sembra affatto un'estate migliore delle altre se ragioniamo in termini di numeri. Le terapie intensive non sono vuote e i ricoveri ordinari, seppur calati, occupano ancora tanti letti, sia a livello regionale che nazionale.

Ci siamo abituati a numeri elevati di contagi. Poiché abbiamo visto nei mesi scorsi sfiorare i 300 mila, 40 mila al giorno sembrano pochi e la previsione di ritornare a picchi di 100 mila in piena estate non ci spaventa nemmeno più. Sono diventati numeri ordinari, come normali sono 80 morti/die come tributo per il ritorno alla normalità.

Sembra tutto normale perché la normalità vogliamo vederla attorno a noi a tutti i costi. Si è detto che con questi numeri è impossibile arginare Omicron con le misure che abbiamo messo in atto finora per tutte le altre varianti. Si è detto che è impossibile non contagiarsi, tanto vale abbandonare ogni protezione. Queste affermazioni equivalgono ad una resa.

Certamente non è umano prolungare oltremodo misure restrittive e draconiane come in Cina. Forse davvero non hanno senso, tanto sono esagerate. La salute mentale delle persone è in grande pericolo tanto quanto la salute pubblica. Il benessere psichico, in esseri fortemente sociali come siamo, è importante tanto quello fisico. Lo riconosco e lo sento personalmente. Tuttavia quello che mi preoccupa è la stanchezza manifesta nella gente di fronte alla minaccia della prossima ondata. Non la vedono proprio.

Sento dire in giro finalmente è finita e finalmente le mascherine non servono più. E non ci si rende conto che siamo ancora in una tregua estiva, non priva di rischi. Probabilmente, dicono gli esperti, serviranno raccomandazioni stringenti e contromisure per fare fronte ad un picco anticipato rispetto a quello inizialmente atteso in autunno.

Siamo in un periodico alleggerimento della pena, perchè ogni tanto bisogna pure respirare per poter affrontare la prossima stagione autunno-inverno con qualche energia in più. Non si vuole proprio capire che virus endemico non significa che non c'è più ma che resta sempre con noi. Siamo in un momento di profonda incertezza più che in una nuova fase epidemica perché nemmeno gli scienziati sanno come colpirà la prossima volta. Certamente dipende da noi, da quanto alta teniamo la sorveglianza e l'attenzione.

La questione vaccino

La gente capisce quel che vuole capire ma è anche vero che l'informazione spesso non è completa e la comunicazione non è efficace. Sin dalla primavera, ad esempio, gli esperti annunciano che a settembre sarà necessario rinforzare la vaccinazione con un'altra dose aggiornata con la variante Omicron.

Il vaccino universale è pronto, mancano le ultime prove di efficacia e sarà validato. Dapprima tra le righe anticipavano la possibilità di un secondo booster per tutti, non solo per gli anziani e i fragili, poi le evidenze emerse dagli studi hanno raccomandato la vaccinazione annuale contro Covid-19.

Ora il Ministero della Salute si dice pronto a riprendere una massiccia campagna vaccinale, come la precedente, qualora si rendesse necessario in base all'evoluzione della pandemia. In tal caso, visto l'umore e i discorsi delle persone per strada, non sono sicura che stavolta sarebbe un successo al 90%. Ho paura che potrebbe essere un flop, come il secondo booster, perchè le persone hanno perso la percezione del rischio. Sono convinte davvero che sia tutto finito. O semplicemente non ne vogliono più sapere.

L'Oms, inanto, raccomanda - nella sezione Consigli per il pubblico per la Malattia da Coronavirus aggiornata al 10 maggio 2022 - di proteggersi con la mascherina in caso dei raduni pubblici. Riconoscendo che stare insieme con amici e familiari è una parte importante della vita e che la pandemia di Covid-19 ha influito sulla nostra capacità di riunirci in sicurezza con gli altri, il vademecum fornisce alcune indicazioni per aiutare le persone a prendere decisioni informate sulla pianificazione o sulla partecipazione a eventi.

Non vi è rischio zero in una pandemia. Sei a rischio di Covid-19 ogni volta che ti riunisci con le persone, indipendentemente dalle dimensioni dell'evento. Il virus si diffonde facilmente all'interno, soprattutto in ambienti scarsamente ventilati, pertanto se scegli di partecipare ad un raduno pratica le misure di prevenzione, indipendentemente dal tuo stato di vaccinazione Covid-19. L'Oms ritiene che le misure di prevenzione sinora adottate, ma progressivamente abbondanate dai governi, sono una buona idea per proteggere te stesso e gli altri, anche quando l'evento o il luogo non richiedono di praticarle.

Mi ritrovo dentro un assembramento umano

Corpi accaldati e appiccicati, come sardine sottosale e sotto il sole, in una banchina del porticciolo sul lago in attesa di imbarcarsi sul traghetto. Mi giro attorno e vedo solo tre ffp2 sulla faccia, oltre la mia. Nessuna chirurgica, più confortevole e leggera, anche se non adatta al trasporto e al contagio. Magari la tirano fuori dopo, penso. A bordo, dentro e fuori, sono tutti con il viso libero al vento.

Approdiamo sull'altra sponda, il traghetto è disordinatamente pieno. Mentre attracchiamo scorgo tanta gente in attesa con le biciclette. Sono tanti turisti, sento lingue d'Oltralpe. Hanno quasi tutti la ffp2 che copre bene naso e bocca. Fa tanto caldo anche su quella sponda del lago e la voglia di spensieratezza è tanta in entrambi i gruppi. Spesso l'unica differenza tra le persone è il rispetto delle regole, quando ci sono, la consapevolezza della situazione e la percezione del rischio.

A fine giornata in pulmann nessuno tiene la mascherina, tranne i soliti tre dell'imbarcadero. Gli altri sono stanchi e non respirano, dicono. E poi tanto, mancano pochi giorni alla fine dell'obbligo, pensano senza neanche immaginare una sua proroga.

Per favore, si copra bene naso e bocca, esorta ad un certo punto una signora anziana rivolgendosi ad un giovane uomo che le è davanti. Il covid non esiste più, sbotta. Lo faccia almeno per rispetto dei morti che ci sono ancora. Di covid non si muore più, signora. Lo faccia almeno per i miei morti, ho perso due familiari a Milano alla prima ondata e ho mio cognato positivo in questi giorni che si è contagiato ad un matrimonio. E mi creda non l'ha mica preso leggero anche se ha tre dosi di vaccino, l'ho visitato ieri sera. Ha una gran brutta tosse. Signora, sveglia, è tutto finito. Almeno che non decidano di creare e diffondere un altro virus per rinchiuderci ancora.

Mi dispiace per la signora. Ma non intervengo. Mi ricordo improvvisamente, in questo giorno soltanto in cui volevo dimenticarlo, che sono un'infermiera. Avevo bisogno di un giorno di vacanza, dopo due anni che non avevo ferie. Il Covid che non esiste e che non è niente mi ritorna in mente e mi travolge come un tir pieno di tutti i tamponi che ho eseguito e tutte le siringhe di vaccino che ho somministrato. Nessuno sa chi sono e cosa faccio nella vita. Sto al mio posto, dire qualcosa scatenerebbe l'inferno che ho dentro.

Mi rendo conto così, e Dio solo sa che ci ho provato, che non posso stare con gente che non ha vissuto quello che ho provato e che non ce la faccio più a sentire certe cose. Guardo la signora che siede nel posto davanti al mio. E mi chiedo che diavolo ci fa in un viaggio di gruppo se è un contatto certo e stretto di positivo. E perché accidenti indossa solo una chirurgica.

Non mi arrabbio nemmeno. Non ne vale più la pena. È una missione impossibile. Andrà come andrà per le persone. Faccio il cuore duro. Acido. Spero soltanto che me la cavi anche stavolta. Ho consapevolmente rischiato. Non ne vale la pena. La prossima volta viaggio da sola.

Infermiere

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