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Ad Acquaviva delle Fonti si teme per la chiusura della struttura ospedaliera

di Redazione

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ACQUAVIVA DELLE FONTI. Assemblea dei lavoratori molto animata quella dell'altro giorno ad Acquaviva delle Fonti nel Barese e soprattutto molto partecipata. A darne notizia è il quotidiano "on line" Acquavivalive.it, che pone l'accento sulla grave situazione di stallo e di precarietà economico-occupazionale in cui versa il noto nosocomio pugliese. I sindacati sono in rivolta e cercano di salvare il salvabile.

«Abbiamo appreso della crisi dell’ente subito dopo la sentenza del Consiglio di Stato - dicono i rappresentanti sindacali, un po' sotto tiro da parte dei lavoratori dell'Ospedale, preoccupati della crisi sulla quale si sta avvitando il Miulli - abbiamo espresso il nostro parere favorevole al concordato preventivo, l’unica strada per uscire da questa situazione di difficoltà. Ma ciò che non ci convince sono i sacrifici chiesti ai lavoratori, quando ci sono misure alternative di razionalizzazione dei costi che consentirebbero di uscire dalla crisi».

Il riferimento è sempre alle "consulenze d'oro" che appesantiscono il bilancio del Miulli.

«Bisogna mantenere quelle che producono realmente ricchezza per l’ospedale. Diciamo no invece alle consulenze che sono all'insegna dello scambio di favori».

«All'azienda - dicono all'unisono le sigle sindacali e i loro rappresentati - chiediamo di riportare all'interno i servizi esternalizzati, perché siamo stanchi di pagare il profitto d'impresa. E al vescovo chiediamo di sapere se gli utili prodotti dai servizi sono rientrati nelle casse dell'ospedale o se hanno prese altre vie».

Non sono mancate le accuse alla classe politica acquavivese, rea di "disinteresse interessato".

«Infine - dichiara un sindacalista - dovremmo riscoprire le radici pubbliche del nostro ospedale e forse il vescovo dovrebbe fare un passo indietro».

Quello che segue è il documento finale dell'assemblea dei lavoratori, con il quale viene proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti dell'ospedale.

«La partecipatissima Assemblea Generale dei Lavoratori del 18.4.2013, presenziata dai dirigenti medici e dal personale del comparto dell’Ospedale Miulli, al termine di una animata discussione sulle ragioni dello stato di crisi dell’azienda, hanno manifestato apertamente la contrarietà alle scelte dei vertici aziendali di operare, quale prima misura di contenimento dei costi aziendali, tagli stipendiali a danno dei lavoratori, invitando, nel contempo, i rappresentanti sindacali impegnati al tavolo di confronto permanente con l’Ente a ricercare, previa quantificazione degli sprechi e delle inefficienze, eguali quantità economiche da assicurare nel procedimento di concordato preventivo in continuità aziendale instaurato, dinanzi al Tribunale di Bari.

L’ Assemblea Generale dei Lavoratori, inoltre, D E L I B E R A di:

• proclamare lo stato di agitazione dei dirigenti medici e del personale di comparto;
• indirizzare un invito al Governatore della Regione Puglia Nichi Vendola ed all’Assessore alle Politiche della Salute Elena Gentile affinchè assicurino la loro presenza ad una prossima assemblea generale;
• richiedere l’immediata attivazione di un tavolo triangolare Regione Puglia – Organizzazioni Sindacali – Amministrazione Miulli;
• indire una prossima assemblea cittadina invitando i sindaci del territorio, i consiglieri ed i parlamentari regionali;
• organizzare presso la sede della Regione Puglia e della Prefettura dei presidi al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla grave situazione dell’Ospedale Miulli;
• esprimere totale sfiducia nel management dell’Ospedale Miulli, affermando la necessità di riscoprire la natura giuridica pubblica dell’Ente.

Il presente documento viene sottoposto a votazione dell’Assemblea Generale dei Lavoratori riportando, volta per volta, sui 6 punti indicati, l’unanimità».

Il Coordinamento di: CGIL CISL UIL FIALS NURSIND FASSID FSI FVM CIMO ANPO AAROI SINAFO.

Fonte: Acquavivalive.it - Nurse24.it

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