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L'infermiere, l'Ipasvi e il rilancio della professione

di M T

collegio-ipasvi

Lo spettacolo è davvero solo agli inizi, una nuova svolta si avvicina e dobbiamo dimostrare di meritarcela.

In principio fu la crisi economica. Seguirono in ordine sparso disoccupazione, comma 566, demansionamenti, esodo inglese, puntate televisive faziose, infiltrazione interinale nel servizio pubblico, stampa gravemente imprecisa, concorsi pubblici che riempivano palazzetti manco fossero i Rolling Stones.

La professione infermieristica vive un momento assai delicato e la necessità di reazione ha assunto, da tempo, il carattere di urgenza. Non possiamo permetterci una stasi inerme.

Il movimento è vita e proprio di questo parliamo oggi: del rilancio proattivo della nostra professione e dell'impegno che la Federazione Nazionale Ipasvi sta mettendo in campo.

Presidente della federazione nazionale dal marzo 2015, Barbara Mangiacavalli ha già dimostrato molto nel suo primo anno di mandato. L'assidua presenza a eventi nazionali e locali organizzati dai collegi provinciali è già di per sè un messaggio forte ma al contempo anche un contenuto. La presenza quasi ubiquitaria è espressione di un lavoro di rafforzamento del rapporto Federazione-Collegi, tra rammendi e ricuciture. L'unione fa la forza e sebbene sia un concetto elementare e scontato, chi vive nella praticità e contestualizza le parole, sa bene quanto spesso la scontata intelligenza sia poco di moda.

 

Il codice deontologico

La realizzazione di un gruppo di lavoro per la rianalisi del codice deontologico (quello attuale è datato 2009) manifesta una volontà di rafforzamento del profilo identitario professionale, essenziale non soltanto per affrontare le difficoltà che ci colpiscono in questi anni ma anche e sopratutto per rilanciarci come categoria professionale nel sistema sanitario post critico. Rappresenta oltretutto un'espressione di ascolto verso coloro che, a titolo vario, richiedevano una revisione di quei difetti che minavano o minacciavano di minare la nostra professionalità.

Professione e dimensione professionale

Tra i piatti forti di questa "primavera infermieristica" ha grande valore l'istituzione della possibilità di accreditamento per gli infermieri liberi professionisti. L'abbandono della visione di infermiere come casacca di reparto ospedaliero è realtà quotidiana e il numero dei quasi 70.000 infermieri liberi professionisti lo dimostra. Al contrario delle apparenze, come significato trova forte sinergia con gli accordi con le forze dell'ordine che riguardano riconoscimento e reclutamento di infermieri in divisa.

La dimensione professionale si sta lentamente estrapolando dal contesto di reparto, si produce ed evolve in tridimensionalità professionale per poi reinserirsi nei sistemi sociali e in quelli lavorativi. Come professionisti e non come interni destinati ad un ruolo.

Il rilancio d'immagine

Le vicende mediatiche, principali e collaterali, che hanno coinvolto con molte polemiche la nostra professione hanno stimolato una risposta chiara e decisa da parte della Federazione che ha lanciato una campagna mediatica molto forte al fine di rilanciare la nostra immagine.

Televisioni, radio, stampa, web, social. Questi i percorsi utilizzati per divulgare il verbo che non siamo soltanto dispenser di compresse ed esecutori di punture e prelievi. Non siamo figure accessorie ma centrali dell'assistenza.
Il rilancio dell'infermiere agli occhi degli italiani affronta finalmente un'espressione dell'infermieristica che forse ha meno attirato attenzione e risorse da parte della categoria. Parliamo dell'infermieristica come parte funzionale ed integrante della nazione.

Lambendo tematiche più repubblicane che infermieristiche (e spero che il buon Spadolini, peraltro mio concittadino, mi perdoni), rimanendo peró distanti anni luce da realtà partitiche, non è possibile negare l'importanza dell'attestazione del ruolo indissolubile che esiste tra infermieri e nazione, perchè parte funzionale come insieme e unità d'appartenenza come singoli.

"Perciò non ci resta che metterci comodi che lo spettacolo è solo ai suoi inizi"... sarebbe stato bello poter concludere così questo articolo. Purtroppo però comodi non potremo stare: la professione infermieristica è formata da ognuno di noi ed ognuno di noi ogni giorno la rappresenta. Non importa in quale contesto, in quale luogo o orario. Siamo infermieri.

Lo spettacolo è davvero solo agli inizi, una nuova svolta si avvicina e dobbiamo dimostrare di meritarcela.

Buon lavoro a tutti.

Infermiere