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COVID-19

Il primo abbraccio ai tempi del Covid

di Redazione Roma

L’abbraccio stretto, di amore e di speranza, tra un’anziana signora brasiliana e un’infermiera attraverso una tenda di plastica, è la foto dell’anno del World Press Photo (fino al 22 agosto in mostra a Roma). L’autore dello scatto, il fotografo danese Mads Nissen: Mia mamma è un’infermiera psichiatrica. Conosco le difficoltà quotidiane, umane e professionali, degli operatori sanitari.

L’immagine iconica del Covid-19: il primo abbraccio

The First Embrace | © Mads Nissen, Denmark, Politiken/Panos Pictures

In principio pensavo che se tra le due donne ci fosse stato un vincolo di parentela – ad esempio la figlia che abbraccia la madre anziana – l’impatto emotivo dello scatto sulle persone sarebbe emerso in modo ancora più deciso. Ma ho dovuto ricredermi. Perché questa fotografia già racchiude, nella sua essenza, la storia degli enormi sforzi compiuti dagli infermieri, ovunque nel mondo, per combattere il Covid.

La foto a cui viene fatto riferimento è “The first embrace” (“Il primo abbraccio”), che si è aggiudicata – grazie al voto di una giuria indipendente, colpita anche sul versante emotivo, a prescindere dalla bellezza oggettiva dell’immagine – il primo premio del World Press Photo 2021. E a parlarne con Nurse24.it è proprio l’autore dello scatto al quale è stato assegnato il premio più ambito dedicato al fotogiornalismo, Mads Nissen, fotografo danese (classe 1979) che vive a Copenaghen.

Nell’immagine vincitrice della 64esima edizione del concorso – che fino al prossimo 22 agosto sarà in mostra al Mattatoio di Roma (l’esposizione è ideata dalla Fondazione World Press Photo di Amsterdam, promossa da Roma Culture e Azienda speciale Palaexpo, che l’ha anche organizzata in collaborazione con 10b Photography) insieme agli altri 140 scatti finalisti – Rosa Luzia Lunardi, di 85 anni, viene abbracciata dall’infermiera Adriana Silva da Costa Souza nella casa di cura Viva Bem di San Paolo, in Brasile, il 5 agosto 2020, dopo ben cinque mesi di isolamento. Le due donne sono riuscite a “stringersi” – con l’infermiera che ha quasi le fattezze di un angelo – attraverso “la tenda dell’abbraccio”, un telo di plastica trasparente e sottile che consente di stare attaccati senza però venire in contatto. Evitando così qualsivoglia forma di contagio.

Già vincitore del medesimo contest nel 2015, con questo scatto Nissen – che dal 2014 lavora come fotografo presso il quotidiano danese Politiken – è stato in grado di immortalare, cristallizzandolo, il gesto che più ci è mancato durante l’emergenza pandemia: l’abbraccio. Anzi, “il primo abbraccio”.

A tale proposito, il fondatore e direttore di 10b Photography nonché curatore della mostra, Francesco Zizola, afferma: L’immagine racconta che il dramma può essere visto anche come rinascita, libertà dalla morte, per un futuro diverso, fatto di affetto e di abbracci. Di vita.

Quest’anno il concorso ha visto la partecipazione di 4.315 fotografi da 130 paesi differenti che hanno presentato un totale di 74.470 immagini. E il vincitore dell’edizione 2021 non immaginava in alcun modo che il suo scatto si aggiudicasse il “World Press Photo of the Year”.

Florence Nightingale

Ne sono stato onorato, ma nel momento in cui hai la presunzione di vincere vuol dire che sei sulla strada sbagliata, spiega Nissen, che quindi descrive cosa c’è dietro la sua foto. La considero una storia sulla speranza e sull’amore nei momenti più complicati.

Quando ho appreso della crisi che si stava sviluppando in Brasile e della scarsa leadership del presidente Jair Bolsonaro – che ha trascurato questo virus fin dal principio, definendolo una leggera influenza – ho sentito la necessità di fare qualcosa in merito. Di attivarsi in prima persona, poiché la fotografia documentaria riguarda ciò che puoi fare per gli altri. Non quello che puoi guadagnare da loro.

E non è un caso che la madre del fotografo danese – dopo la laurea, conseguita nel 2007 presso la “Danish School of Media and Journalism”, si è trasferito a Shanghai per documentare le conseguenze umane e sociali della storica ascesa economica da parte della Cina – sia un’infermiera psichiatrica. Ecco perché conosco tutto del duro lavoro che sostengono e degli stipendi bassi che ricevono, gli operatori sanitari. Nonostante ogni giorno abbiano in responsabilità le vite altrui.

Ma soprattutto, prosegue Nissen, conosco la dedizione, lo spirito compassionevole e il desiderio che gli infermieri possiedono nel volere fare, sempre e comunque, la differenza. E il fatto che nello scatto l’infermiera non sia la figlia della signora – come inizialmente poteva essere creduto – “toglie” qualcosa? Come ho già detto, nel modo più assoluto. Piuttosto questa fotografia è emozione allo stato puro, al di là del luogo specifico, in tutta la sua essenza. Ho deciso di stringere all’essenziale il campo, non mostrando alcun ambiente circostante. È un’istantanea di grande impatto ed è stato commovente per me assistere ad un abbraccio così vero ed intenso, che rende onore al dolore e alla sofferenza.

Parole, queste di Nissen, che Kevin WY Lee, fotografo, direttore creativo e membro della giuria del Concorso fotografico 2021, abbraccia (è proprio il caso di dirlo) in toto: “Il primo abbraccio”, l’immagine iconica del Covid-19, commemora il più straordinario momento della nostra esistenza ovunque nel mondo. Ci ho visto vulnerabilità, persone care, perdita e separazione, morte, ma – aspetto rilevante – anche la sopravvivenza, tutto racchiuso in un’unica raffigurazione visiva. Se ci si sofferma sull'immagine, si vedranno le ali: un simbolo di volo e speranza.

Giornalista

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