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Wound Care, la vera competenza avanzata è essere inclusivi

di Redazione

La valutazione di una lesione è una complessità di azioni che richiede sia una competenza avanzata strettamente correlata al problema delle lesioni, sia conoscenze cliniche che consentano una visione olistica della persona, presa in carico nella sua interezza. Una persona con lesioni cutanee non è mai solo questo e, quasi mai, è sola; attorno a lei ruotano familiari e caregiver che devono far parte dell'équipe di cura.

Il Wound Care in ambulatorio e al domicilio

La presa in carico del paziente con lesione difficile (non healing) è piuttosto complicata, sia per la compliance del paziente, ma anche per quanto concerne l'avvalersi di supporti del contesto familiare che collaborino in positivo verso noi operatori. A volte, specialmente dalla classe medica, non viene capito perché un paziente di questo tipo possa ridursi in questo modo: con lesioni grandi, profonde, maleodoranti ed essudanti, spesso infette, che creano forti disagi anche oggettivi.

Da anni sono sul “territorio” e con tanta passione, ricerca e studio sono riuscita ad addentrarmi con empatia sia nel contesto, che nel vissuto della gente, ma capisco che molte volte non è facile mediare tra il bene e il non bene per il paziente stesso. Il master in Wound Care non è stato un punto di arrivo, ma un coronamento di tanti altri percorsi intrapresi per gestire al meglio le lesioni cutanee che mi si presentavano quotidianamente. Sono fermamente convinta di essere un operatore di salute inteso come un completamento a tutto tondo, con una visione olistica del paziente che non è solo un arto, un corpo un organo, ma è una “persona” sotto tutti i propri aspetti, dolori e volontà.

Quindi non imporre il piano di cura ed interventi, bensì concertare insieme a lui un piano incentrato sul suo vissuto e sul suo intendimento dello “star bene”: se va fatto un bendaggio compressivo - cosa che molti non amano, ma che avendo evidenza 1 A è certamente primario per la guarigione di arti inferiori -, ma il paziente non lo vuole affatto, la strada è quella di iniziare con fasciature sempre più sostenute, fino ad arrivare alla benda giusta.

Bisogna entrare nell’animo delle persone, sedersi accanto, non prevaricare il cuore e capire dove si può arrivare. Questo vuol dire professionista di salute in ambito generale, ma anche e soprattutto nel Wound Care. E poi, non per ultimo, far parte di una rete dove ruotano figure dalle diverse professionalità, parlarsi e collaborare sempre per il bene del paziente e per la nostra soddisfazione professionale.

A volte l’obiettivo non è la guarigione di una ferita, ma arrivare al controllo di essa, dei sintomi che provoca e darsi una mano tutti inserendo nell’équipe di cura anche il paziente stesso, il caregiver, i familiari, affinché questa rete non si rompa e abbia maglie e snodi forti.

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