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COVID-19

Tra efficacia del vaccino ed etica della sperimentazione

di Giacomo Sebastiano Canova

È notizia di queste ore la pubblicazione sul New England Jornal of Medicine di un articolo che dimostra l’elevata efficacia del vaccino contro il Covid-19 prodotto dall’azienda Pfizer/BioNTech. La stessa si attesta a circa 95% in termini di efficacia, con ampi margini di sicurezza in riferimento alla presentazione di reazioni avverse. Ora, però, si apre un dibattito etico sulla necessità o meno di proseguire con la sperimentazione.

Covid-19, il dilemma etico intorno alla sicurezza del vaccino

Per giungere a questi confortanti dati, così come avviene per tutti i farmaci prima della loro immissione in commercio, i ricercatori hanno somministrato ad un campione della popolazione una fiala contenente il vaccino oppure una contenente una sostanza inerte (placebo).

Al fine di analizzare i dati derivanti dalla somministrazione senza preconcetti, sia chi somministra sia i pazienti stessi erano ignari se fosse stato somministrato il vaccino oppure il placebo. Tutti i dati sullo stato di salute dei partecipanti allo studio venivano messi all’interno di un database e analizzati da terze persone, in modo tale che non vi fosse il coinvolgimento con coloro che avessero preso parte attivamente allo studio.

I dati che sono emersi è che il vaccino in questione sia sicuro ed efficace. Tuttavia, mentre sull’efficacia i risultati possono già essere considerati come definitivi, al fine di valutare completamente la sicurezza andrebbe condotta un’osservazione della durata di due anni. Per far ciò, occorrerebbe dunque che la sperimentazione vaccino Vs placebo continuasse per questo lasso di tempo, in modo tale da poter verificare che gli eventi avversi che si presentano nel gruppo dei vaccinati possiedano la stessa frequenza nel gruppo di controllo, ovvero in quelli cui è stato somministrato il placebo.

Nel caso in cui, ad esempio, vi sia l’evidenza di un evento avverso con una frequenza maggiore nel gruppo dei vaccinati è necessario approfondire la questione e stabilire se la cosa sia attribuibile realmente al vaccino oppure ad altri fattori esterni ed indipendenti dallo stesso.

Il problema però che si pone in questo momento è di natura etica ed è dovuto al fatto che è stato dimostrato come il vaccino contro il Covid-19 offra una protezione altissima. Questo comporta che, se gli studi di sicurezza proseguissero, significherebbe esporre un numero considerevole di persone per due anni a una pericolosa infezione che potrebbe essere prevenuta se venisse loro somministrata la vaccinazione invece del placebo.

D’altro canto, se somministrassimo a tutti la vaccinazione e si interrompesse la ricerca nel merito, sarebbe impossibile proseguire con gli studi volti a stabilire la sicurezza del vaccino.

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