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COVID-19

Oltre 37mila contagi sul lavoro, infermieri i più colpiti

di Redazione

Il nuovo Report pubblicato da Inail sui contagi sul lavoro da nuovo Coronavirus registra - per il periodo tra fine febbraio e il 4 maggio - 37.352 casi. Si conferma la maggiore esposizione al rischio del personale sanitario e socio-assistenziale: la categoria degli infermieri riguarda il 43,7% dei casi segnalati, seguono gli operatori socio-sanitari (20,8%), i medici (12,3%) e gli operatori socio-assistenziali (7,1%).

Coronavirus, INAIL: oltre 37mila contagi denunciati sul lavoro

Salgono a 37mila i contagi Covid sul lavoro denunciati all’Inail: al primo posto ancora gli infermieri

I contagi sul lavoro da nuovo Coronavirus denunciati all'Inail tra la fine di febbraio e il 4 maggio sono 37.352, quasi novemila in più rispetto ai 28.381 registrati dalla prima rilevazione del 21 aprile. I casi mortali segnalati all'Istituto nello stesso periodo sono 129, 31 in più rispetto al monitoraggio precedente.

Al contrario di quanto osservato sul complesso delle denunce, in cui la quota femminile con il 71,5% dei casi prevale rispetto a quella maschile (28,5%), l'82,2% dei decessi hanno interessato i lavoratori e il 17,8% le lavoratrici.

Sono questi i dati emersi dal Nuovo Report pubblicato da Inail, che registra alla data del 4 maggio quasi novemila infezioni in più rispetto alla prima rilevazione del 21 aprile.

L'analisi territoriale evidenzia che quasi otto denunce su 10 di infezione sul lavoro sono concentrate nel Nord-Ovest (53,9% del totale) e nel Nord-Est (25,2%), con gli altri casi distribuiti tra il Centro (12,5%), il Sud (6,0%) e le Isole (2,4%). Tra le regioni il primato negativo spetta alla Lombardia, con oltre una denuncia su tre (34,2%) e quasi il 43% dei casi mortali, seguita da Piemonte (14,9%), Emilia Romagna (10,0%), Veneto (8,9%), Toscana (5,8%) e Liguria (4,2%).

L'età media dei contagiati è di 47 anni per entrambi i sessi, ma sale a 59 anni (58 per le donne e 59 per gli uomini) se si concentra l'attenzione sui soli casi mortali. A ulteriore conferma della maggiore vulnerabilità al virus delle fasce di età più elevate della popolazione, il 43,1% delle denunce e oltre due decessi su tre riguardano i lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni. Più del 20% dei casi mortali, inoltre, ricade nella fascia di età oltre i 64 anni.

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