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COVID-19

Brindisi, ferie forzate per infermieri e medici no-vax

di Redazione Roma

Su richiesta dell’ospedale Perrino, l’Azienda sanitaria dispone l’allontanamento degli operatori sanitari non vaccinati, in pericolo la tenuta dei reparti. Per la prima volta viene dato seguito al provvedimento della Regione Puglia. Fp Cgil: Siamo favorevoli ai vaccini ma contestiamo la modalità del provvedimento.

Ferie forzate per 21 operatori sanitari del Perrino non vaccinati

È stato richiesto – ed è la prima volta viene dato seguito al provvedimento della Regione Puglia – l’allontanamento di medici, infermieri e Oss che non si sono vaccinati per contrastare il Covid-19. Al centro della vicenda c’è l’Azienda sanitaria di Brindisi che, a seguito dell’istanza pervenuta del medico competente dell’ospedale Perrino (che si occupa delle condizioni di salute del personale), ha richiesto alla Direzione sanitaria di allontanare dai reparti, soprattutto tra quelli più delicati, i non vaccinati.

Occorre rammentare che il 23 febbraio scorso il Consiglio regionale della Puglia ha approvato con 28 voti una legge – presentata dal presidente della I Commissione, Fabiano Amati – che estende l’obbligo di vaccinazione anti-Covid a quanto previsto dalla legge regionale 27/2018, circoscrivendo l’accesso ad alcuni reparti agli operatori sanitari non vaccinati per differenti malattie.

Numeri alla mano, sarebbero 21 i sanitari non vaccinati contro il Coronavirus in servizio all’ospedale Perrino di Brindisi, tra i quali 2 medici (l’uno di Geriatria e l’altro di Medicina interna), ragione per cui l’Azienda sanitaria ha emanato un provvedimento di ferie forzate adottato per un duplice motivo: difendere la salute dei lavoratori sul posto di lavoro e, al contempo, assicurare la sicurezza delle cure ai pazienti.

Una disposizione che potrebbe ripercuotersi sull’intero sistema, considerando che la stessa questione si porrebbe per il Pronto soccorso, dove almeno in 5 – tra infermieri e medici – non si sarebbero vaccinati. Una fase, appunto, in costante sviluppo considerando che internamente si stanno valutando sia la reale situazione dei professionisti non vaccinati sia le ragioni (anche) legate alla salute.

Sulla vicenda interviene la Funzione pubblica della Cgil Brindisi, non contestando la decisione dell’Azienda sanitaria ma soltanto le modalità attraverso cui sono stati trattati i lavoratori (di conseguenza, la gestione dell’intera problematica). Il segretario Pancrazio Tedesco ricorda che la legge n. 24 dell’8 marzo 2017 (“legge Gelli-Bianco” sull’onere professionale sanitario) ha differenziato la responsabilità della struttura sanitaria da quella degli operatori, prevedendo una responsabilità a titolo contrattuale per le strutture sanitarie e una responsabilità di tipo extracontrattuale per gli operatori.

Dunque, a nulla può valere la disposizione punitiva di porre in ferie forzate il dipendente anche perché cade in totale contrasto con il lavoro effettuato da tutti i dipendenti dell’Asl dal febbraio 2020. La struttura di categoria della Cgil Brindisi, dunque, chiede l’immediata revoca degli ordini di servizio con il relativo reintegro del personale dei reparti di appartenenza, dicendosi sempre a favore del vaccino (è l’unico mezzo idoneo per raggiungere l’immunità di gregge) nonché rendendosi disponibile a una proficua collaborazione propedeutica all’ampliamento del piano vaccinale e pronta a collaborare con tutti gli altri attori istituzionali.

Giornalista

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