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COVID-19

Ci sono ancora tanti infermieri che sudano negli scafandri

di Giordano Cotichelli

In molti sottolineano che c’è un calo dell’attenzione nel prendere le precauzioni necessarie, unito ad un diffuso senso di insofferenza. Nel primo caso c’è il rischio di tornare a riempire ospedali, come teme l’epidemiologo pugliese Luigi Lopalco, nel secondo caso c’è tutto un bacino di voti da accattivarsi a suon di proclami, bufale, affermazioni che si smentiscono il giorno dopo, ad uso dei soliti chiacchieroni e di qualche loro vip, tecnocrate o meno.

Voi senza mascherina, io qui con lo scafandro

Qualche giorno fa un’infermiera dell’ospedale San Luca di Lucca ha polemizzato su FB con coloro che continuano ad assumere comportamenti sbagliati in relazione alla pandemia in corso: Voi senza mascherina, io qui con lo scafandro. I commenti sui social si sono nettamente divisi, come di consueto, fra chi solidarizzava con la collega toscana e chi le dava contro.

I social sono fatti così: sono tutto, fuorché sociali. Sembra che l’infermiera rischi un richiamo disciplinare. Qualche giorno fa, mentre stavo facendo qualche considerazione sui contagi in fase di risalita, sono stato apostrofato con un: Ancora con ’sta storia del distanziamento sociale. Esclamazione pronunciata non da uno dei tanti bagnanti intervistati dal Milanese imbruttito, ma detta in realtà da una collega infermiera. C’è qualcosa che non va.

In molti sottolineano che c’è un calo dell’attenzione nel prendere le precauzioni necessarie, unito ad un diffuso senso di insofferenza. Nel primo caso c’è il rischio di tornare a riempire ospedali, come teme l’epidemiologo pugliese Luigi Lopalco, nel secondo caso c’è tutto un bacino di voti da accattivarsi a suon di proclami, bufale, affermazioni che si smentiscono il giorno dopo, ad uso dei soliti chiacchieroni e di qualche loro vip, tecnocrate o meno.

Il Ministro della Salute Speranza ha rimbrottato la sua collega Paola De Micheli, del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, sulla deroga al distanziamento sociale sui treni. È stata fatta marcia indietro e molti treni sono stati cancellati. E molti viaggiatori sono rimasti a piedi. Saranno altri voti possibili per i soliti chiacchieroni? Più facilmente sarà qualche contagio in meno per un paese che non merita di “buttare al cesso” – come ha detto l’infermiera di Lucca - mesi e mesi di sofferenze e duro lavoro.

Se si vuole proprio prendere parte a qualche fazione, come va di moda oggi, allora io sto con l’infermiera di Lucca (e se avrà un richiamo, se ne riparla) e non ho voglia neanche di polemizzare con l’infermiera che è stanca del distanziamento sociale. Mi auguro solo di non essere mai un suo assistito

Durante un’intervista sui canali social a cura di TPI Television, Andrea Crisanti, l’epidemiologo che ha evitato al Veneto, e ai veneti in particolare, un disastro annunciato, in merito alla questione della chiusura della Val Seriana, ha affermato: Se io sono un industriale, faccio pressione perché non si chiuda, perché seguo un mio interesse legittimo, ma la responsabilità è dell’amministratore, del politico che non ha chiuso, quindi è sbagliato prendersela con chi ha fatto la pressione, invece è importante identificare chi ha preso la decisione.

Credo che le sue parole diano il senso della contemporaneità che stiamo vivendo, delle responsabilità, del contesto e degli interessi. Io personalmente non assolvo neanche chi ha anteposto agli interessi collettivi quelli del suo profitto privato, e continua poi a farlo polarizzando una società fra negazionisti e precauzionisti.

Se si vuole proprio prendere parte a qualche fazione, come va di moda oggi, allora io sto con l’infermiera di Lucca (e se avrà un richiamo, se ne riparla) e non ho voglia neanche di polemizzare con l’infermiera che è stanca del distanziamento sociale. Mi auguro solo di non essere mai un suo assistito. Nella realtà il contagio sembra accelerare, specie nei paesi in cui si è anteposto il profitto privato (di pochi) al bene collettivo.

Intanto a Berlino una imponente manifestazione, alcuni giorni fa, contro le restrizioni anti-Covid, davanti alla Porta di Brandeburgo, mostrava migliaia di persone senza mascherina, ammassate e con cartelli con cui si inneggiava alla libertà (di ammalarsi?) e alla resistenza (quale?) denunciando la presenza che la più grande teoria della cospirazione è la pandemia da coronavirus. Berlino è da sempre una grande città. Un pezzo magnifico di cuore dell’Europa, messa periodicamente in pericolo da chi ama riempire il suo vuoto di argomenti e di vita con le tragedie cospirative.

Berlino, come Roma o Madrid non vedranno l’ascesa politica degli sciacalli in cerca di voti. Non buttiamo a mare decenni di crescita sociale e diritti, conquistati duramente, per chi alle conoscenze scientifiche e al bene collettivo antepone l’ignoranza fatta sistema. E, tanto per ricordare ai più, ci sono ancora tanti colleghi che sudano in scafandri di plastica per garantire un servizio funzionale ai tanti che, ancora, stanno male, per colpa di due piccoli microbi: il coronavirus e la stupidità.

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