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Bologna

Scuola, NurSind-Cimo: spazi ad hoc per figli dei sanitari

di Redazione

Non privilegi, ma servizi che rendano possibile conciliare le esigenze di accudimento dei figli con l'attività lavorativa così importante nel contesto di emergenza sanitaria in cui stiamo vivendo da un anno. È questo che chiedono gli operatori sanitari stando a quanto riportano i sindacati di medici (Cimo) e infermieri (NurSind) nel bolognese. Il tutto parte dall'inversione di marcia del Ministero dell’Istruzione sulla possibilità per i figli dei lavoratori del settore sanità di usufruire della didattica in presenza nelle regioni che sono zona rossa.

Chiusura scuole, sindacati chiedono soluzioni immediate per i sanitari

In attesa che il Governo e la Regione Emilia-Romagna sblocchino la didattica in presenza per i figli degli operatori sanitari, siano le Ausl e le aziende ospedaliere a intervenire con "soluzioni immediate". Ad esempio, accogliendo i figli dei sanitari in servizio in appositi spazi dedicati e attrezzati, con personale che provveda ad assisterli e con attrezzature utili alla didattica a distanza, oltre a tutte le precauzioni utili ad evitare contagiA chiederlo sono i sindacati dei medici e degli infermieri, Cimo e NurSind.

Nonostante sembra esista in virtù di un Dpcm in vigore la previsione che i figli del personale sanitario possono frequentare la scuola in presenza, così come anche i figli del personale appartenente a categorie di lavoratori ritenute essenziali - sottolineano Antonella Rodigliano del NurSind e Salvatore Lumia e Luca Spinardi del Cimo - la Regione e gli enti locali per adesso non riconoscono tale facoltà per una questione d'interpretazione della norme in essere (è del 7 marzo il dietrofront del Ministero dell'Istruzione sul tema, ndr.), manifestandosi 'estremamente preoccupati' per l'impatto che le chiusure delle scuole possono avere sulle famiglie. In attesa di una soluzione condivisa tra Governo e Regione, che permetta ai figli del personale sanitario di frequentare la scuola in presenza, crediamo che sia opportuno che le aziende sanitarie e ospedaliere provvedano ad affrontare la criticita' con soluzioni temporanee.

Gli operatori sanitari, affermano i sindacati, non vogliono privilegi, ma un servizio che renda possibile conciliare le esigenze di accudimento della prole con l'attività lavorativa da tutti ritenuta indispensabile per gestire l'emergenza sanitaria in atto.

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