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Siulm: stabilizzare i sanitari militari dell’emergenza Covid

di Redazione Roma

Il sindacato militare scrive una lettera al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, per chiedere prioritariamente la proroga al 31 dicembre 2022 della ferma per gli ufficiali medici e marescialli infermieri arruolati per l’emergenza pandemica e che, con la scadenza della proroga della ferma, allo stato attuale estesa al prossimo 30 giugno, saranno congedati. Li abbiamo osannati in un momento di crisi per il Paese, oggi si ha una certa propensione a dimenticare.

Sindacato militare Siulm scrive al Ministro della Difesa Guerini

Richiesta la proroga della ferma per ufficiali medici e marescialli infermieri assunti per l'emergenza Covid-19 al 31 dicembre 2022

Una lettera indirizzata al ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, informando il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, per chiedere in via prioritaria la proroga al 31 dicembre 2022 della ferma per gli ufficiali medici e marescialli infermieri arruolati per l’emergenza Covid e che – con il termine della proroga della ferma, ad oggi esteso al prossimo 30 giugno – saranno congedati.

Così il Siulm (Sindacato unitario dei lavoratori militari), il cui direttivo nazionale ha nominato di recente la caporal maggiore capo Alessandra Sacco alla carica di segretario generale della sezione Esercito del sodalizio. Adesso, però, il sindacato militare esprime tutta la sua preoccupazione sull’annoso tema delle stabilizzazioni.

Ricordando che se in precedenza tutti noi li abbiamo osannati in un momento di crisi per la nazione, oggi si ha una certa propensione a dimenticare. Il riferimento è al personale sanitario impegnato in prima linea durante l’emergenza pandemica.

Lo stesso generale Francesco Paolo Figliuolo, ex commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, nella sua visita all’hub vaccinale di Piacenza dello scorso settembre, aveva espresso parole di elogio e ringraziamento nei confronti degli operatori (Avete lavorato insieme: sanitari, esercito e forze dell’ordine, ciascuno per le proprie competenze. Da febbraio 2020 state svolgendo un lavoro incessante).

Ricollegandosi, seppur indirettamente, a quelle dichiarazioni, il Siulm ricorda che durante la prima ondata dell’emergenza Coronavirus, le Forze armate arruolarono tra marzo e dicembre 2020, circa 220 ufficiali medici e 370 sottufficiali infermieri, per fronteggiare le carenze organiche interne e del servizio sanitario nazionale.

Considerando innegabile che tale personale altamente qualificato abbia contribuito, in modo importante, alla gestione dell’emergenza pandemica in Italia – presso i drive-through per i test molecolari, ma anche negli hub per la realizzazione del piano vaccinale nazionale a favore della cittadinanza, negli ospedali militari, nelle Rsa – il sindacato non comprende le ragioni per le quali il predetto personale militare debba essere collocato in congedo al prossimo 30 giugno e non si sia proceduto anche alla loro stabilizzazione attraverso la partecipazione a concorsi a nomina diretta banditi dalle Forze armate con riserva di posti in ampia percentuale dedicati.

Quindi il sindacato militare Siulm rimarca che non è da sottacere l’esistenza anche di concorsi con titoli preferenziali presso gli enti e le aziende del Servizio sanitario nazionale, quali soggetti che sono stati reclutati con procedure concorsuali e che hanno maturato al 30 giugno 2022, alle dipendenze di un ente o azienda del servizio sanitario nazionale, almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, ad oggi preclusi al personale militare se in servizio temporaneo.

Infine, il Siulm precisa che non vanno dimenticate le previsioni normative come il disegno di Legge n. 2597 (“Revisione del modello di Forze armate. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale”) – approvato alla Camera dei deputati il 27 aprile di quest’anno e al momento all’esame al Senato – delegando il Governo a emanare dei Decreti legislativi che disciplinino, tra l’altro, la revisione della struttura organizzativa e di tipo ordinativo del Servizio sanitario militare secondo criteri interforze e di specializzazione e la previsione di un incremento organico non superiore alle 10mila unità anche di personale medico e delle professioni sanitarie.

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