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lettere al direttore

Infermiere vessato

di Redazione

infermieri-stress

Quando si parla di malasanità si pensa subito a discriminazioni o danni subiti da pazienti indifesi, ma quando sono gli operatori ad essere aggrediti se ne parla poco e i mass media non rivolgono loro l’attenzione che meritano. Non è forse malasanità anche questa? Analizziamo i retroscena.

Il professionista sanitario aggredito durante lo svolgimento del proprio dovere non suscita molto clamore perché è luogo comune ritenere che  stia eseguendo un ruolo per cui è pagato.  Ogni giorno l’infermiere  oltre la divisa indossa una sorta di zainetto invisibile in cui troviamo:

dal  decreto legge 739/1994 che definisce il profilo professionale e con il quale l’infermiere assume responsabilità personale sul suo operato:

…… è responsabile dell’assistenza generale   infermieristica,    partecipa all’identificazione dei bisogni di salute della persona e delle collettività e formula i relativi obiettivi, pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico, garantisce la corretta applicazione delle  prescrizioni diagnostico terapeutiche, agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali, contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativi al proprio profilo professionale e alla ricerca…..”

Dal codice deontologico:

      “…… Ha la responsabilità  nell’assistere, nel curare e nel prendersi cura della persona nel rispetto della vita, della salute, della libertà e della dignità dell'individuo… presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei valori etici, religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona…. riconosce la salute come bene fondamentale della persona e interesse della collettività e si impegna a tutelarla con attività di prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione orienta la sua azione al bene dell'assistito di cui attiva le risorse sostenendolo nel raggiungimento della maggiore autonomia possibile, in particolare, quando vi sia disabilità, svantaggio, fragilità, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche… si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. si impegna ad operare con prudenza al fine di non nuocere contribuisce a rendere eque le scelte allocative, anche attraverso l'uso ottimale delle risorse disponibili. progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione professionale in situazioni di emergenza-urgenza, presta soccorso e si attiva per garantire l'assistenza necessaria… in caso di calamità si mette a disposizione dell'autorità competente… promuove stili di vita sani, la diffusione del valore della cultura della salute e della tutela ambientale, anche attraverso l’informazione e l'educazione… rispettando le indicazioni espresse dall'assistito, ne favorisce i rapporti con la comunità e le persone per lui significative, coinvolgendole nel piano di assistenza.  garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo alla realizzazione di una rete di rapporti interprofessionali e di una efficace gestione degli strumenti informativirispetta il segreto professionale non solo per obbligo giuridico, ma per intima convinzione e come espressione concreta  si attiva per prevenire e contrastare il dolore e alleviare la sofferenza…. si adopera affinché l’assistito riceva tutti i trattamenti necessari, sostiene i familiari e le persone di riferimento dell’assistito, in particolare nella evoluzione terminale della malattia e nel momento della perdita e della elaborazione del lutto….  tutela la dignità propria e dei colleghi. nell’interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera… …..”

Questa è solo una piccola parte del codice deontologico al quale si rimanda per eventuali approfondimenti.

Dalla Costituzione emerge inoltre la posizione di garanzia cui sono tenuti tutti gli operatori sanitari nei confronti dei pazienti agli artt. 2 e 32:

“…..La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo,   sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove i svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale….”

Da cui deriva un obbligo di solidarietà sociale.

     “…..La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana

Tutela del diritto alla salute.


Entrambi connessi all’articolo 40 del c.p. che disciplina il:

“…..rapporto di causalità, nessuno può essere punito per un fatto   preveduto dalla legge come reato, se l’evento dannoso o pericoloso, da cui dipende la esistenza del reato, non è conseguenza della sua azione od omissione. Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo…

Tale obbligo deriva in primis dalla Costituzione ma anche da leggi ordinarie come ad esempio la L. 833/1978, art.15 del d.lgs. n. 502 del 1992.

Nello specifico si parla del profilo infermieristico ma ogni figura sanitaria ha il proprio e cerca di agire nel bene e nel rispetto delle norme e del paziente stesso.

Si tratta di una professione di aiuto che la maggior parte svolge con diligenza. Esistono casi di colleghi accusati per motivi vari e validi. Ma l’indignazione nasce dal fatto che suscitano più clamore gli assenteisti anziché coloro i quali vengono aggrediti nell’esercizio delle loro funzioni. Non ci sono associazioni  che li tutelino in questo senso, come ad esempio le fiorenti agenzie che assistono anche a titolo gratuito i pazienti che incorrono in casi di malasanità. Riteniamo fondamentale ribadire che la maggior parte degli operatori sanitari sono onesti ed agiscono nell’interesse dell’assistito.

Spesso infermieri e medici sono vessati con turni interminabili. Si parla molto dei tempi medi di attesa nei vari Pronto Soccorso ma non è certo responsabilità dei sanitari.

Uno stato Civile dovrebbe garantire “Sicurezza, Istruzione, Salute” non è questa la sede adatta per disquisire sui vari settori ma auspichiamo uno Stato dove il cittadino non debba farsi carico della difesa di se stesso e della propria famiglia, ne  uno Stato dove i cittadini devono farsi carico di pagare  ciò che occorre ai loro figli nelle scuole e nemmeno uno Stato dove curarsi diventa difficile per via dei tempi di attesa o di siti irraggiungibili per via dei vari accorpamenti e soppressioni dei presidi ospedalieri.

Tutto il resto è retorica.

Roberta Favale

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