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Infermieri, Aceti: sono un valore irrinunciabile per il SSN

Questione infermieristica si risolve investendo sul capitale umano

Pubblicato il 09/06/2023 di Redazione

Il capitale umano del sistema sanitario nazionale ha tutta la dignità di essere oggetto di un provvedimento importante ed organico da parte dello Stato che deve tornare a rendere attrattivo l'SSN per arginare il fenomeno della fuga degli infermieri.

Così Tonino Aceti, presidente di Salutequità, intervistato a margine del suo intervento al congresso "Opinioni in Ordine 2.0" organizzato dall'Ordine delle professioni infermieristiche di Frosinone.

Per il recupero delle cure mancate e per l'attuazione del PNRR - sottolinea Aceti - la professione infermieristica è un vaolre irrinunciabile per il sistema sanitario nazionale, ma per colmare l'attuale carenza di personale servono interventi ragionati e misure ad hoc a lungo termine che valorizzino realmente le competenze dei professionisti.

A cominciare dallo stipendio, che non è attrattivo nemmeno per gli infermieri di importazione: in Italia, infatti, gli infermieri guadagnano un lordo annuale che ruota intorno ai 34-36mila euro, contro i 50mila della Germania e gli oltre 80mila del Lussemburgo.

Perché un infermiere indiano competente dovrebbe scegliere l'Italia, anziché un altro paese come il Lussemburgo dove lo pagherebbero 3 o 4 volte di più?

Il riferimento è alla proposta avanzata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, di reclutare infermieri indiani per colmare la grave carenza di professionisti nel nostro Paese. E l'intento, quello di Aceti, è chiaro: dire basta alle soluzioni tampone e mettere la testa su un piano che sia solo sul personale sanitario. I soldi ci sono.

Commenti

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