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La raccolta di olive al Palagi la fanno autistici e pazienti di salute mentale

di Redazione

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FIRENZE. L’obiettivo ora è la raccolta di 500 chili di olive, nonché l’imbottigliamento dell’olio novo che gocciolerà dalla loro spremitura. Ma in futuro potrebbe esserci anche una cooperativa sociale di tipo B che si possa occupare di vivai e verde pubblico. È così che i 20 pazienti tra i 18 e i 40 anni del centro diurno di salute mentale Chellini e i 7 ospiti autistici del centro Casadasè, da lunedì 18 fino a lunedì 25 novembre raccoglieranno le olive nei 10 ettari di terreno che circondano villa Margherita, i padiglioni del presidio Piero Palagi, fino a casa Martelli che un tempo era la residenza del casiere.

Il “bottino” previsto sono appunto 500 chili di olive e il prezioso condimento che quelle piante regalano. Se lo “spartiranno” i pazienti dei centri diurni e i loro familiari, anch’essi coinvolti, se ne hanno voglia, nella settimana agricola intorno alle circa 600 piante disseminate su un fianco della collina che sale verso piazzale Michelangelo, anche nei pressi del cantiere dove sono in corso i lavori di realizzazione dell’edificio che ospiterà la nuova centrale operativa del 118.

 

Fino a due anni fa quelle piante venivano curate dalla cooperativa di Vittorio, ma dallo scorso anno raccolta, spremitura delle olive al frantoio di Cerbaia e imbottigliamento dell’olio sono state affidate in via sperimentale agli ospiti del centro Casadasè che ha sede in via Giambologna, 14. L’iniziativa ha avuto talmente successo che è stato deciso di ripeterla coinvolgendo anche gli ospiti del Centro diurno Chellini, collocato all’interno del presidio Palagi che fa parte del servizio Salute mentale del Quartiere 3 e che attua programmi riabilitativi per circa 40 persone con importanti disturbi psichici.

 

Il Centro Casadasè, è gestito dall’Associazione autismo Firenze in collaborazione con il Gruppo aziendale interdisciplinare autismo (Gaia), nato nel 2008 all’interno del Dipartimento salute mentale. È un gruppo che opera coinvolgendo le famiglie, le associazioni, e poi i medici, i pediatri, i servizi socio sanitari per la disabilità, favorendo l’attivazione di percorsi assistenziali specifici per persone con disturbi autistici. Un bambino su 150, in prevalenza maschio, nasce con disturbo autistico. Solo un terzo dei soggetti con diagnosi di autismo raggiunge un grado di autonomia soddisfacente mentre gli altri necessitano di assistenza continua. Attualmente non ci sono garanzie di percorsi assistenziali specifici per persone con autismo dopo i 18 anni, dopo la fine del percorso scolastico. Si pongono problematiche ben specifiche quali la socializzazione, come trascorrere il tempo libero, il lavoro ecc. Più del 61% dei giovani adulti autistici grava sulle famiglie, il 26% delle madri rinunciano al lavoro e il 23,4% delle famiglie si vede costretto a ridurre l’orario di lavoro.

 

Il centro Casadasè opera proprio per incrementare il livello di autonomia delle persone, accompagnando non solo i ragazzi autistici ma anche le loro famiglia nella fase di passaggio verso una vita più indipendente. Si è per esempio riusciti ad inserire in contesti lavorativi tre giovani e un adulto con diagnosi nello spettro autistico.

 

In questo quadro rientra anche il progetto di raccolta delle olive e l’eventuale nascita della cooperativa. Intanto, però, l’appuntamento è la fettunta che nei primi giorni del mese di dicembre coinvolgerà al secondo piano di villa Margherita, pazienti, famiglie, operatori.

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