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Università: Miur riduce posti, studenti protestano in tutta Italia

di Redazione

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ROMA. diverse città d'Italia migliaia di studenti in mobilitazione contro il numero chiuso e il decreto del Miur che taglia ulteriormente i posti e anticipa illegittimamente i test ad aprile. "Il Miur con questo decreto non fa che peggiorare le condizioni di una generazione stretta tra la disoccupazione giovanile alle stelle e i costi altissimi che ha lo studio in Italia - dichiara Federico del Giudice, portavoce della Rete della conoscenza - 'Miurati Fuori' è lo slogan con cui gli studenti in mobilitazione hanno segnalato sedi Miur e provveditorati a Roma, Pisa, Milano questa mattina. Il Miur deve ritirare immediatamente il decreto e posticipare i test, nel Paese bisogna prendere atto che è in corso la più grande espulsione di massa dall'università di sempre".

 

"Il cambiamento promesso da questo governo si riduce ad un hashtag su twitter, nessun vero cambio di verso è in atto - continua Alberto Campailla di Link Coordinamento universitario - Continueremo tutta la giornata a mobilitarci, con assemblee e presidi: se il Miur crede di poter trasformare il diritto allo studio in un sistema elitario, basato sui prestiti d'onore e sulle borse di merito, sbaglia di grosso".

 

"A Genova l'assessore regionale Rossetti ha raccolto le rivendicazioni degli studenti partiti in corteo: il decreto n 85 è illegittimo nel metodo e nei contenuti", afferma Roberto Campanelli, coordinatore dell'Unione degli studenti che aggiunge. "I territori infatti non sono stati consultati e il taglio dei posti a medicina non tiene in nessun conto dell'enorme bisogno di medici che c'è nel nostro Paese.

 

Si trasformano i diritti di tutti in privilegi e si ignorano le conseguenze devastanti dal punto di vista sociale che hanno i continui attacchi all'istruzione pubblica e aperta garantita dalla Costituzione.

 

I soldi per costruire nuove strutture universitarie, per attivare i corsi e le specializzazioni di medicina ci sono: si sceglie di sprecarli per le scuole private e in un sistema d'istruzione sempre più chiuso".

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