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Salute

Presentato a Roma Atlante delle disuguaglianze di mortalità

di Redazione

La salute passa anche dal livello di istruzione. È stato stimato infatti che le persone con un basso titolo di studio hanno una probabilità di morte superiore del 35% tra gli uomini e del 24% tra le donne. Inoltre, la quota di mortalità attribuibile alle condizioni socio-economiche e di vita associate al basso titolo di studio, è pari al 18% tra gli uomini e al 13% tra le donne. Emerge anche che in Italia ci sono aree in cui la mortalità è più elevata, rispetto alla media nazionale, fino al 26% tra gli uomini e al 30% tra le donne, a parità di distribuzione per età e per titolo di studio.

Persone meno istruite vivono meno, soprattutto gli uomini

La presentazione del documento avvenuta a Roma

Questa la fotografia scattata dall'Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione, realizzato dall'Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà (Inmp) in collaborazione con l'Istat e presentato a Roma presso la sala Benedetto XIII di via San Gallicano.

La presentazione del documento è stata introdotta dalla lectio magistralis di Michael Marmot, uno dei maggiori esperti sulle tematiche dell'equità nella salute e autore di moltissimi testi sull'argomento. Presente all'evento il ministro della Salute, Giulia Grillo, la quale ha sottolineato: Ho potuto rappresentare la stima che nutro per il professor Marmot. Ho avuto modo di studiare sui suoi libri e in particolare "La salute disuguale" e fui folgorata sulla "via della sanità", perché prima di questo testo pensavo che il livello di salute fosse determinato sostanzialmente da una buona sanità pubblica e dalla prevenzione primaria, ma oggi mi rendo conto che non è così.

Oggi non si parla più solo di gradiente tra il Nord e il Sud ma le disparità di salute e sociali sono presenti anche nella stessa città. Sull'equità bisogna lavorare molto.

Nella prima sessione del convegno sono state illustrate le metodologie utilizzate per l'analisi dei dati e descritti i principali risultati in termini di differenze socio-economiche e geografiche, sia tra le regioni sia all'interno delle stesse, per 35 raggruppamenti di cause di morte.

Le persone meno istruite di sesso maschile, come emerge dallo studio, mostrano in tutte le regioni una speranza di vita inferiore di 3 anni rispetto alle più istruite, periodo temporale che si somma allo svantaggio delle regioni del Mezzogiorno dove i residenti perdono un ulteriore anno di speranza di vita, indipendentemente dal livello di istruzione.

Si evidenzia inoltre per alcune cause di morte, come quelle tumorali, il rischio è più elevato nelle regioni settentrionali. In Campania invece si è registrata una speranza di vita alla nascita inferiore di 2 anni rispetto alla maggior parte delle Regioni del centro-nord in entrambi i sessi.

Qual è la via da percorrere allora? La risposta arriva dal ministro Grillo: Bisogna lavorare insieme a politiche dirette a raggiungere e garantire l'equità, mettendo a sistema le competenze di tutti i ministeri e fare leva anche sui territori.

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