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Fabbisogni formativi delle Professioni sanitarie 2025-2026

di Silvia Fabbri

È pronto il testo del nuovo Accordo Stato-Regioni che definisce il fabbisogno formativo per le professioni sanitarie per l’anno accademico 2025/2026. Il provvedimento conferma un aumento generale di posti a disposizione, con dinamiche differenziate tra le singole aree. La priorità resta garantire turnover e copertura delle carenze ormai croniche in un sistema che continua a fare i conti con un forte squilibrio tra pensionamenti, attrattività universitaria e tenuta dei servizi.

Formazione infermieristica, triennale in calo: -543 posti

Per l’anno accademico 2025/2026, il fabbisogno complessivo per l’area infermieristica e ostetrica si attesta a 35.319 posti, in leggera crescita (+327) rispetto all’anno precedente.
A trainare la quota restano, come sempre, i percorsi di laurea triennale per infermieri: qui però il dato segna un arretramento.

Si passa infatti dai 26.832 posti dello scorso anno agli attuali 26.289, pari a 543 posti in meno.
Diverso il trend per la formazione avanzata: i corsi di laurea magistrale di area infermieristica e ostetrica aumentano a 7.456 posti, +840 rispetto ai 6.616 del 2024/2025. Si registra una lieve crescita anche per gli infermieri pediatrici, che salgono di un’unità (264 contro 263). I posti disponibili per ostetricia arrivano a quota 1.310, in linea con l’andamento di sostanziale stabilità dell’ultimo triennio.

Medicina, Veterinaria e Odontoiatria: a ciclo unico +977 posti

Per quanto riguarda i corsi magistrali a ciclo unico in Medicina, Veterinaria e Odontoiatria, le disponibilità salgono a 23.165 posti complessivi, 977 in più rispetto allo scorso anno. Di questi, la parte più consistente è destinata a Medicina e Chirurgia, con 20.247 posti, 961 in più rispetto al precedente fabbisogno.

Area riabilitativa: un trend di crescita costante

Continua a crescere l’area della riabilitazione, che nel 2025/2026 vede programmati 10.952 posti, con un incremento di 1.214 unità rispetto ai 9.738 dell’anno passato.
Nel dettaglio, i fisioterapisti passano a 2.964 posti, in leggero aumento. Gli educatori professionali registrano un salto significativo, passando da 2.013 a 2.215. Anche la formazione magistrale in area riabilitativa segna un balzo netto, raggiungendo 2.589 posti (contro i 1.790 dello scorso anno).

Tecnico-diagnostica e tecnico-assistenza: +436 posti

Il fabbisogno programmato per l’area tecnico-diagnostica e tecnico-assistenziale è di 7.327 posti, con una crescita di 436 unità rispetto ai 6.891 del 2024/2025.
I profili più richiesti rimangono i tecnici di laboratorio biomedico, che passano da 1.542 a 1.563 posti, e i tecnici di radiologia medica, con un salto da 1.316 a 1.445 posti.

Prevenzione: domanda in aumento

Anche l’area della prevenzione mostra un segnale di consolidamento: i posti disponibili arrivano a 2.689, 283 in più rispetto all’anno scorso (2.406).
All’interno di questa area, resta centrale il Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, per cui sono previsti 893 posti.

L’infermieristica resta il nodo cruciale

Il saldo tra leggera contrazione dei posti per la formazione di base e l’aumento dei percorsi magistrali conferma una situazione nota da tempo: la professione infermieristica continua a rappresentare la spina dorsale dell’assistenza, ma soffre di dinamiche di attrattività e ricambio che restano insufficienti.

La riduzione di 543 posti per la laurea triennale riflette da un lato la difficoltà di saturare i bandi universitari, dall’altro la necessità di riallineare numeri programmati con il reale trend di iscrizioni. A pesare è anche un contesto in cui l’età media nel Servizio Sanitario Nazionale ha superato i 56 anni, con un forte rischio di uscite non compensate.

L’incremento dei posti per le lauree magistrali (+840) indica invece la volontà di potenziare ruoli di coordinamento, didattica e ricerca: funzioni indispensabili per sostenere la qualità dei percorsi formativi e favorire l’evoluzione della professione.

Ma senza un quadro chiaro di riconoscimento contrattuale, prospettive di carriera e condizioni di lavoro migliorative, resta alto il rischio che i numeri restino sulla carta. La sfida vera, ancora una volta, non è solo programmare il fabbisogno formale, ma trasformare posti messi a bando in laureati effettivi, pronti a entrare e a restare in un sistema che ha bisogno di professionisti stabili e motivati.

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