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A Roma è boom di aggressioni a medici e infermieri, almeno 5 al giorno

di Redazione

Le violenze nei confronti di camici bianchi e operatori sanitari non si placano: almeno cinque ogni giorno se ne registrano nel Lazio e la maggior parte degli episodi avvengono a Roma e Provincia. Gli episodi sono in aumento ma sottostimati perché non tutti denunciano. Il quotidiano “Il Messaggero” tira le somme del fenomeno a livello regionale, esaminando i dati dell'Osservatorio sulla Sicurezza delle professioni sanitarie.

Nel mirino i pronto soccorso dove avviene il 55% delle aggressioni

Episodi di violenza in aumento ma sottostimati perché non tutti denunciano per paura di ritorsioni.

Eclatante è stato il caso di Francesco Le Foche, noto immunologo clinico, pestato brutalmente un anno e mezzo fa, direttamente nel suo studio, a Roma, da un pugile, suo ex paziente che riteneva di non essere stato seguito adeguatamente.

Molto più recente è, in ordine di tempo, la maxi rissa avvenuta a fine giugno scorso, all’accesso del Pronto soccorso dell'ospedale Pertini di Pietralata, il tutto nonostante un presidio delle forze dell’ordine h24.

Sono questi due episodi emblematici dei ‘punti deboli’ della sanità nella Capitale alla mercé di aggressioni e violenze.

Il quotidiano “Il Messaggero” ha approfondito il fenomeno relativamente a Roma ‘e dintorni’, area dove le violenze al personale medico e sanitario sono stimate in almeno 5 al giorno.

Numeri tratti dall'ultimo report dell'Osservatorio sulla Sicurezza delle professioni sanitarie istituito dal ministero della Salute, nel quale confluiscono i dati certificati dalla amministrazioni regionali.

Nel 2024 in calo le segnalazioni negli ospedali, crescono quelle di studi medici e ambulatori di base

Infatti nel 2024 sono diminuite le segnalazioni dagli ospedali, pur rappresentando più della metà degli episodi, ovvero il 54,7% (nel 2023 erano il 69%) e i bersagli più frequenti restano i pronto soccorso, dove avviene il 41,5% delle aggressioni denunciate totali.

Ma numerose sono le segnalazioni rispetto ai Servizi psichiatrici, ben 263, così come negli studi medici, dove ce ne sono state 93, e ai servizi ambulatoriali territoriali, quasi 200 (più precisamente 196).

Insomma, conti alla mano, non passa giorno che infermieri, medici e psicologi in prima linea rispetto a utenti e malati, in studi medici singoli o associati, non siano presi di mira, aggrediti o minacciati di morte.

A monte l’insoddisfazione dei pazienti più disparati: Se la prendono con noi- lamenta Bartoletti- ci addebitano qualsiasi disservizio o inefficienza del sistema, siamo il refugium peccatorum, oppure molti vengono da noi e pretendono farmaci o prescrizioni che non possono avere.

“Bodycam agli infermieri negli ospedali”

Si va dagli insulti alle minacce, pure di morte, dai danni agli arredi alle vere e proprie botte. Come quanto è accaduto all'ospedale Pertini di Pietralata a fine giugno scorso.

A medici e infermieri vanno garantiti protocolli e misure di sicurezza concertati tra aziende sanitarie e forze dell'ordine- afferma Stefano Barone Segretario Provinciale NurSind Roma - Ovunque vanno implementati gli interventi di sicurezza, negli ospedali anche con le bodycam per gli operatori.

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