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editoriale

Il Ministro, la studentessa e gli infermieri

di Giordano Cotichelli

Per chi lavora come professionista dell’assistenza è importante avere la consapevolezza delle dinamiche culturali e sociali presenti in questo paese, dove si realizzano politiche specifiche non solo in tema di immigrazione, ma anche di salute pubblica, previdenza, ambiente, lavoro. A questo può contribuire leggere e riflettere su uno scambio epistolare tra una studentessa di origini peruviane e il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Legare l’infermieristica al contesto di vita cui fa riferimento l’assistito

Nei giorni scorsi c’è stato uno scambio epistolare, ripreso dalle principali testate nazionali, fra una studentessa di origine peruviana ed il Ministro dell’Interno. La ragazza – Elisabeth – ha scritto al ministro chiedendogli lumi in relazione all’ultimo Decreto sicurezza, dove aumentano i tempi per ottenere la cittadinanza italiana, meravigliandosi di un comportamento che viene meno alle promesse di amicizia, esternate in campagna elettorale, nei confronti di chi fosse un immigrato regolare.

Dal canto suo il Ministro risponde che l’amicizia e la volontà premiante nei confronti di chi rispetta le leggi, lavora e si comporta bene, restano immutate, giustificando poi le scelte fatte con il decreto.

Il testo delle due lettere può essere reperito facilmente in rete, e una sua lettura attenta, è utile agli infermieri, a chi, ogni giorno viene chiamato a rispondere ai bisogni di salute delle persone.

È bene fare alcune premesse. Tra le infermiere e gli infermieri di certo c’è chi ha dato il voto alla coalizione di governo e allo stesso partito del Ministro dell’Interno. C’è pure chi ha votato gli schieramenti ora all’opposizione. Ed anche, è giusto sottolinearlo, chi non ha votato affatto.

Al di là delle scelte dei singoli, due elementi accomunano tutti: l’essere infermieri e vivere in un contesto socio-economico di cui, in un modo o nell’altro, la politica è causa ed effetto allo stesso tempo.

Infatti, per chi lavora come professionista dell’assistenza è importante avere la consapevolezza delle dinamiche culturali e sociali presenti in questo paese, dove si realizzano politiche specifiche non solo in tema di immigrazione, ma di salute pubblica, previdenza, ambiente, lavoro, etc.

Un insieme di elementi che ha le sue ricadute sulla popolazione, in misura diversa, e sulla salute collettiva ed individuale.

Capire tutto questo significa legare l’infermieristica al contesto di vita e di lavoro cui fa riferimento l’assistito. Fatto irrinunciabile se si vuole essere fautori di una disciplina funzionale ed equa ai bisogni sanitari.

Lungo questa prospettiva, l’analisi delle lettere in questione, può risultare molto utile al professionista nel fornirgli una visione interpretativa della realtà: da un lato il paese reale, dall’altro il paese legale; da una parte le istituzioni, da un’altra il cittadino.

Al contrario, è da evitare il bollare banalmente l’azione della studentessa, o la risposta del ministro, attraverso facili scappatoie interpretative fatte di aggettivi, slogan, epiteti e quant’altro, rischiando giudizi fini a sé stessi e controproducenti.

Chi ha votato per il Ministro dirà delle cose, chi gli è contrario dirà altro e molti grideranno che l’argomento non è pertinente alle questioni infermieristiche.

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