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CAA in terapia intensiva: l’innovazione tecnologica dei sensori IMU

di Silvia Fabbri

In terapia intensiva, ogni gesto, ogni parola mancata, ogni bisogno non espresso può diventare un ostacolo nella strada della cura. Quando il paziente è tracheostomizzato, ventilato meccanicamente o in condizioni cliniche che impediscono la comunicazione verbale, il silenzio non è solo una difficoltà operativa, ma anche un dramma umano. La Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) offre risposte fondamentali, ma per essere efficace in un contesto così complesso deve superare le barriere della debolezza motoria, della coscienza alterata e delle limitazioni ambientali. È in questo scenario che la tecnologia si rivela alleata, aprendo nuove possibilità attraverso soluzioni innovative come i sensori IMU.

Il peso del silenzio in terapia intensiva

infermiera e paziente dico 1000

La comunicazione è un bisogno primario, essenziale quanto l'ossigeno o i farmaci somministrati. Nei pazienti in terapia intensiva l'impossibilità di esprimere dolore, disagio, paure o richieste basilari crea un carico emotivo enorme.

Non potersi raccontare, non riuscire a chiedere aiuto o anche solo a confermare di aver compreso un'informazione clinica, accresce ansia e senso di isolamento per il paziente e frustrazione per l'operatore sanitario.

Questa barriera comunicativa può causare gravi ripercussioni nei pazienti, come:

  • Maggiori livelli di ansia e depressione post-ICU
  • Incremento del rischio di ICU delirium
  • Aumento del carico di lavoro e stress per l'operatore sanitario
  • Aumento del rischio di errori assistenziali
  • Prolungamento della degenza e peggioramento degli esiti clinici

Tradizionali strategie di comunicazione alternativa risultano spesso inefficaci, specialmente in pazienti molto debilitati o con compromissione della motricità oculare. Serve una tecnologia capace di cogliere anche i segnali meno evidenti che il paziente può dare.

Questi segnali possono essere anche dei semplici movimenti che il paziente è in grado di eseguire volontariamente. I movimenti possono essere rilevati e utilizzati per la comunicazione. È qui che entra in gioco la tecnologia dei sensori di movimento IMU.

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