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Gli infermieri dicono no

di Mimma Sternativo

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MILANO. Da Nord a Sud continua la protesta degli infermieri italiani. Tutti uniti per dire basta al precariato, ad orari di lavoro impossibili, a diritti e qualità negati. No ai tagli alla Sanità, no ai tagli alla professione infermieristica. Dopo la manifestazione di dissenso al San Raffaele e al Fatebenefratelli  ora anche all'Istituto Redaelli gli infermieri gridano "No". Un no forte e chiaro in difesa dei diritti propri e dei cittadini stessi, contro l'aumento dei carichi di lavoro e una riduzione del personale stesso. Tutto al limite di non maleficienza, che compromette dunque la qualità dell'assistenza e l'integrità psico-fisica dell'operatore, mettendolo ogni istante di fronte al pericolo errore.

L'Usb, in una nota, comunica: "Dopo la torre occupata da Usb al Fatebenefratelli, gli infermieri stanno facendo un blocco stradale davanti all’Istituto, contro il taglio degli operatori notturni, l’aumento dei carichi di lavoro e la riduzione del personale che compromette i livelli di assistenza. Al blocco stradale stanno partecipando anche i degenti”.

Dalla Lombardia si passa al Piemonte, dove gli infermieri protestano al Molinette, simbolo della sanità di questa regione, invitando i passanti a sottoscrivere la petizione per la revoca della delibera regionale che da giugno ha imposto il blocco totale delle nuove assunzioni. A chi firma lasciano un nastrino blu da mettere al polso, un piccolo simbolo per sensibilizzare anche i cittadini. Da qualche ora costretti da "mali estremi" dicono, è iniziato lo sciopero della fame.

Blocco di assunzioni per rispettare tetti di spesa, per i quali gli ospedali piemontesi dovranno risparmiare 131 milioni di euro entro il 2015. Di conseguenza orari «infernali», spostamenti da una struttura all’altra per fare da rattoppo, ferie non definite tra gli infermieri che resteranno.

E dal Piemonte, si passa alla Puglia. Anche a Bari continuano le proteste, gli infermieri sono scesi in piazza davanti alla sede dell'Asl, contro la precarietà di contratti di lavoro troppo brevi. Nel 2012 è stata stilata una graduatoria di 1192 infermieri a tempo determinato, da cui l'Asl attinge costantemente forza lavoro per pochi mesi, in un valzer di continui licenziamenti e nuove assunzioni stagionali. Il tutto in una regione in cui, secondo recenti stime, mancherebbero 1600 infermieri, tra cui almeno 600 nella sola Azienda barese.

Gli Infermieri sono giunti alla conclusione che è ora di dimostrare la forza, l'importanza e l'unicità della nostra professione. In un clima di crisi e di sicuro cambiamento bisogna far sentire la nostra voce coinvolgendo il cittadino perché ne é la prima vittima.

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