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Salute

È tempo di un piano pandemico internazionale

di Monica Vaccaretti

Le minacce globali alla salute delle persone devono essere combattute con la cooperazione multilaterale internazionale. L'obiettivo è mantenere più sicure le generazioni future. Lo ha ribadito il Direttore Generale dell'Oms alla conferenza stampa di fine anno. La lezione appresa dalla pandemia di Covid-19 deve essere un monito per conservare ed applicare l'insegnamento, implementando i passi buoni e tangibili sinora raggiunti verso un miglioramento della nostra capacità di rispondere a minacce simili.

Oms: adozione del piano pandemico internazionale entro il 2024

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato di voler elaborare il Piano Pandemico Internazionale e di adottarlo entro il 2024.

Secondo l'Oms è ora necessario negoziare modifiche complementari del regolamento sanitario internazionale, così da colmare alcune lacune e gestire con maggior prontezza ed efficacia le criticità che sono drammaticamente emerse durante questa pandemia che ci ha innegabilmente colti impreparati.

Il mondo deve essere meglio preparato e meglio coordinato per rispondere a eventuali pandemie future lungo l'intero ciclo di individuazione, allarme e risposta.

Le nazioni si sono impegnate, ha ricordato Ghebreyesus, a negoziare un accordo legalmente vincolante per migliorare ulteriormente la preparazione e la risposta a qualsiasi altra pandemia che colpisca l'umanità.

Con il pieno consenso dei 194 stati membri e ai sensi della sua costituzione, nel dicembre 2021 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato di voler elaborare il Piano Pandemico Internazionale e di adottarlo entro il 2024. Si tratta di un trattato o di un accordo globale sulla prevenzione e sulla preparazione in materia di pandemie.

Tale convenzione è intesa come uno strumento condiviso a livello globale capace di adeguare una risposta adeguata, efficace e sinergica alle future pandemie. Per avviare i negoziati con la comunità internazionale, come è stato fatto con il Consiglio dell'Unione Europea, è stato costituito nel 2022 un organo negoziale intergovernativo che durante la 76^ Assemblea Mondiale nel 2023 presenterà una relazione sullo stato del progetto e sulla sua negoziazione.

Per affrontare la pandemia che era pienamente ancora in corso e per promuovere la sicurezza sanitaria mondiale anche in futuro, la proposta di un trattato comune sulle pandemie, promosso dall'Oms, era già stata avanzata dal Consiglio Europeo in occasione del Forum di Parigi per la pace nel novembre 2020 e la sua importanza era stata sottolineata anche dai leader del G7 nel febbraio 2021.

Nel discorso di Charles Michel, presidente del Consiglio Europeo, pronunciato al vertice mondiale sulla salute (25 ottobre 2021) c'è tutto il senso del piano pandemico: Dobbiamo creare un ambiente in cui tutti gli scienziati, gli operatori sanitari e i governi possano unirsi per una causa comune. Lavorare insieme per elaborare nuove soluzioni volte a proteggere ciò che abbiamo di più prezioso: la nostra salute e la nostra vita.

Obiettivi del piano pandemico internazionale

Il Piano Pandemico, giuridicamente vincolante ai sensi del diritto internazionale, consentirebbe di garantire un impegno politico maggiore, duraturo e a lungo termine da parte dei leader mondiali e di promuovere l'integrazione delle questioni sanitarie in tutti i settori strategici pertinenti dalla sorveglianza all'allerta sino alla risposta.

La finalità di tale strumento è guidata da uno spirito di solidarietà collettiva e si fonda sui principi di equità, inclusività e trasparenza. Questa convenzione internazionale permetterebbe l'individuazione precoce e la prevenzione delle pandemie, offrendo maggiore resilienza e garantendo un accesso universale ed equo a farmaci, vaccini e strumenti diagnostici.

Il quadro sanitario internazionale ne risulterebbe rafforzato, riconoscendo all'Oms la sua autorità di coordinamento sanitario a livello mondiale con un approccio “One Health” che collega la salute degli esseri umani a quella degli animali e del pianeta. Rafforzerebbe altresì la fiducia generale delle popolazioni nel sistema sanitario internazionale.

I benefici principali del Piano Pandemico Internazionale sarebbero il miglioramento della sorveglianza dei rischi, dei meccanismi di allerta, della risposta, dell'attuazione. Abbiamo imparato che risulta fondamentale il monitoraggio dei rischi e la condivisione delle conoscenze sulle nuove malattie infettive emergenti che si trasmettono dall'animale all'uomo.

Pertanto, è necessario rafforzare le capacità di laboratorio e di sorveglianza, potenziare la collaborazione tra centri di ricerca a livello mondiale, migliorare il coordinamento dei finanziamenti internazionali. Devono essere introdotti dei livelli di allerta supplementari in base alla gravità delle minacce sanitarie che migliorerebbero la precisione nella comunicazione sulle minacce alla salute pubblica.

Tale comunicazione potrebbe essere data in tempo reale e gli allarmi lanciati più rapidamente grazie a tecnologie digitali e a strumenti innovativi per la raccolta e la condivisione dei dati e l'analisi predittiva. Le catene di approvvigionamento delle forniture mediche e dei servizi sanitari, nonché i sistemi logistici mondiali, devono essere più resilienti così da garantire a tutti i paesi un accesso senza interruzioni di dispositivi e medicinali essenziali provenienti da qualsiasi parte del mondo.

Dovrebbero esserci delle scorte gestite da un coordinamento mondiale. Avere delle squadre mediche internazionali altamente qualificate, mobilitate rapidamente, da dispiegare sul campo assieme alle attrezzature sanitarie aumenterebbe notevolmente la sicurezza sanitaria mondiale.

L'industria dovrebbe essere in grado, inoltre, di aumentare improvvisamente la propria capacità produttiva. La ricerca e l'innovazione dovrebbero aumentare la condivisione di informazioni su agenti patogeni, campioni biologici e dati genomici. Dovrebbero inoltre sviluppare e distribuire soluzioni mediche tempestive.

Poiché le disuguaglianze nella risposta rischiano di prolungare le pandemie e di ripercuotersi più pesantemente sulla vita e sulla salute umana, nonché sulle nostre società ed economie, è necessario adottare strumenti collettivi rispondendo equamente alle esigenze mondiali, come è stato fatto con il programma Covax per la distribuzione dei vaccini e l'acceleratore ACT per l'accesso agli strumenti Covid-19.

Parola chiave: resilienza

Per lottare contro una pandemia i sistemi sanitari pubblici devono essere resilienti, perché ogni paese deve poter contare sul proprio sistema sanitario al fine di rispondere efficacemente all'insorgere di una pandemia, anche se i paesi possono cooperare con valutazioni esterne congiunte.

Poiché la cattiva informazione minaccia la fiducia del pubblico e rischia di compromettere le risposte a tutela della salute di tutti, così come è emerso durante la pandemia Covid-19, un accordo su un Piano pandemico garantirebbe non solo una maggior trasparenza ma anche maggiore affidabilità e responsabilità condivisa nel sistema sanitario internazionale.

Per recuperare la fiducia dei cittadini, andata perduta nel corso di questa emergenza sanitaria globale, dovrebbero essere previste misure concrete per migliorare il flusso delle informazioni affidabili e precise contrastando le fake news a livello mondiale.

È tempo che questo Piano prenda forma ed abbia sostanza. È davvero auspicabile che sia negoziato ed adottato dalla maggior parte dei Paesi per migliorare i sistemi sanitari. Poiché una pandemia non è finita, finché non è finita (Fauci), avere a disposizione uno strumento unico e globale che aiuti a prevenire il suo inizio, a fare in modo che non abbia inizio con grave danno o che quell'inizio finisca presto o il prima possibile e non nel modo peggiore sarebbe davvero una grande conquista a tutela della salute universale.

Nel contrasto alla prossima pandemia, per quanto sconosciuta o imprevedibile, significherebbe partire di pari passo con un buon passo, quello giusto o più deciso, incisivo. Senza perdere tempo, la prossima volta. Senza ingiustizia. Senza sfiducia. E se la comunicazione scientifica pubblica fosse anche univoca, sarebbe semplicemente quasi perfetto. La prossima volta. I piani pandemici nazionali, già raccomandati negli ultimi decenni dal massimo organismo sanitario mondiale, con Sars-CoV-2 sono stati ignorati o non hanno funzionato. In ogni caso sembrano non bastare da soli a contrastare una minaccia a livello globale.

Infermiere

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