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La FIALS nella realtà dell'ospedale di Sesto San Giovanni

di Rosario Scotto di Vetta

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SESTO SAN GIOVANNI. L’Ospedale “Città di Sesto San Giovanni” di viale Matteotti 83 fa parlare sempre più di se. Una struttura posta in un’area strategica a Nord di Milano e che da poco ha rivissuto i suoi 51 anni di storia nel libro realizzato dal professor Vittorio Sironi. Considerato un ospedale “minore”, ha da sempre fatto fatica per assicurare prestazioni sanitarie degne del nome che porta. Un recente elogio gli è stato riconosciuto da una ricerca su i migliori ospedali italiani.

Infatti è stato classificato come il quinto ospedale italiano con una percentuale di 8,20% sull’appropriatezza del ricorso al taglio cesareo. Inoltre, l’ospedale è impegnato in prima linea in una serie di iniziative sulla tutela della salute e sui corretti stili di vita. Aderisce, infatti, a dei progetti di carattere nazionale ed internazionale sulla salute della popolazione ed in particolare sulla salute delle donne. 



Negl’ultimi giorni è stata la Lega Nord a festeggiare per la soddisfazione dello stanziamento di 1,8 milioni di euro messi a disposizione per il nosocomio di Sesto San Giovanni. Soldi che saranno utilizzati per migliorare l’efficienza della struttura con ristrutturazioni dei locali per renderli adeguati all’utilizzo da parte dei disabili ma non solo. Nonostante l’impegno di alcuni sindacati, i reparti sono sempre meno affollati da personale che lavora. A causa della riduzione delle assunzioni, si rischia di non riuscire ad assicurare degl’efficienti livelli di assistenza. Gl’infermieri sono la categoria che è maggiormente in difficoltà. Lo dimostra una lettera sottoscritta dal Segretario Aziendale Vincenzo De Martino indirizzata al Direttore Generale degl’ Istituti Clinici di Perfezionamento che descrive il disagio che vivono gli infermieri del Blocco Operatorio con continui salti riposo ed un numero elevato di reperibilità mensili.



Lunedi pomeriggio nell'aula magna dell'ospedale di Sesto alla presenza di circa cento persone, tra infermieri e altri operatori, si è tenuto un dibattito sul disagio lavorativo dei dipendenti. Era presente anche Luigi Pagliuca, consigliere comunale di Milano e presidente della commissione controllo società partecipate: “Bisogna far capire ai cittadini qual è il lavoro che svolgete. A causa dei tagli, la disponibilità economica è ridotta e la sanità ne sta risentendo cosi come tutta la Regione Lombardia”. Con ulteriori tagli alla sanità per i cittadini sarà sempre più difficile farsi un’opinione buona del personale che li accoglie logorato da ore di straordinario non retribuito e sostituzioni.


Una piccola soddisfazione economica è stata riconosciuta ai dipendenti dell’ospedale grazie dall’impegno di Vincenzo De Martino per il sindacato FIALS: “Per la prima volta si vedono dei dipendenti che incassano soldi poiché appoggiati da un sindacato e altri dipendenti a cui non vengono riconosciute e retribuite le stesse ore”. Si tratta del pagamento di ore utili per la vestizione e svestizione degl’anni 2008 e 2009 quando la struttura pubblica era gestita dall’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate.

 

La transazione del riconoscimento dei 7 minuti sarà formalizzata davanti alla commissione provinciale del lavoro con l’intervento del dott. Savoia conciliatore FIASL. Come sosteneva Victor Hugo, nei “I miserabili” (1862), bisogna osare: solo così si ottiene il progresso.

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