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Tesi di laurea

Accompagnamento a fine vita in Terapia Intensiva Neonatale

di Angelo

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RIMINI. Quando si parla di decesso in Italia, soprattutto se in età neonatale e pediatrica, il ruolo dell'infermiere diventa fondamentale nel processo che conduce l'assistito e la sua famiglia verso l'ultimo viatico terreno. Su tale argomento si è spesa ampiamente la neo-infermiera Pamela Tamagnini, 22 anni, ex-studentessa presso l'Università degli Studi di Bologna, CDL in Infermieristica del Polo di Rimini, con una tesi dal titolo "L'accompagnamento a fine vita in Terapia Intensiva Neonatale: ruolo dell'infermiere". Ha relato l'elaborato la prof.ssa Annamaria Gugnali, docente di Infermieristica Materno Infantile e tutor didattico del suddetto corso di laurea.

Vediamo come ci presenta il suo lavoro la stessa interessata.

di Pamela Tamagnini

Il ruolo degli operatori sanitari delle Terapia Intensive Neonatali a volte richiede il confrontarsi con la morte di un bambino nato pretermine.

La nascita di un bambino prima del termine comporta già un disagio per la famiglia, sottoposta all’arresto prematuro del processo di genitorialità, si determinano sentimenti di paura di perdita del bambino e di sostituzione da parte degli operatori sanitari al ruolo dei genitori, ma quando la nascita è seguita dalla morte, costituisce un evento contraddittorio e contrario all’ordine naturale degli eventi, rompendo il progetto della coppia.

Con questo elaborato si vuole delineare un quadro sul significato dell’accompagnamento al fine vita in ambito dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale, soffermandosi sulle pratiche assistenziali rivolte alla famiglia e al neonato deceduto, in particolare sul vissuto degli operatori sanitari rispetto a tale evento.

Verrà posta attenzione all’assistenza alla famiglia, poiché aver perso un bambino può alterare in modo permanente sia l’equilibrio affettivo che psicologico, soffermandosi quindi sul concetto di lutto e la sua elaborazione; trattando in particolare i metodi di comunicazione per un adeguato approccio al lutto da parte degli operatori sanitari al fine di fornire una assistenza ottimale.

L’accompagnamento alla morte di un neonato pretermine e il vissuto della famiglia possono provocare negli operatori sanitari, anche con molti anni di esperienza professionale, emozioni negative come dolore, senso di impotenza e fallimento professionale.

Il sovraccarico emotivo legato al ripetersi delle situazioni luttuose, se non adeguatamente gestito dal team professionale, mette l’operatore a rischio di sviluppare una situazione di disagio che con il tempo può sfociare nel cosiddetto burn-out. Tale situazione può ripercuotersi sulla qualità dell’assistenza fornita, riducendosi a mero tecnicismo, per questo si vuole affrontare una ricerca inerente all’esperienza emotiva dei professionisti rispetto al lutto di un pretermine e quindi il tema del burn-out .

Si vuole inoltre verificare come una adeguata formazione del team di fronte all’evento morte e un corretto approccio ai protocolli assistenziali possano fornire agli operatori lo strumento per rielaborare il lutto e affiancare la famiglia.

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