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parto

Metodi di induzione del travaglio di parto

di Sara Visconti

La metodologia di induzione del travaglio di parto verrà proposta alla donna dal Ginecologo sulla base del controllo ostetrico eseguito. Il criterio di selezione della tipologia di metodo di induzione delle pazienti si basa su diversi fattori: sull’indicazione dell’induzione, sulle condizioni cliniche materno-fetali e sul grado di “maturazione” della cervice uterina.

Valutazione della cervice uterina

Il metodo più comunemente usato per la valutazione della cervice uterina è il “Bishop pelvic score system”. Tale sistema prende in considerazione le caratteristiche intrinseche della cervice uterina (lunghezza, posizione, appianamento e consistenza) e il livello della parte presentata nello scavo pelvico, valutate tramite la visita vaginale.

L’Indice di Bishop ha permesso una standardizzazione della valutazione del grado di maturazione cervicale: più alto è il punteggio, maggiore è la probabilità di successo dell’induzione del travaglio di parto.

Punteggio Dilatazione
(cm)
Posizione Appianamento
%
Lunghezza cm
Consistenza Stazione
livello P.P.
0 Chiuso Posteriore 0-30 (3 cm) Rigida - 3
1 1-2 Intermedia 40-50 (2 cm) Media - 2
2 3-4 Anteriore 60-70 (1 cm) Soffice - 1/0
3 5-6 - > 80 (0 cm) - + 1/+ 2

In base quindi a quanto la cervice uterina abbia una maturazione favorevole o sfavorevole al travaglio di parto vengono proposti i seguenti metodi. Una metodologia non preclude l'utilizzo di un'altra che anzi è utilizzabile secondo una sequenza prestabilita e rispettando adeguati tempi di attesa tra una e l’altra

Induzione farmacologica

Prostaglandine

Il meccanismo d’azione consiste principalmente nel favorire la maturazione cervicale, utilizzato principalmente in caso di cervice sfavorevole.

Il farmaco può essere somministrato a seconda delle condizioni cliniche: sotto forma di gel, applicato a livello vaginale per un massimo di tre dosi giornaliere, sotto forma di dispositivo vaginale a lento rilascio che agisce nell'arco delle 24 ore o sotto forma di soluzione orale, somministrato a intervalli di tempo per un massimo di 8 dosi.

L’insorgenza del travaglio è graduale e può pertanto richiedere tempo.

Ossitocina

L'ossitocina è una molecola prodotta dal nostro organismo ed è il principale ormone del parto. È anche utilizzabile come farmaco ed è una delle più potenti sostanze uterotoniche note, per questo è utilizzata, oltre che nell'induzione, nell'accelerazione del travaglio, nel secondamento e nell’involuzione uterina durante il puerperio.

Il meccanismo d’azione consiste principalmente nell'indurre le contrazioni uterine in caso di cervice favorevole e si somministra per via endovenosa.

Gli effetti collaterali dell’ossitocina sono rari e in genere di lieve entità: iperstimolazione uterina dovuta a una particolare sensibilità dell’utero. In casi rari può causare rilasciamento della muscolatura liscia con conseguente ipotensione e tachicardia.

Le donne trattate con ossitocina devono avere il monitoraggio del battito cardiaco fetale in continuo e la stretta sorveglianza ostetrica della procedura in sala parto.

Induzione meccanica

Rottura delle membrane: amniorexi

L’amniorexi mettendo in contatto l’ambiente intrauterino generalmente sterile con la vagina fa sì che il feto, la placenta e le membrane fetali diventino suscettibili di invasione e colonizzazione batterica.

Si ipotizza che tale effetto favorisca il rilascio di mediatori chimici del parto. Inoltre tale manovra fa sì che le pareti uterine si addossino al feto e ne favoriscano la discesa nella pelvi migliorandone la condizione ostetrica.

Analogamente alla procedura di scollamento delle membrane, l’amniorexi determina un aumento della liberazione delle prostaglandine endogene.

L’inizio del travaglio dopo induzione con amniorexi può richiedere attesa da due a quattro ore e non sembra coinvolgere un aumento della secrezione di ossitocina che pertanto potrebbe essere somministrata dopo il periodo di attesa.

La sequenza temporale fra amniorexi e ossitocina può essere scelta a seconda dei casi, a volte uno solo dei due è sufficiente.

Catetere a doppio palloncino (CRB)

Consiste nell'inserimento in vagina di un catetere che agisce stimolando meccanicamente il collo uterino compreso fra due palloncini, ciò determina quelle modificazioni del collo uterino, mediate da prostaglandine endogene, che lo rendono favorevole all'induzione vera e propria.

I vantaggi dell’induzione meccanica riportati in letteratura sono:

  • minori rischi di ipertono/ipercontrattilità uterina con alterazioni del battito cardiaco fetale
  • minore propensione a iniziare contrazioni uterine durante la fase di maturazione cervicale e reversibilità.
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