Anche gli infermieri dovrebbero poter avere la possibilità di prescrivere farmaci e presidi sanitari
, possibilità che, in molti paesi già esiste. Ad auspicarlo è Mario Melazzini, direttore dell'Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco.
Melazzini: Infermieri co-protagonisti dei medici, è ora di confronto più ampio
Come vogliamo aprire alla prescrizione dei farmaci innovativi ai medici di famiglia, allo stesso modo vogliamo aprire alla prescrizione dei farmaci da parte degli infermieri, con modalità da approfondire. Per autorizzarli servirebbe però una modifica di legge
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Così Mario Melazzini, direttore dell'Aifa, durante il I° Congresso Nazionale dell'Ordine degli Infermieri, terminato mercoledì 7 marzo.
E nel suo editoriale in merito al ruolo dell’infermiere nella presa in carico integrale del paziente – pubblicato sul portale dell’Agenzia – aggiunge: In questo scenario gli infermieri sono fondamentali nel rapporto quotidiano con il malato e costituiscono una figura di riferimento per garantire l'aderenza terapeutica e la sostenibilità del sistema, evitando trattamenti inappropriati e conseguente spreco di risorse pubbliche
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L'infermiere, nella mia visione – prosegue Melazzini - svolge un ruolo da co-protagonista e un cambiamento nell'approccio culturale alla professione potrebbe consentire di allargarne ulteriormente gli orizzonti, così come accade in altri Paesi europei. Ad esempio, nel Regno Unito, l'infermiere ha la possibilità di prescrivere un numero ristretto e ben definito di farmaci, nel contesto di un piano clinico paziente specifico dopo diagnosi medica
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Altra esperienza di rilievo è quella della Spagna, in cui non si parla mai di prescrizione ma di dispensazione di medicinali.
L'ordine di dispensazione – specifica Melazzini - è il termine utilizzato al posto della ricetta medica
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Nel nostro Paese, allo stato attuale la norma di riferimento (d.lgs. 219/2006 - titolo VI), individua tra i soggetti legittimati a prescrivere il farmaco solamente i medici.
Pertanto, qualora si volesse sperimentare un percorso di estensione di questa facoltà - sottolinea il dg di Aifa - in casi ben definiti e sempre in accordo con il medico di riferimento, sarebbe indispensabile un cambiamento della norma
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Al di là dell'aspetto tecnico e giuridico relativo alla prescrizione, quindi, Melazzini crede che i tempi siano maturi per un confronto di più ampio respiro, tra tutti gli attori coinvolti: medici, infermieri, ministero della Salute, Istituto superiore di sanità. L'obiettivo di questo dibattito non deve essere quello di definire i confini e gli ambiti di intervento delle diverse categorie professionali quanto piuttosto individuare soluzioni concrete per migliorare la presa in carico del malato e offrire una risposta sempre più funzionale alla domanda del bisogno di salute – conclude - più tempestiva e adeguata
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alessandra servidei
1 commenti
OTTIMA RIFORMA
#2
se tutto va a buon fine, questa e' un ottima riforma innovativa, ovviamente non si esce dall'universita' diventando un infermiere prescrittore, ma si deve eseguire un master, nel regno unito cosi come in america l'infermiere ha piu potere decisionale e responsabilita', era ora che qualcosa cambiasse anche nel nostro paese.