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Editoriale

I soldi per la sanità

di Giordano Cotichelli

Miliardi a parte anche quest’estate passerà e per molte famiglie senza più il sostegno passato del reddito di cittadinanza si preannuncia l’inferno di un lungo inverno. Il resto sono chiacchiere. Alla fine, resta l’amaro della consapevolezza che le questioni di salute di questo paese possano ormai dipendere da un miliardo in più o in meno stanziato dai signori del palazzo, sottolineando ogni giorno di più, come la vita e la dignità umana, la sicurezza e la felicità non possono albergare in una società governata da un’oligarchia impudentemente (e impunemente) ricca e arrogante ed una massa di schiavi senza futuro alcuno.

Quei 12 miliardi mendicati dalle Regioni al Ministro della Salute

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Miliardi a parte anche quest’estate passerà e per molte famiglie senza più il sostegno passato del reddito di cittadinanza si preannuncia l’inferno di un lungo inverno.

Nei giorni scorsi le Regioni hanno chiesto al governo centrale di aumentare la dotazione del Fondo Sanitario Nazionale fino ad un tetto di 4 miliardi annui, per un totale di 12 per il prossimo triennio. Il tetto per il 2023 è stato di 2 miliardi. Insufficiente. Decisamente insufficiente.

Il Ministro della Sanità ha assicurato che sono in arrivo nuove risorse le quali in primo luogo saranno stanziate per gli operatori.

Nel mentre aumentano le iniziative a difesa del Servizio sanitario nazionale, in particolare ad opera dei sindacati.

Un quadro che, in generale, lascia indifferente la maggioranza della popolazione, distratta dall’aria – putrida e rarefatta – delle vacanze estive, anche quelle mordi e fuggi di qualche giorno sulla costa a qualche decina di chilometri di distanza, mentre la situazione dell’organizzazione della sanità pubblica (ma anche quella privata non se la passa bene affatto) continua a restare molto fragile, che è facile prevedere un aumento degli episodi di aggressione nelle strutture sanitarie, legate, com’è noto, alla carenza di personale, sia nella presa in carico ospedaliera – leggi Pronto soccorso -, sia nelle risposte da dare sul territorio.

Alla fine, quella in corso sarà un’altra brutta estate in cui reparti verranno accorpati, i posti letto ridotti, le prestazioni centellinate. Come sempre, e sempre peggio. Fra il personale sanitario chi riesce a fuggire in ferie vorrebbe non tornare più, chi ancora le deve fare, tira il fiato e resiste (male), e chi le ha fatte, sa che sarà lunga fino alle prossime ferie. Un’estate insomma come le altre, un po’ più brutta di quella passata e un po’ meno brutta di quella futura.

Al di là di qualsiasi facile retorica vittimistica, l’indicatore di come stanno andando male le cose sul piano della salute è rappresentato dal grave episodio del rogo avvenuto in una RSA di Milano in cui sono morte sei persone.

Da più parti arrivano informazioni riguardo a gravi problematiche strutturali sia relative ai sistemi di chiamata (campanelli) sia della sicurezza antincendio. Lo stesso Sindaco di Milano ha ritenuto di sottolineare il fatto che, quando verranno accertate le responsabilità, anche quelle del Comune, chi sarà ritenuto colpevole, dovrà pagare.

Una dichiarazione importante, specie in un paese in cui nessuno ha mai colpa di niente. Una dichiarazione che arriva, dopo la perdita della vita di sei persone, forse un po’ in ritardo. Eppure, un tempo eravamo un paese con una delle migliori sanità al mondo. Come si sia arrivati al punto di non ritorno (perché tale è) del disgraziato oggi che stiamo vivendo, non è difficile da capire.

Una sintesi su tutto? Forse i soldi? Certo, chi scrive è malpensante a riguardo, ma in un veterano della corsia e delle ferie estive come il sottoscritto risuonano in testa quei 12 miliardi mendicati dalle Regioni al Ministro. Sono tanti o sono pochi?

Un altro indicatore utile in tal senso può essere il numero di miliardari presenti in questo paese: 64, stando all’elenco redatto da Forbes Billionaires 2023 la scorsa primavera, per un totale di 215,6 miliardi di dollari di patrimonio. Lo scorso anno era di 194,5. Una differenza di 21,1 miliardi di dollari i quali, convertiti in moneta del vecchio continente fanno 19,24 miliardi di euro. Toh! Ecco trovati i dodici miliardi per la sanità pubblica reclamati dalle regioni e, ad essere generosi (con chi? Con i ricchi? Ma per cortesia!) ci scappano anche sette e rotti miliardi per togliersi qualche sfizio.

Con i numeri è sempre facile fare polemica e aggrapparsi all’ufficio dell’italianissima retorica

Altro non resta da fare del resto in questa nazione in cui spuntano un po’ ovunque i banchetti per la raccolta delle firme per un salario orario minimo di almeno 10 euro. Un salario minimo garantito in un paese che, unico in Europa, in questi anni ha visto diminuire gli stipendi anziché crescere.

Se si vuole rimanere poi alle questioni sanitarie e affidarsi alle dichiarazioni del Ministro, basti ricordare che il salario netto (leggi paga base) degli infermieri si aggira al di sotto di 10 euro, per un totale lordo poco meno di 14 euro. Aivoglia il Ministro a promettere, ed i soliti militanti della politica a far banchetti, e quelli che non hanno fatto niente fino ad oggi, a piangere ora sul cadavere della sanità pubblica.

Nella città del rogo dell’RSA ci sono locali dove in una serata, tranquilla, se ne partono in una serata di bagordi, per mano della gioventù dorata (cui tutto è concesso) della capitale meneghina, un paio di stipendi di infermieri, scialacquati in consumazioni e baldorie varie. Poi magari, se si va oltre, quando si è abituati ad andare impunemente oltre, si spera che venga posto rimedio dal genitore opportuno al momento opportuno.

Miliardi a parte anche quest’estate passerà e per molte famiglie senza più il sostegno passato del reddito di cittadinanza si preannuncia l’inferno di un lungo inverno. Il resto sono chiacchiere. Specie quelle che, nello spoils system della terza repubblica, si preoccupano di autori e giornalisti illustri, pagati profumatamente, che fanno le valigie, piangendo, mentre vanno via da una rete televisiva, preparandosi ad accogliere nuovi e profumati contratti.

Gli stessi figuri magari parleranno con gravità e coraggio anche di tutti coloro che non avranno più accesso a cure, istruzione, lavoro, previdenza e che andranno ad aumentare il numero di poveri in Italia. Senza sottolineare che il loro lauto compenso va ben oltre i dieci euro orari.

Alla fine, resta l’amaro della consapevolezza che le questioni di salute di questo paese possano ormai dipendere da un miliardo in più o in meno stanziato dai signori del palazzo, sottolineando ogni giorno di più, come la vita e la dignità umana, la sicurezza e la felicità non possono albergare in una società governata da un’oligarchia impudentemente (e impunemente) ricca e arrogante ed una massa di schiavi senza futuro alcuno.

Ed ecco così che tornano alla mente le storie del passato. Nel pieno della primavera di qualche anno fa, a Parigi, scoppiò una rivolta nella fabbrica Réveillon perché, per fronteggiare la crisi di allora, il padrone della fabbrica, ed alcuni altri signori, proposero di abbassare i già miseri salari. La rivolta fu soffocata nel sangue. Non si conobbe mai il numero reale delle vittime. Alcuni dicono oltre novecento. Poi la situazione degenerò ulteriormente e si arrivò al 14 luglio 1789.

Storie vecchie. Storie francesi, e i Réveillon italiani di oggi possono ancora dormire sogni tranquilli. Il chiacchiericcio di corte sugli scandali e i malaffari di cortigiani e meretrici, vassalli vigliacchi e cavalieri falliti, riesce ancora a distrarre dalla semplicità di un mondo dove si potrebbero trovare più soldi per i sanitari tagliando le spese militari, reperire più soldi per gli ospedali cancellando quelli per appalti e cattedrali nel deserto (e sullo stretto), sostenere la sanità pubblica e non il profitto privato. Storie vecchie, come detto. Almeno per il momento.

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Commenti (1)

spadini

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1 commenti

i soldi della sanità

#1

Condivido in pieno l'articolo del collega ma l'aspetto piu terribile della situazione è che le persone con cui io infermiera parlo della questione sanitaria, non gliene frega niente. Se non abbiamo le persone normali con noi ed insieme a noi non faremo nessun passo avanti e sprofonderemo come operatori e come SSN sempre piu.. penso che dovremmo coinvolgere sempre piu gli utenti che ormai non si rendono neanche più conto dell'abisso in cui siamo..