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rischio infettivo

Prevenire le infezioni del sito chirurgico decolonizzando la cute

di Sandra Ausili

Le infezioni del sito chirurgico (SSIs), in accordo con la definizione del National Nosocomial Infection Surveillance System (NNIS), sono delle infezioni che si verificano entro 30 giorni dall’intervento chirurgico o entro 1-2 anni in seguito alla procedura chirurgica di impianto come gli interventi di artroplastica del ginocchio o dell’anca1. Le SSIs possono essere superficiali, se interessano la cute o il tessuto sottocutaneo dell’incisione, profonde se coinvolgono la fascia muscolare o organo/spazio se si manifestano in qualsiasi altro sito anatomico inciso o manipolato nel corso dell’intervento chirurgico2.

Incidenza delle infezioni del sito chirurgico

La decolonizzazione di cute e mucose nel preoperatorio rientra nell’ambito delle strategie da adottare per la prevenzione delle SSIs

Nonostante l’incidenza delle SSIs vari in maniera considerevole in funzione del tipo di intervento, dell’ospedale, del paziente e del chirurgo, dai criteri di sorveglianza utilizzati e dalla qualità dei dati raccolti, i dati di epidemiologia affermano che le SSIs rappresentano circa il 16% di tutte le infezioni correlate all’assistenza (ICA) ed il 38% di quelle che si osservano nei pazienti chirurgici3.

Considerando i principali interventi chirurgici sul territorio mondiale, significa che una media di 8.280.000 pazienti sviluppano una SSI in un anno. E si stima che i dati reali siano 3-5 volte più alti4.

La probabilità che si sviluppi una SSI è il risultato di una complessa interazione tra caratteristiche del microrganismo - ad esempio dalla sua virulenza - caratteristiche del paziente - ad esempio dal suo sistema immunitario - e caratteristiche intrinseche all’intervento come l’introduzione di materiale estraneo o l’entità del danno tissutale.

Dati di letteratura indicano che il 77% dei decessi in seguito ad un intervento chirurgico è da imputare allo sviluppo di una SSI. Oltre all’impatto in termini di aumento di morbilità e mortalità, le SSIs hanno un effetto notevole sulle risorse sanitarie. Infatti, i pazienti che sviluppano una SSI necessitano di un periodo più lungo di ospedalizzazione di circa 6,5 giorni e di cure ulteriori che pesano sul bilancio economico degli ospedali.

Nella maggior parte delle SSIs i patogeni responsabili provengono dalla flora microbica endogena del paziente, ma un numero sempre maggiore di SSIs è dovuta a microrganismi multiresistenti quale, ad esempio, lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA). Le SSIs provocate da S. aureus sono associate ad esiti clinici particolarmente gravi con alto rischio di esiti avversi e un aumento della mortalità pari al 5%.

Importanza della preparazione preoperatoria del paziente per prevenire le SSIs

Nell’ambito delle strategie da adottare per la prevenzione delle SSIs è importante sottolineare la necessità di utilizzare tutti gli strumenti disponibili per ridurne l’incidenza. Per affrontare questo problema le aziende biomedicali contribuiscono grazie allo sviluppo di soluzioni tecnologiche che aiutano la prevenzione ed il controllo delle infezioni e dell’antimicrobico resistenza.

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