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Editoriale

The London Bridge is down

di Monica Vaccaretti

The London Bridge is down. Il Ponte di Londra è crollato. Significa che la Regina Elisabetta II è morta. Il protocollo reale prevede che l'annuncio sia dato al Primo Ministro inglese e alle alte cariche dello Stato con questa frase in codice, prima che la notizia sia comunicata alla stampa. Con la prima fase dell'operazione “London Bridge”, deciso nei minimi dettagli da anni e che prevede dieci giorni di lutto nazionale, finisce così un regno lungo 70 anni, secondo per durata soltanto a quello del re Sole, Luigi XIV di Francia.

Sembrava un regno infinito

Il Ponte di Londra è crollato. La Regina Elisabetta II è morta, finisce un regno lungo 70 anni.

Discendente della grande Regina Vittoria, Elisabetta II ha governato assieme a ben 15 Primi Ministri del Parlamento su circa 150 milioni di sudditi nel mondo. La Regina, tanto amata dai cittadini britannici, è spirata l'8 settembre nel castello di Balmoral, in Scozia, all'età di 96 anni per un improvviso peggioramento delle condizioni di salute. Rassegniamoci, nessuno è per sempre, sono state le sue recenti parole, quasi ad anticipare il suo commiato.

Sembrava un regno infinito. Se n'è andata carica dei suoi anni e di vita, dopo aver conosciuto tutti i potenti del mondo. Come tutti i grandi vecchi, lo ha visto cambiare, il mondo. Come tutti i vecchi forse arriva il momento in cui ci si stanca del mondo e di starci ancora. O forse è un momento che si accetta, ineluttabilmente.

Se n'è andata attorniata dai suoi cari, giunti al suo capezzale, come ogni persona comune desidera nei suoi ultimi istanti. Le si riconosce il merito di essere stata una donna fedele a sé stessa che ha svolto il suo mandato sempre molto seriamente. My duty chiamava il suo lavoro di governare, con rigore e senso del dovere. Un esempio che può essere un monito per tutti.

Elisabetta intima, Lilibet come persona, la conosce soltanto la sua famiglia. Ha attraversato la storia degli ultimi cento anni, da un secolo all'altro. È stata una icona planetaria, un personaggio pubblico mondiale, il capo di Stato in carica più longevo. È stata un pezzo di storia, anche un pezzo della nostra. Molti sono nati che già lei c'era. Rappresenta il Novecento. Con lei sembra finire un'epoca.

È stata una figura molto rispettata entrata nell'immaginario collettivo, raccontata anche quando era in vita soltanto in base alle immagini ufficiali e ai documenti storici. È stata parte della grande storia del mondo, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi. Salita al trono nel dopoguerra, ha partecipato, nel suo ruolo di sovrana di una monarchia costituzionale, ai fatti dell'umanità ed è stata partecipe degli avvenimenti del suo popolo e degli eventi della sua famiglia da tabloid. Tra le note della sua biografia, si ricorda che sette anni prima di diventare regina, la principessa Elisabetta ha servito nella Auxiliary Territorial Service durante la Seconda Guerra Mondiale, un ramo femminile dell'esercito britannico cui aderirono tutte le donne militari tranne le infermiere che furono assegnate al Queen Alexandra's Imperial Militare Nursing Service.

Il Regno Unito ha sempre dato tanto alla storia. È la terra dei pensatori liberali e del liberalismo, un movimento di pensiero e di azione politica ed economica che riconosce all'individuo un valore autonomo e tende a limitare l'azione statale in base ad una costante distinzione di pubblico e privato. Dopo Elisabetta Tudor del Cinquecento, Elisabetta Windsor dei nostri giorni è stata Capo di Stato di uno stato liberale fondato sul concetto dei diritti inalienabili ed il sostegno per le libertà civili. Dieu et mon droit, Dio e il mio diritto è il motto della Sovrana.

Il liberalismo inglese che si è affermato in Inghilterra sostiene che il fine principale dello Stato non è quello di provvedere al bene comune rendendo i sudditi moralmente migliori o più ricchi o più felici ma il fine è quello di rimuovere gli ostacoli che impediscono al cittadino di migliorare moralmente e di diventare più felice e ricco secondo le proprie capacità e il proprio talento.

La Regina ha regnato su un Paese con uno dei migliori sistemi sanitari del mondo. Il National Health System (NHS) è stato considerato a lungo uno dei più efficienti modelli di stato assistenziale. Introdotto nel 1948, come servizio globale e quasi gratuito, è stato riformato radicalmente nel 1989 con l'intenzione di dare vita ad un mercato interno dell'assistenza sanitaria fondato su un contratto tra acquirenti, come vengono intesi gli utenti/pazienti, e i venditori di servizi.

L'obiettivo è quello di stimolare la competizione tra ospedali, medici di base, servizi di assistenza medica comunali, migliorando così la qualità sanitaria offerta a costi più contenuti. Ciononostante, il NHS presenta notevoli criticità sotto l'aspetto del personale, medico ed infermieristico, la cui disponibilità è tra le più carenti d'Europa.

In occasione del 73° anniversario della fondazione del NHS, Elisabetta II ha conferito la George Cross all'intero staff medico per riconoscere tutto il personale del servizio sanitario, passato e presente, in tutte le discipline, come ringraziamento per l'enorme sforzo durante la pandemia di Covid-19.

Il Regno Unito è la patria di Florence Nightingale. La signora della lanterna, considerata la fondatrice dell'assistenza infermieristica moderna, riposa nella cripta della Cattedrale anglicana di St.Paul's, a Londra, accanto a oltre duecento grandi dell'impero britannico, dall'ammiraglio Nelson al duca di Wellington, da Alexander Fleming a Winston Churchill. Nel Regno Unito, dove vive una comunità di circa un milione di nostri connazionali, lavorano migliaia di infermieri italiani che hanno trovato un posto nel NHS. Sono molto ricercati perché vengono loro riconosciuti valore e competenze professionali.

Elisabetta II ha attraversato, nel suo ruolo istituzionale e come donna moderna, la nostra contemporaneità. Ciascuno lascia un'impronta, il peso della vita, lei ha segnato un'epoca tra Ventesimo e Ventunesimo secolo. Ha vissuto da bambina la Seconda Guerra Mondiale, è morta con un'altra guerra in Europa in corso. Quando se ne vanno i personaggi che la storia mette in posti di rilievo, il mondo cambia. E va avanti. Il tempo alla fine rende tutti anonimi. Siamo polvere di carbonio tutti quanti. Anche i reali sono umani.

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