Nurse24.it

Salute

La salute di ogni mamma e del suo bambino

di Monica Vaccaretti

La festa della mamma è una ricorrenza civile che viene celebrata da bambini di ogni etnia e cultura in buona parte del mondo, anche se in giorni diversi dell'anno, per onorare la figura materna e riconoscere il suo fondamentale ruolo familiare e sociale. Ad ogni mamma si associa quindi il suo fanciullo, soggetti di diritto che diventano due dopo essere stati un tutt'uno. È un legame indissolubile.

Siamo tutti un pezzo della propria madre

La salute materna è la salute delle donne nel momento più delicato della loro vita

Quando la si perde, una mamma resta nella memoria e la si porta nel cuore. Quando la si ha, si sente la sua vicinanza imperdibile. La mamma, anche con i suoi difetti e le sue fragilità, è una figura insostituibile per la sua presenza e la sua forza. Per il senso di sicurezza e protezione che esprime.

Il ritmo di vita di una mamma e i suoi moti d'animo sono regolati dallo stato di salute e di benessere del figlio, anche quando cresce.

Si rinvigorisce se è sano e i pensieri la fanno ingrigire se si ammala. Poi invecchia, quasi senza rendersi conto che il tempo è passato, ritrovandosi con un adulto al posto del suo bambino. Quando diventa una grande mamma, la sua tenerezza aumenta. La nonna generalmente è una mamma migliorata, come fa il buon vino nella botte.

È noto che mamma sia una lallazione, la ripetizione della prima sillaba che il neonato impara a pronunciare. Una consonante e una vocale sono il primo tentativo di abbozzare una parola, la più bella del mondo. Gibran sosteneva che è la parola che si posa con maggior frequenza sulle labbra dell'umanità.

Può essere l'ultima prima di morire. È la prima che salta in mente quando si sente dolore o si prova paura. Il suo nome accompagna nei momenti di meraviglia. Ci sono mamme dappertutto, di tutte le età. E anche se il fenomeno della denatalità comincia a farsi preoccupante, non mancano mai le neomamme.

Ma-ma-ma-ma diventa mamma, un nome che sostituisce quello proprio di donna. Come se si cambiasse identità. O se ne assumesse una doppia. Quella per gli altri e quella unica per il figlio con il quale si instaura un rapporto affettivo esclusivo ed una complicità che perdura tutta la vita. Nel momento in cui un bambino nasce, nasce anche sua madre. Non è mai esistita prima. Esisteva la donna, ma non la madre. Una madre è qualcosa di assolutamente nuovo, ha scritto Osho.

Se ogni bambino è un desiderio dentro al cuore di una donna (Tagore), allora è mamma anche la donna alla quale la natura non concede di portare in grembo una creatura pur desiderandolo tanto, nonostante le cure mediche di procreazione assistita.

È mamma la donna che ama e cresce un bambino non suo, ma che lo diventa secondo la legge dell'affido e dell'adozione, nonché dell'amore. È mamma anche colei che, dopo averlo messo al mondo, sceglie di non riconoscerlo in ospedale e non gli dà un nome.

La legge DPR 396/2000 tutela il diritto delle mamme all'anonimato: ogni donna ha il diritto di partorire in sicurezza in ospedale e richiedere ai medici che il suo nome non sia menzionato nel certificato di nascita. Molte donne non sono ancora purtroppo a conoscenza di questa tutela garantita dallo Stato e partoriscono da sole, mettendo a rischio la propria vita e quella del loro bambino.

È mamma anche la mamma anonima di Milano che ha lasciato qualche settimana fa il suo bimbo nella culla della vita del Policlinico. Il suo gesto ha ricordato l'importanza di queste moderne ruote degli Esposti, non accadeva un abbandono da qualche anno nel capoluogo lombardo.

È mamma anche la donna che ha affidato la sua bimba nella culla della Croce Rossa di Bergamo, pochi giorni dopo quasi per emulazione, accompagnando il suo gesto con un bigliettino, “vi affido un pezzo della mia vita”.

Siamo tutti un pezzo della propria madre. Di carne, di sangue, di intelligenza e di amore. Uomini come Abramo Lincoln, George Washington e Napoleone Bonaporte sostenevano che l'avvenire di un bambino è l'opera di sua madre e che non sarebbero diventati loro senza.

La piccola in salute è stata portata nel reparto di neonatologia del Papa Giovanni XXIII e affidata alle cure sanitarie delle infermiere. Mi intenerisce l'immagine di queste donne del prendersi cura, magari già mamme, che si aggiungono un figlio per il tempo necessario alla sua assistenza, avvicendandosi nel turno del reparto.

A volte un bambino ha più donne che lo amano. È mamma in fondo chi dona amore, nel miglior modo che può. Sembra una storia buona di Natale. In Italia la festa della mamma si celebrava infatti il 24 dicembre. Era il 1933 quando venne istituita la prima Giornata nazionale della Madre e del Fanciullo. Soltanto negli anni Cinquanta si iniziò a festeggiare la mamma nel mese di maggio, la seconda domenica.

Enea e Noemi hanno avuto il loro nome e sono già in buone mani, anche se non sono quelle di chi li ha messi al mondo. Sono certamente già amati da qualcun altro, oltre alla loro mamma naturale. Anche se non potranno portare il calore della loro mamma nella pelle e il suo odore nelle loro vesti, come ha scritto una poetessa curda, nella carne e nel sangue di ognuno rugge la madre (Cesare Pavese).

È mamma anche colei che disgraziatamente e disperatamente ha abbandonato a fine aprile, sempre a Milano, il suo neonato in un cassonetto dei rifiuti, dentro un sacco, come si fa coi cuccioli di cane e i gattini. L'autopsia ha accertato che la bimba era già morta, si cerca la madre anche per accertarsi della sua salute. Resta mamma, pur nell'intenzione mancata, ogni donna che il bambino dolorosamente non lo vuole o lo perde e al parto, per scelta o malasorte, nemmeno ci arriva.

La salute materna è la salute delle donne nel momento più delicato della loro vita, che va dalla gravidanza al parto e che continua nel periodo postnatale. Ad ogni donna e al suo bambino deve essere garantita la possibilità di raggiungere il pieno potenziale di salute e benessere, prevenendo i rischi.

L'assistenza alla maternità deve essere rispettosa e di alta qualità per tutte le donne, in ogni parte del mondo, senza disuguaglianze nell'accesso alle cure, nel rispetto dei diritti umani e senza discriminazioni di genere.

Riconoscendo l'unicità di ogni gravidanza e parto, l'Oms ritiene che la fine della morte materna prevenibile sia un obiettivo globale e prioritario. Sopravvivere alla gravidanza e al parto, riportando lesioni e disabilità, non è un'assistenza sanitaria materna di successo. La mortalità di qualsiasi donna o ragazza durante la gravidanza o il parto è una grave violazione dei loro diritti umani.

Migliorare salute e sopravvivenza materna e neonatale e ridurre la mortalità

I dati sono devastanti. Da un recente rapporto delle Nazioni Unite “Migliorare la salute e la sopravvivenza materna e neonatale e ridurre la mortalità”, emerge che oltre 4,5 milioni di donne e bambini muoiono ogni anno durante la gravidanza, il parto o le prime settimane dopo la nascita. Si verifica una morte ogni 7 secondi.

Nel 2020 sono morte durante e dopo la gravidanza e il parto un numero inaccettabilmente alto di donne: 287 mila. Per emorragia, infezioni, ipertensione, aborto non sicuro, travaglio ostruito. Anemia, malaria e malattie cardiache sono cause secondarie di lesioni e morte materne.

I decessi delle mamme sarebbero prevenibili nella maggioranza dei casi se ci fosse accanto alla donna un professionista sanitario qualificato che possa agire tempestivamente in un ambiente di cura favorevole ed adeguato.

I nati morti, i bambini che muoiono dopo 28 settimane di gravidanza, sono 1.9 milioni. I bambini morti nel primo mese di vita sono 2,3 milioni. Nel 2020 sono nati prematuri circa 13,4 milioni di bambini, di cui quasi un milione è morto per complicazioni pretermine. Nell'ultimo decennio sono nati prima del tempo ben 152 milioni di bambini vulnerabili. La principale causa di morte infantile è la nascita pretermine.

I nati troppo presto sopravvivono in base al luogo in cui nascono. Oltre il 65% delle nascite pretermine a livello globale avviene in Asia meridionale e in Africa Subsahariana, con un maggior rischio di mortalità. Dall'ultima indagine condotta dall'Oms emerge inoltre che solo il 60% delle donne di età compresa tra i 15 e i 49 anni prende le proprie decisioni in materia di salute e diritti sessuali e riproduttivi. Per migliorare la salute materna e neonatale è necessario, pertanto, affrontare le norme di genere dannose, i pregiudizi e le disuguaglianze.

I rischi per le donne e i bambini sono tuttavia ovunque a causa di alcuni determinanti come gli impatti dei conflitti, il peggioramento delle crisi umanitarie, i cambiamenti climatici, i danni ambientali, il Covid-19, l'aumento della povertà.

Secondo l'ultima indagine dell'Oms, dopo la pandemia di Covid-19 neonati, bambini e donne che erano già esposti a minacce per il loro benessere, in particolare quelli che vivono in Paesi fragili e in situazioni di emergenza, stanno affrontando le conseguenze più pesanti della riduzione della spesa e degli sforzi per fornire un'assistenza sanitaria accessibile e di qualità.

Infermiere

Commento (0)