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Antibiotico-resistenza, un fenomeno da arginare in fretta

di Sandra Ausili

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ogni anno 700mila persone nel mondo muoiono a causa di un’infezione dovuta a batteri resistenti agli antibiotici. Di queste, secondo le stime dell’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) 33mila si registrano in Europa e oltre 10mila riguardano il nostro Paese. Esiste una relazione certa tra il consumo eccessivo e inappropriato di antibiotici e l’insorgenza del fenomeno della resistenza, così come a sostenere la maggior parte delle infezioni ospedaliere sono proprio agenti antibiotico-resistenti. Ecco perché è di fondamentale importanza puntare i riflettori su percezione e consapevolezza dei rischi correlati allo sviluppo delle resistenze agli antibiotici nei batteri.

Prima della scoperta degli antibiotici migliaia di persone sono morte a causa di infezioni batteriche o contratte anche a seguito di un intervento chirurgico. Senza antibiotici potremmo tornare all'era pre-antibiotica.

Procedure mediche comuni come trapianti di organi, chemioterapia antitumorale, terapia intensiva e altre procedure mediche, incluse alcune cure odontoiatriche, non sarebbero più possibili. Le malattie batteriche si diffonderebbero e potrebbero non essere più curabili, neanche con antibiotici di ultima generazione e i pazienti morirebbero per un'infezione.

Mantenere efficaci gli antibiotici e affidarsi a loro anche in futuro è una responsabilità condivisa. Tutti siamo responsabili: pazienti, familiari, medici, infermieri, farmacisti, tutto il personale sanitario, veterinari, allevatori, agricoltori, gente comune.