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Operatori Socio Sanitari

Lecce, per 97 Oss precari Covid niente rinnovo

di Redazione Roma

I primi trentasei dei 97 Oss in attesa della proroga del contratto sono rimasti senza lavoro. Ancora altre due tranche, il 31 ottobre e il 31 dicembre, e di fatto saranno tutti a casa. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Fsi Usae, Nursind e Usb, che hanno più volte richiesto una proroga, confermano la manifestazione di protesta il 5 settembre qualora non dovessero arrivare risposte dalla Regione Puglia.

Niente proroga di 150 giorni per 36 Oss precari Covid-19

Per 36 Oss non è arrivato l'atteso rinnovo di contratto, attesto destino similare per i 61 Oss in attesa.

Poche ore fa si è svolta in Prefettura a Lecce una riunione alla presenza delle sigle sindacali. Le organizzazioni, già in passato, sono tornate più volte sulla richiesta della proroga, anche nel corso dei tavoli Sepac (il Comitato regionale per il monitoraggio del sistema economico produttivo e delle aree di crisi) presso la Regione Puglia, in riferimento ai contratti del personale di Sanità Service.

In principio si trattava di rapporti lavorativi di cinque mesi da prorogare per altri 150 giorni. Ciò, perlomeno, era stato stabilito provvisoriamente aspettando di decidere, a stretto giro, come meglio muoversi. Ma alla conclusione dei primi cinque mesi, lo scorso 31 luglio, per 36 Oss precari Covid-19 non è arrivato il tanto atteso rinnovo di contratto.

Adesso ci si attende destini similari anche per i restanti 61 operatori socio sanitari in attesa di rinnovo. Ovvero, tutti quegli Oss che l’Asl aveva reclutato durante la fase più acuta della pandemia, impiegandoli tanto all’interno dei Dea quanto nei Pronto soccorso. Lo stato di agitazione è stato confermato così come la manifestazione, lunedì 5 settembre, qualora non ci dovesse essere alcuna risposta dalla Regione. Da parte loro i sindacati rimangono perplessi, con i segretari di Fp Cgil, Floriano Polimeno e di Cis Fp, Antonio Piccinno che spiegano: Non comprendiamo per quale motivo Sanità Service non proroghi i contratti. Si tratta di concedere una semplice proroga e poter continuare l’attività in essere, per poter garantire un adeguato servizio clinico ai pazienti.

A metà giugno l’assessore alla Sanità, Rocco Palese, aveva comunicato che saranno 6mila in tre anni gli operatori sanitari che in Puglia verranno stabilizzati oppure assunti dalle graduatorie vigenti nelle Asl e nelle aziende ed enti del servizio sanitario regionale. Di fatto, sono state dunque sbloccate le assunzioni dalle graduatorie vigenti e si attende il via libera alle assunzioni a tempo indeterminato di chi è in servizio e ha maturato i requisiti di legge per la stabilizzazione – riprendendo le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, si tratta dei lavoratori che hanno maturato al 30 giugno 2022 almeno 18 mesi di servizio, pur non continuativi, di cui sei durante la fase emergenziale – anche (per l’appunto) se assunti per emergenza Covid.

Risalendo la penisola, ad inizio agosto è arrivata, in Emilia Romagna e Piemonte, la notizia tanto attesa: per i sanitari impegnati in prima linea durante l’emergenza pandemica ci sarà la stabilizzazione. In Emilia-Romagna l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini e il direttore generale Luca Baldino hanno assicurato che la prima settimana di ottobre usciranno i bandi per la stabilizzazione dei precari assunti per l’emergenza Covid. In Piemonte, su proposta dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, la Giunta ha recepito l’accordo su stabilizzazione e proroga contrattuale del personale precario Covid in ruolo sanitario e socio-sanitario.

Giornalista

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