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Uil Fpl: indennità negata a 22 professionisti del Delogu

di Redazione Roma

Al personale sanitario che lavora nel reparto Covid non verrebbe corrisposta l’indennità prevista. A sollevare la questione è Michele Zucca, segretario provinciale della Uil Fpl, che chiede un confronto con la direzione sanitaria Assl di Oristano. Definire questa come una situazione inammissibile è poco.

Indennità infermieristica, Uil Fpl: è un diritto contrattuale

Ci troviamo di fronte a una differenza di trattamento salariale che non è accettabile, a maggior ragione se si valuta che chi opera all’interno dei reparti Covid lo fa con senso di responsabilità e collaborazione. Risulta paradossale che percepisca stipendi più bassi. Non usa giri di parole Michele Zucca, segretario provinciale della Uil Fpl. Come ripreso dalla “Nuova Sardegna”, il sindacalista denuncia che al personale sanitario dell’ospedale “G. P. Delogu” di Ghilarza (Oristano), punto di riferimento per pazienti Covid-19 della regione, non viene corrisposta l’indennità prevista per chi opera nei reparti di malattie infettive.

Di conseguenza, Zucca rende noto l’invio di una richiesta di confronto con la direzione generale della Assl di Oristano, ritenendo inammissibile la situazione che sarebbe in atto. Rincarando la dose, evidenzia: È una disparità nei confronti dei lavoratori dell’ospedale di Ghilarza, poiché ci risulta che l’indennità venga regolarmente retribuita al personale che lavora all’interno degli altri reparti Covid dell’Ares-Ats di Cagliari, Olbia e Nuoro.

Numeri alla mano, sarebbero 22 i professionisti sanitari che non si vedrebbero riconosciuta l’indennità – spetterebbe loro un compenso aumentato di 5 euro lordi al giorno, considerando che svolgono le proprie mansioni all’interno di un reparto a rischio contagio – come invece previsto, sottolinea la Uil – dall’art. 44 del contratto di lavoro (“Indennità per particolari condizioni di lavoro”).

L’indennità è stata istituita nel 1995 e questo aspetto stupisce ancora di più, incalza Zucca, che tiene a precisare: Calcolati nell’arco di un mese lavorativo non sono pochi soldi. Ma non si tratterebbe di un problema di cifre. Il punto fermo, piuttosto, è che sono soldi che gli spettano, e non stanno chiedendo nulla di più rispetto al riconoscimento di un loro diritto contrattuale. Una situazione che sta creando malcontento. Oltremodo alcuni di questi professionisti, anche mediante altre sigle sindacali, hanno già manifestato il problema, non ottenendo però alcuna risposta in merito, conclude Zucca.

Occorre ricordare che l’ospedale Delogu di Ghilarza risulta ufficialmente operativo sul fronte dell’emergenza pandemica dalla prima metà dello scorso novembre, nel momento in cui vennero ricoverati i primi quindici pazienti Covid-19 provenienti da altri ospedali della Sardegna. L’obiettivo è ben chiaro: arginare una situazione sempre più complessa, acuita da una dotazione di personale insufficiente e con infermieri e medici stremati.

Attualmente, all’interno del reparto di medicina – che si trova al secondo piano del Delogu – vengono inviati quei pazienti Covid che necessitano di cure a bassa intensità (per pazienti post acuti), così da decongestionare gli altri ospedali della Sardegna nel corso di una sfiancante emergenza pandemica.

Giornalista

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