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Il modello Kirkpatrick per la valutazione della formazione

di Giacomo Sebastiano Canova

L’aggiornamento del proprio sapere attraverso la formazione è sempre stato, per gli operatori sanitari, un’esigenza e un dovere deontologico, in quanto chi è chiamato nel processo di cura del paziente deve occuparsene con la massima competenza e professionalità possibili.

Come valutare l'efficacia di un intervento formativo

È in questo scenario che trova la sua ragione di essere l’Educazione Continua in Medicina che, con l’obiettivo di garantire al paziente cure che si basino sulle migliori evidenze disponibili, ha reso obbligatori la formazione e l’aggiornamento per tutti i professionisti sanitari, chiamati in questo modo a intraprendere un percorso di apprendimento che duri tutta la vita lavorativa.

Negli anni, a fronte degli importanti investimenti economici necessari per l’implementazione di programmi di educazione continua, le aziende sanitarie hanno sentito sempre più forte la necessità di dimostrare l’efficacia delle attività formative da loro erogate, mantenendone legati i costi, diretti e indiretti, con i risultati.

In quest’ottica la valutazione della formazione non è da intendersi meramente in termini scolastici di analisi del profitto o di misurazione del grado di apprendimento, ma in termini globali di valutazione dell’efficacia raggiunta con l’intero intervento, soprattutto in rapporto all’accertamento delle capacità dell’uso delle conoscenze e delle abilità acquisite nei contesti lavorativi.

Il modello più diffusamente citato in letteratura in merito alla valutazione dei risultati derivanti dalla formazione è quello formulato da Kirkpatrick che, nel 1966, ha proposto uno schema valutativo articolato su quattro livelli.

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