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Follow-up in kidney transplantation: cognitive survey on lifestyles
PISTOIA. Il trapianto renale rappresenta ad oggi la migliore possibilità terapeutica in termini di sopravvivenza e qualità della vita nei pazienti affetti da insufficienza renale cronica; infatti è l’unica terapia sostitutiva in grado di riabilitare completamente la funzione renale.
Con il miglioramento della sopravvivenza a lungo termine i trapiantati di rene sono esposti ad un maggior rischio di complicanze tardive, di qui la necessità di un monitoraggio costante delle condizioni del paziente, soprattutto per i fattori di rischio cardiovascolari, come la dislipidemia e l’ipertensione. Tale monitoraggio viene effettuato attraverso un programma di follow-up (dall’inglese “seguire”), termine che indica una serie di visite, esami e controlli periodici a cadenza prefissata, con i seguenti scopi:
- verificare costantemente e migliorare il grado di benessere e di adattamento della persona alla nuova condizione
- monitorizzare il corretto funzionamento dell’organo trapiantato
- identificare e trattare tempestivamente eventuali complicanze (rigetto, infezioni, tossicità dei farmaci immunosoppressivi..).
Un aspetto fondamentale del follow-up è quello dell’educazione alla salute e terapeutica, inteso come processo continuo nel quale l’ infermiere dedicato, in collaborazione con l’equipe sanitaria, accompagna il paziente in un percorso di assistenza personalizzata e di consapevolizzazione rispetto all’importanza della terapia e di uno stile di vita salutare, ai fini della buona funzionalità del trapianto.
Tale aspetto è stato approfondito nell’ambito dell’esperienza di un tirocinio dell'Infermiera Sara Fè presso l’Ambulatorio Trapianti U.O di Nefrologia A.S.L 3 di Pistoia.
Durante questo periodo sono emersi diversi elementi a conferma dell’importanza di uno stile di vita salutare ai fini della buona funzionalità nel tempo del rene trapiantato e, a tale proposito, è stata valutata l’opportunità di rilevare, mediante un questionario anonimo, prodotto sulla base di analoghi studi presenti in letteratura, gli stili di vita nei pazienti trapiantati di rene.
Il principale quesito narrativo alla base dello studio effettuato è il seguente:
È possibile rilevare, attraverso un’indagine osservazionale condotta su un campione di trapiantati di rene, il fabbisogno educativo in merito alla conduzione di uno stile di vita salutare e acquisire dati utili per contribuire al miglioramento del follow-up infermieristico?
Questo il quesito da cui ha tratto origine il presente studio, condotto con lo scopo di rilevare il grado di compliance alle raccomandazioni relative agli stili di vita, nei pazienti sottoposti a trapianti di rene, al fine di evidenziare eventuali criticità o carenze, come spunto per un progetto di miglioramento nel follow-up clinico-infermieristico.
L’indagine è stata svolta mediante un questionario self-made e anonimo, costruito sulla base di analoghi studi presenti in letteratura e costituito da tre sezioni: -Dati anagrafici e clinici, -Aderenza alla terapia e follow-up, -Aspetti educativi e stile di vita.
RISULTATI
Lo studio qui presentato si è caratterizzato come una ricerca svolta essenzialmente con la finalità di migliorare il servizio di follow-up infermieristico in uno specifico contesto come quello dell’Ambulatorio Trapianti U.S.L 3 di Pistoia. A tal fine è necessario anzitutto evidenziare e prendere coscienza delle criticità e dei punti di forza del servizio assistenziale emersi dall’analisi dei risultati (v.tabella n3)
Fra le criticità emerse risulta:
52 % dei pazienti è sedentario: a questo proposito, poiché i benefici dell’attività fisica sono stati ampiamente dimostrati, sarebbe auspicabile una maggior sensibilizzazione dei pazienti, del personale sanitario e dei familiari relativamente ai benefici che uno stile di vita attivo apporta. Sebbene siano necessari ulteriori studi prospettici a lungo termine per definire quanto uno stile di vita attivo possa incidere sulla sopravvivenza del paziente e dell’organo trapiantato, ad oggi la prescrizione dell’attività fisica costituisce una possibilità terapeutica sottostimata. A tale proposito può essere efficace una strategia di implementazione di programmi sportivi appositamente dedicati ai trapiantati, con un coinvolgimento multi-professionale.
27% dei pazienti non era a conoscenza della necessità di evitare il pompelmo in quanto alimento che può interferire con la terapia immunosoppressiva: necessaria un’informazione più mirata sulle sostanze che possono ridurre l’assorbimento della terapia immunosoppressiva ed un accertamento specifico relativamente a tali aspetti da effettuare a intervalli regolari nel corso del follow-up.
27% di pazienti assume alcol più o meno frequentemente: auspicabile un’opera di educazione mirata ed una maggior informazione ai pazienti relativamente agli effetti dannosi dell’alcol.
46% dei pazienti controlla regolarmente PA e glicemia: a tale proposito, al fine di favorire un accertamento costante nel tempo di questi parametri, opportuno sarebbe invitare il paziente a compilare un diario di autocontrollo, da presentare al momento delle visite di follow-up.
Nonostante la presenza di alcuni limiti che caratterizzano lo studio (l’utilizzo di un questionario self-made e la ricerca limitata in uno specifico contesto ) si può dire che i risultati ottenuti attraverso la presente indagine, in analogia a quelli derivanti da altri studi di settore, forniscono utili informazioni ai fini di un progetto di miglioramento dell’assistenza infermieristica nel follow-up.
Innegabile la necessità in futuro di altri studi, ai fini di una valutazione più approfondita del beneficio effettivo degli interventi educativi sugli stili di vita ai fini di una riduzione della morbilità e della mortalità nei pazienti trapiantati di rene.
In quest’ottica i dati emersi dal presente studio possono fornire alcuni spunti di approfondimento utili.
studenteinfermiera94
1 commenti
informazione
#2
Salve, sono una studentessa di infermieristica vorrei sapere il test utilizzato per questo studio. grazie mille.