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Stop declino sanità: sciopero Fp Cgil Bologna il 23 maggio

di Redazione

La Fp-Cgil di Bologna ha proclamato uno sciopero per tutta la giornata del 23 maggio o per il turno di lavoro, con l’obiettivo di frenare il declino di sanità e welfare. L’iniziativa coinvolge il comparto pubblico e privato in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati dei comparti sanità, funzioni centrali, funzioni locali, igiene ambientale, terzo settore (servizi socioassistenziali educativi privati) dell'area bolognese.

Anche pulizia strade non va. Corteo e manifestazione al Nettuno

sindacalisti fp-cgil

Fp-Cgil di Bologna ha proclamato sciopero per tutta la giornata del 23 maggio.

Medici, infermieri e operatori sociosanitari sotto stress, perché sono pochi e riposano di meno, mentre le liste di attesa non si accorciano. Ma anche educatori in affanno, e a loro volta pagati poco, così come servizi di pulizia delle strade troppo spezzettati, col risultato di offrire standard diversi a seconda di quanto ci si allontana dal centro.

Per non dire degli ispettori di sicurezza sul lavoro che mancano, per una media di visite che un'azienda può ricevere nel nostro territorio pari a una ogni 16 anni. Prova a fermare il declino la Fp-Cgil di Bologna, che, dopo il via libera della propria assemblea, promuove uno sciopero generale metropolitano per giovedì 23 maggio che, ad esempio, riguarda l'attività di nove ospedali e 55 Comuni.

Viene proclamato per tutta la giornata o per il turno di lavoro, con ritrovo alle 10 in piazza XX Settembre. Da lì partirà un corteo lungo via Indipendenza, con arrivo e conclusioni alle 12.30 in piazza del Nettuno. È interessato quindi il comparto pubblico e privato in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati dei comparti sanità, funzioni centrali, funzioni locali, igiene ambientale, terzo settore (servizi socioassistenziali educativi privati) dell'area bolognese.

Spaziando insieme ai colleghi della categoria tra sanità, welfare e igiene ambientale, evidenzia il segretario Fp Marco Pasquini: Non è uno sciopero a danno dei cittadini ma per i cittadini, visto che i servizi pubblici riguardano tutti. Contiamo - calcola Pasquini - 2.000 unità in meno di dipendenti delle funzioni locali negli ultimi 10 anni e lo stesso numero interessa le funzioni centrali. Significa meno educatori, meno infermieri e meno operatori sociosanitari, meno assistenti sociali. E anche meno ispettori sul lavoro.

I 2.000 assunti extra nelle aziende sanitarie locali durante la pandemia, infatti, sono già stati 'vanificati' dalle nuove disposizioni regionali per rientrare nei costi. Più in generale, pensando anche al raggruppamento con capofila Hera cui è affidamento lo spazzamento delle strade, il segretario Fp-Cgil rimarca che ci vediamo sottrarre mese dopo mese pezzi di servizio, senza discussione e senza che i cittadini possano comprendere bene quello che succede. Ci sono ragioni nazionali, come i vincoli sulle assunzioni e i mancati trasferimenti ai Comuni, ma - richiama Pasquini in definitiva - abbiamo bisogno che il tema sia affrontato anche a livello locale perché i servizi pubblici sono di tutti.

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