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Salute

Allarme delle Regioni: nella Sanità risorse insufficienti

di Redazione Roma

Nuovo grido d’allarme dei governatori: Nonostante l’incremento di 2 miliardi di euro previsti dalla Legge di bilancio, ma interamente finalizzato per l’attuazione di specifiche misure, il livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale non appare adeguato per consentire la sostenibilità della programmazione sanitaria. Nel Dl Aiuti il Governo ha messo 200 milioni ma dalle Regioni giunge la richiesta, con un emendamento ad hoc, di portarli a 400.

Le risorse per la Sanità non bastano. Il nuovo allarme delle Regioni

Le risorse destinate alla Sanità non sono sufficienti. È questo, in estrema sintesi, il parere formulato dalle Regioni in Conferenza Stato-Regioni sul Dl Aiuti, in riferimento al decreto legislativo 17 maggio 2022, n. 50 pubblicato in Gazzetta Ufficiale, recante “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”.

Nel documento si legge infatti che con riferimento all’anno 2022, nonostante l’incremento di 2 miliardi previsti dalla Legge di bilancio, ma interamente finalizzato per l’attuazione di specifiche misure, il livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale non appare adeguato per consentire la sostenibilità della programmazione sanitaria alla luce dei significativi oneri per il proseguimento delle misure di gestione dell’emergenza pandemica e, contestualmente, dei maggiori costi emergenti.

Restando nel merito, i governatori segnalano come le Regioni e le Province autonome stanno organizzandosi per somministrare una quarta dose in autunno, ma anche che sussistono maggiori costi energetici, inflattivi e contrattuali graveranno considerevolmente sui bilanci sanitari.

E ancora, le Regioni rimarcano i maggiori oneri necessari per riportate l’attività sanitaria in una fase ordinaria e per recuperare le prestazioni non urgenti che sono state rinviate durante la fase emergenziale nonché maggiori oneri a partire dall’anno 2022 – in termini di maggiori costi o minori ricavi – determinati dalla cessazione delle forniture commissariali, dall’adozione del nuovo nomenclatore della protesica e della specialistica ambulatoriale, dall’attuazione delle misure previste dal Piano pandemico influenzale. Quest’ultimo, predisposto sulla base delle raccomandazioni dell’Oms, aggiorna e sostituisce i precedenti Piani pandemici influenzali.

Tornando all’incremento dei costi energetici, le Regioni valutano che l’aumento dei prezzi delle fonti energetiche inciderà sui maggiori costi del Ssn nel 2022 per circa 1,6 miliardi. Nel Dl Aiuti il Governo ha messo 200 milioni di euro ma dalle Regioni arriva la richiesta, con un apposito emendamento, di portarli a 400.

Altro argomento clou è quello degli indennizzi dovuti alle persone danneggiate da trasfusioni, somministrazioni di emoderivati o vaccinazioni. A questo proposito, le Regioni ricordano che il tema è stato già proposto in molti Dl precedenti e per la legge di bilancio 2022. Infatti, la legge di bilancio 2021 (Legge 178/2020, comma 821) ha previsto un finanziamento per 50 milioni di euro per l’anno 2021 all’onere sostenuto dalle Regioni per l’esercizio della funzione di concessione degli indennizzi.

Si fa riferimento, dunque, al Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023, che nel comma indicato precisa che al fine di concorrere agli oneri sostenuti dalle regioni per l'esercizio della funzione di concessione degli indennizzi in favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati di cui alla legge 25 febbraio 1992, n. 210, trasferita alle stesse regioni in attuazione del decreto legislativo 3 marzo 1998, n. 112, è istituito, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, un fondo con una dotazione di 50 milioni di euro per l’anno 2021. Il fondo di cui al periodo precedente è ripartito tra le regioni interessate con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro il 28 febbraio 2021, in proporzione al fabbisogno derivante dagli indennizzi corrisposti.

Al contempo, rilevano i governatori sebbene sia previsto che le Regioni si facciano carico di anticipare le risorse dal 2015 lo Stato non ha stanziato nulla per gli indennizzi dovuti alle persone danneggiate da trasfusioni, somministrazioni di emoderivati o vaccinazioni.

L’intento, dunque, è costituire almeno un cofinanziamento annuale alla spesa, vieppiù alla luce delle ultime sentenze sui risarcimenti per sangue ed emoderivati infetti in cui il Ministero della Salute è condannato a risarcire i danni per omessa vigilanza e controllo. Motivo per cui è stato presentato un emendamento specifico che prevede l’incremento di 50 milioni di euro per l’anno 2022 e di 100 milioni a decorrere dal 2023 del finanziamento previsto nella manovra 2021.

Giornalista

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