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Bandi di concorso per Infermieri: quanto conta la parola "esclusivamente"?

di Domenica Servidio

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PESARO. Sei orfano o coniuge di soggetti deceduti per cause di lavoro, di guerra o di servizio? Sei coniuge o figlio di persone riconosciute invalide per causa di guerra, di servizio e di lavoro oppure figlio di profughi italiani rimpatriati il cui status è riconosciuto ai sensi della Legge 763/81? Bene collega!!Se ai seguenti requisiti aggiungi che sei “anche” infermiere, puoi accedere al concorso indetto dall'A.O. di Cosenza per l'assegnazione di 5 posti come collaboratore professionale sanitario infermiere, riservato alle categorie protette, secondo quanto espresso dall’art. 18 della Legge n. 68/’99.

Non è la prima volta che in Italia vengano banditi concorsi del genere. Recenti sono anche i concorsi per infermieri riservati a categorie protette, indetti ad Asolo e nella provincia di Padova. Pur nel rispetto dei colleghi disabili che le aziende tutelano e per i quali è giusto che vengano intrapresi percorsi preferenziali, cosa spinge molte aziende a stilare bandi così restrittivi? Essere disoccupato e convivere ogni giorno con la crisi che incombe nel nostro Paese non è motivo di restrizione?

 

E’ sicuramente importante puntualizzare che vi sono stati in passato casi in cui infermieri hanno superato brillantemente le prove d’esame, ritrovandosi comunque esclusi dai concorsi, in quanto affetti da importanti patologie che avrebbero potuto condizionare lo svolgimento di uno specifico impiego. Questo non vuole essere uno sfogo personale, né un modo per sminuire la condizione psico-fisica di alcuni colleghi, la cui precarietà lavorativa è ulteriormente compromessa da problematiche personali sicuramente importanti. Sarebbe interessante però considerare questo, un momento di riflessione su quello che che sta succedendo e se come categoria ci sentiamo abbastanza tutelati dalle leggi vigenti.

 

Sempre maggiore è il numero di infermieri che lavorano con contratti a termine, altissimo il numero di infermieri che un'occupazione lavorativa dal conseguimento della laurea non l'ha ancora mai trovata.

 

Perché in Italia sono così tanti gli aspetti che potrebbero determinare l’esclusività ad un concorso? Le peculiarità specifiche che spesso vengono richieste nei bandi di concorso lasciano un amaro sconcertante in chi spera ancora di vincere un posto di lavoro a tempo indeterminato. Un bando di concorso che ha fatto molto discutere in queste ultime settimane è stato quello indetto dalla Polizia di Stato per il conferimento di 56 posti di vice revisore tecnico infermiere, dove la laurea in Infermieristica sembra essere solo un valore aggiunto!!!

 

Se hai 31 anni sei vecchio per svolgere questo lavoro. Il bando prevede candidati che non superino i 30 anni, naturalmente non devi essere di bassa statura perché potresti non riuscire a posizionare una flebo o accendere un monitor posizionato troppo in alto! Per non parlare della buona capacità visiva, usare le lenti potrebbe non essere sufficiente! Poi se hai un tatuaggio, non sei eticamente idoneo, per cui sappi che verrai escluso a priori!! Ma può l'età, l'altezza, la fortuna di non essere orfano/vedovo-a, un tatuaggio essere davvero motivo di esclusione da un concorso?

 

Tutte queste particolarità espresse nei bandi di alcuni concorsi sembra abbiano assunto più importanza del fatto stesso che chi ha voglia di partecipare è in possesso di una qualifica professionale importante: è innanzitutto infermiere! Per cui,  al di là dei problemi di miopia, di nazionalità, di presenza/ assenza di coniugi o genitori, chi decide di partecipare ad un concorso, sicuramente è spinto da una forte motivazione e sembra strano che le sorti di una graduatoria vengano vincolate da aspetti che non valorizzino in primis le competenze e conoscenze teorico/pratiche dei candidati!

 

Ad aggravare ulteriormente questo quadro sono le ultimissime notizie, riguardo la Pubblica Amministrazione. A quanto pare fino al 2015 saranno previsti concorsi solo per precari e sarà purtroppo possibile bandire concorsi "esclusivamente" a precari con tre anni di servizio nell'ultimo quinquennio.

 

Il nostro augurio è credere e sperare in una rapida evoluzione degli eventi che permetta concretamente di dare maggiore stabilità a chi in questa professione ci crede , a chi questa professione l'ha scelta per passione, a chi la ama e continua a crederci incondizionatamente nonostante tutto.

 

"La peculiare funzione dell'infermiere è quella di assistere l'individuo malato o sano nell'esecuzione di quelle attività che contribuiscono alla salute o al suo ristabilimento (o ad una morte serena), attività che eseguirebbe senza bisogno di aiuto se avesse la forza, la volontà o la conoscenza necessarie, in modo tale da aiutarlo a raggiungere l'indipendenza il più rapidamente possibile". Virginia Henderson

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