Istantanee di Noi. Che andiamo in ospedale ogni giorno. Giorno dopo giorno. Notte inclusa. Gigantografie di gente strana che vive qui dentro, più che altrove, ma fuori di qui persone normali con una vita semplice e complicata, come tutti. Questo – e anche di più – è City of Angels , il progetto fotografico che Mauro Pozzer ha dedicato a infermieri, medici, oss, insomma “a chi dedica la propria vita ad aiutare il prossimo” all’ospedale San Bortolo di Vicenza .
City of Angels, le foto di chi si prende cura degli altri al San Bortolo
City of angels, il progetto fotografico dedicato a chi si prende cura
Da qualche tempo c’è un angolo diverso al piano terra del San Bortolo . Entrando dagli ingressi posti ai lati del lungo corridoio sul quale si affacciano gli ambulatori della Chirurgia Maxillo Facciale, si nota come la parete sia rivestita di pannelli dalle sfumature di grigio che danno un tono di colore al bianco asettico .
Avvicinandosi per raggiungere le varie destinazioni che cercano salute, i passi della gente che vanno di corsa si fermano piacevolmente incuriositi scoprendo di percorrere un sentiero fotografico .
Il grigio anonimo si delinea chiaramente in una galleria di volti di uomini e donne . Con un sorriso e una divisa addosso. Il grigiore della pellicola toglie il colore della casacca che contraddistingue le varie figure professionali, ma stranamente i volti sembrano meno grigi, quasi illuminati, in un gioco di luci ed ombre su occhi e labbra ridenti.
Il fotografo professionista Mauro Pozzer ha voluto valorizzare così, con il suo progetto City of Angels , il personale che lavora nel nostro ospedale raccontando il lavoro, le sofferenze e le gioie di chi dedica la propria vita ad aiutare il prossimo.
Talvolta chi entra in contatto con un ospedale non avverte il grande lavoro e sacrificio di queste persone. Ogni giorno è richiesto loro un grande impegno psicofisico per destreggiarsi tra orari di lavoro impegnativi e contesti di lavoro mutevoli . I nostri Angels sono professionisti che si dedicano con passione ed impegno per aiutare le persone bisognose di cure ed assistenza .
Anche i miei passi si son fermati un pomeriggio, ci son passata casualmente davanti rincorrendo il caffè di fine turno. E ho fotografato, non con occhi clinici, ma simpatici ed empatici, i lineamenti più o meno noti dei colleghi stampati su quella parete.
Ho cercato, trovandoli, visi amici, visi già visti da qualche parte, visi incrociati nei corridoi e negli ascensori, visi condivisi nei momenti di assistenza.
Istantanee di Noi. Che andiamo in ospedale ogni giorno. Giorno dopo giorno. Notte inclusa . Gigantografie di gente strana che vive qui dentro, più che altrove, ma fuori di qui persone normali con una vita semplice e complicata, come tutti. Che ci aspetta la sera. E che si lascia a casa di notte. Per poi riprenderla all’alba. Perché anche gli angeli, oltre alle ali per volare, hanno desiderio di un affetto sotto un tetto al quale tornare.
Ogni fotografia si accompagna ad una didascalia che racconta il pensiero di quel volto . Così che quell’istantanea catturata durante l’esercizio della professione diventa persona con un nome.
Infermieri, medici, operatori socio sanitari sono uno accanto all’altro su quei pannelli, come nella realtà lavorativa di ogni giorno, condividendo il tempo di uno scatto e lo spazio di una parete anonima
L’ambiente diventa più bello, si riempie di sorrisi che accompagnano parole . Che dicono ciò per cui non potrebbero vivere senza. E ciò di cui sono fatti i loro sogni. Che commuovono per la loro semplicità ed autenticità.
Scopriamo così che a Paola “piace accudire ed abbracciare i piccoli che le vengono affidati, che se ne prende cura con una dolcezza ed un calore fuori dal comune. Che nel tempo libero ascolta sempre musica e le piace molto leggere. Che sogna di prendersi un anno per viaggiare in giro per il mondo”.
Ritroviamo Michele , “un grande appassionato di montagna che nel tempo libero ama arrampicarsi con gli amici. Sogna di visitare l’Australia e correre la “Marathon des Sables” in Marocco. Per i suoi 50 anni ha già deciso di ricomprarsi la moto”.
Che si legge di Riccardo ? Che “Non sarebbe felice senza il vento cavalcando con il suo windsurf le onde e sentendo sul viso l’acqua fresca del mare”.
Marcello non potrebbe fare a meno dell’emozione di un sorriso. “Ama le passeggiate in montagna e vorrebbe vivere in una baita. La sua bevanda preferita è il vino bianco strutturato da bere con gli amici”.
Greta invece è “una grande appassionata di jazzercise e nel tempo libero non perde occasione per andare in palestra. Ama leggere e il suo libro preferito è il Piccolo Principe. Il suo sogno? Vendere gelati a Bora Bora in compagnia del suo cane!”
Silvia si definisce “una sognatrice, un’inguaribile romantica. La famiglia, l’amore e l’amicizia sono le cose più importanti nella sua vita. Il suo sogno è riuscire a fermare il tempo, per dedicarsi a tutte le persone a cui vuole bene, senza limiti”.
Elisa sogna invece “di visitare l’India e di incontrare il bimbo che sta aspettando di adottare. Ha due gattoni, Mafalda e Merlino, che sicuramente saranno due fantastici compagni di giochi per il piccolo che arriverà.”
La massima aspirazione di Stefano “è vivere felice, magari gestendo un rifugio in montagna. Fa teatro ed è un bravo attore. Non a caso il suo personaggio storico preferito è William Shaskespeare”.
Loredana è “un angelo che passa il suo tempo libero strapazzando la figlia di coccole. La sua eroina preferita è Giovanna D’Arco, la sua scrittrice Jane Austen”.
Giovanna è “una donna di una dolcezza infinita e non potrebbe vivere senza la sua immancabile tazza di caffè”. Sonia, che sogna di andare ad Istanbul, “non potrebbe vivere senza la sua famiglia e neppure senza la pizza”.
Alberto ama lo sport e il sogno da realizzare al più presto è diventare papà. E poi troviamo Chiara che si diletta a fare marmellate, conserve e cibi essiccati. “Vorrebbe visitare l’Africa in camper, ma per il momento il suo relax è composto dal divano e... Jessica Fletcher”.
E mentre scatto qualche foto ai pannelli e ai volti degli infermieri che conosco, mi riconosco
Avrei voluto esserci anch’io sul muro per rendere più bello questo ospedale, che è la nostra seconda casa, con la forza del mio sorriso e del mio sogno. E nubivagando qui dentro, mentre fuori ci si avvolge nel buio e nel freddo di una sera senza nuvole, invento la mia didascalia su una foto non ancora scattata .
“Monica . Ama perdersi e ritrovarsi nei libri che legge e nelle storie vere che racconta. Nel tempo libero dalla professione infermieristica ama il mestiere dello scrivere. Non potrebbe vivere senza la scrittura e una penna in mano. Il suo sogno è amare il suo complice e girare il mondo insieme condividendo pensieri ed emozioni, per sentirsi viva e libera. Il suo motto? Vivo ciò che scrivo, scrivo ciò che vivo.”
Vivere felice, l’emozione di un sorriso, gli abbracci e qualcuno da strapazzare di coccole, una moto e un camper, il vento ed il mare sul viso, il vino bianco e una tazza di caffè, isole lontane e sabbie avventurose, un bimbo che si aspetta e un uomo che si aspetta papà.
Sono solo alcune delle parole più significative e struggenti che dicono tutto il mondo che sta dentro di noi , che attendiamo di realizzare cercando di fermare il tempo che fugge e ci sfugge. E mentre realizziamo i desideri più semplici del nostro quotidiano negli intermezzi liberi dal lavoro che amiamo, accarezziamo intanto i sogni più arditi appisolati con noi sul divano prima e dopo il turno in ospedale .
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