Crollo questa mattina all'interno del presidio ospedaliero Cto di Iglesias, nel Sud della Sardegna. Il soffitto di una stanza dell'ospedale, dove il personale infermieristico e medico si prepara per gli interventi, si è schiantato sul pavimento, fortunatamente in un momento in cui l'ambiente era vuoto.

L’Udc chiede le dimissioni dei vertici dell’azienda

Una struttura lasciata nel totale abbandono senza nessun monitoraggio o controllo - attacca Mauro Pili, ex deputato di Unidos - considerato che all'interno della struttura erano da due giorni evidenti i segni di gravi infiltrazioni sui muri e sui solai. Si sta facendo crollare a pezzi un ospedale, abbandonato a se stesso dalla negligenza e l'incuria di un governo regionale che sta portando al disastro la sanità sarda e del Sulcis.

Per Pili, è semplicemente inaccettabile che una struttura sanitaria possa crollare a pezzi come sta accadendo anche per il Cto di Iglesias, senza che niente venga fatto per metterla in sicurezza. I pericoli all'interno della struttura sono evidenti e nessuno fa niente per eliminarli - conclude -. Un danno erariale gravissimo di cui i responsabili devono essere chiamati a risponderne.

La sicurezza strutturale dell'edilizia ospedaliera è uno dei temi che non può più essere trascurato. La sanità del Sulcis Iglesiente è ormai da terzo mondo, una polveriera che sta esplodendo, con reparti inaugurati ma ancora inutilizzati e un'incuria senza precedenti. Così il capogruppo regionale dell'Udc Gianluigi Rubiu, commenta il crollo del solaio nella sala pre-operatoria. Il consigliere ha annunciato un'interrogazione per fare chiarezza sulla vicenda. È l'ennesimo cedimento nei presidi del Sulcis Iglesiente con i medici e gli infermieri umiliati e mortificati nel loro lavoro quotidiano - attacca Rubiu, pubblicando le foto dei danni -. Appena la scorsa settimana c’è stato il crollo della soffitta nel laboratorio analisi del Santa Barbara. Questi fatti, conclude, dovrebbero portare alle dimissioni dei vertici dell'azienda socio sanitaria del Sulcis. Si bruciano risorse che dovrebbero essere impiegate per il miglioramento continuo dei servizi ai pazienti.