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Tempo

di Ornella Ventura

Il Governo, in questi due anni, ha contrastato la difficile situazione sanitaria con decreti, educazione sanitaria, restrizioni. L'Italia è stata divisa per colore. La vita dettata dal tempo del virus. Gli ingressi dei visitatori nei luoghi di cura sono stati proibiti, contingentati. Valutati sul tempo dell'indice RT (tasso di contagiosità).

La vita dettata dal tempo del virus

A marzo si è data la possibilità a parenti ed amici di entrare nelle corsie ospedaliere per far visita ai loro cari. L'accesso è consentito per 45 minuti. Un tempo stabilito dalla legge del 18 febbraio 2022 N 11 di conversione del decreto anti-Covid del 24 dicembre 2021 (Gazzetta Ufficiale del 18/2/2022). Dal 1° aprile stiamo vivendo fuori dallo stato di emergenza.

Il fisico teorico Carlo Ravelli in un’intervista spiega come la nozione comune del tempo non corrisponda ai risultati della fisica degli ultimi cento anni. Dice che non c'è nessun grande orologio che batte il tempo in maniera uniforme nei diversi punti dell'universo. Dipende dal luogo e dalla velocità. Queste parole mi fanno riflettere. Da infermiera mi chiedo:

Se il luogo è una stanza d'ospedale e la velocità è la fragilità della malattia, come batte il tempo?

I luoghi di cura vivono un quotidiano equilibrio precario. I reparti sono territori di vita dove il tempo batte in modo diverso. La velocità della persona malata spesso è in direzione opposta e contraria alla velocità degli operatori sanitari. All'interno del team di cura, poi, vi sono altri e diversi battiti di tempo.

Una possibile risposta la troviamo nelle parole del professor Sandro Spinsanti: La buona cura è quella fatta insieme al malato. Intendendo come cura anche il tempo del paziente.

La relazione tempo-malattia è assolutamente necessaria in una medicina che guarda alla personalizzazione della terapia oltre che ai protocolli di cura. Lo spiega bene Ivana Carpanelli nel libro “Etica della cura Oncologica” (ed. Carocci 2010).

Condizione esistenziale del malato è la sua vulnerabilità. L’impossibilità di curarsi, da solo, senza ricorrere ad una assistenza specializzata. L’obiettivo è privilegiare la qualità della sua vita, evitando interventi straordinari, il problema principale è definire ogni volta che cosa possa essere considerato straordinario e che cosa debba essere considerato ordinario per quel malato e la risposta di questo problema va cercata insieme al malato, in un processo a spirale del possibile meglio impostato insieme dal gruppo dei curanti e proposto al paziente nei modi che lui determina e sceglie.

Consequenziale risulta riflettere ad un futuro in sintonia con l'universo, dove il tempo di ciascuno ha un suo battito ed una sua velocità.

Potresti aver bisogno di qualcuno a cui aggrapparti, quando tutte le risposte non ti dicono molto qualcuno con cui semplicemente parlare e un po’ di quel tocco umano (“Human touch”, Bruce Springsteen)

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