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Vaccini

Giocare d’anticipo sulla disinformazione analizzando il web

di Ilaria Campagna

La diffusione di internet e dei media in generale, così come un maggiore grado di informazione della popolazione, impongono l’adozione di strumenti di comunicazione innovativi e gli infermieri non possono non tenerne conto. La comunicazione sui vaccini è di fatto un campo in continua evoluzione e la strada da percorrere sembrerebbe essere proprio quella dell’integrazione dei sistemi di sorveglianza tradizionali con l’utilizzo di piattaforme web che, tramite gli strumenti tipici del Natural Language Processing – campo che studia le interazioni tra linguaggio umano e computer – consentono l’acquisizione di un flusso informativo continuo.

Infermieri e comunicazione sui vaccini, il ruolo delle web analytics

La rete come fonte di immediato e veloce accesso alle informazioni di salute, incluse quelle sui vaccini. Un contenitore che offre spesso notizie allarmistiche o prive di fondamento scientifico e in cui la diffusione di vere e proprie epidemie mediatiche è dietro l’angolo.

Presidiare questo spazio virtuale grazie a strumenti di web analytics – analisi del comportamento degli utenti online – per intercettare opinioni, necessità informative e fiducia del pubblico riguardo i vaccini diventa quindi il primo passo per garantire una comunicazione adeguata.

E gli infermieri, fondamentali insieme ad altri professionisti nel dialogo sulle vaccinazioni, non possono non fare propri questi strumenti offerti dalla modernità, assumendo appieno il proprio ruolo di garanti rispetto alle informazioni da fornire ai cittadini.

Considerate una delle misure di sanità pubblica di maggiore successo, le vaccinazioni hanno registrano negli ultimi anni un netto calo, complici anche i media e il web che, rilanciando notizie spesso difficili da interpretare, quando non anche dai toni catastrofici, hanno alimentato una vera e propria isteria di massa.

Da diversi anni infatti, pur essendo ancora i professionisti della salute le fonti primarie a cui la popolazione si rivolge per avere informazioni a riguardo, un numero sempre crescente di persone utilizza internet, seguendo la cosiddetta logica del “fai da te”.

In rete la diffusione delle notizie avviene rapidamente e soprattutto senza controlli sull’accuratezza o su come queste possano poi essere utilizzate e/o interpretate. I programmi vaccinali sono sempre più nutriti e la percezione di ciò che contrarre una malattia infettiva potrebbe comportare sempre più limitata.

Sono così aumentate le controversie riguardo le vaccinazioni e la loro amplificazione attraverso la rete ha creato nei cittadini grande confusione, tanto che un numero sempre crescente di genitori sceglie di non vaccinare i propri figli.

Così, mentre le campagne di promozione dei vaccini sono da sempre basate solamente sui dati ottenuti dai sistemi di sorveglianza tradizionale, la nascita dei social media e la proliferazione dei contenuti generati dagli utenti hanno reso indispensabile conoscere, raccogliere e monitorare anche ciò che è presente sul web.

Gli infermieri sono dunque chiamati a tenere sotto controllo tutte le notizie circolanti in merito ai vaccini e collaborare con altri professionisti affinché, partendo dai dati, sia possibile rintracciare necessità informative altrimenti non facilmente prevedibili.

Dunque, la strada da percorrere sembrerebbe essere proprio quella dell’integrazione dei sistemi di sorveglianza tradizionali con l’utilizzo di piattaforme web che, tramite gli strumenti tipici del Natural Language Processing – campo che studia le interazioni tra linguaggio umano e computer – consentono l’acquisizione di un flusso informativo continuo.

Presa in prestito dal marketing aziendale, si prospetta infatti come una delle strategie migliori per produrre soluzioni comunicative mirate, pur ponendo sfide non indifferenti quando traslata in un ambito complesso quale quello delle vaccinazioni.

La comunicazione sui vaccini è di fatto un campo in continua evoluzione, un discorso in cui gli infermieri sono necessariamente chiamati a collaborare attivamente – insieme ad altri professionisti della salute, giornalisti e comunicatori scientifici – e in modo sempre maggiore, al fine di rispondere in modo ottimale alle necessità di salute della popolazione.

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