Forum : Oss - Operaratore Socio Sanitario Oggi è 28 mar 2024 22:07

Messaggioda Paola Botte 22 feb 2017 19:04

Sono in aumento le strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie che si avvalgono della collaborazione di operatori socio sanitari. Spesso però quest'ultimi sono utilizzati come ASA: svolgono attività alberghiere e si occupano dell'igiene personale degli ospiti. Ci si chiede così dove finisce il ruolo e la competenza sanitaria dell'OSS che trascorre anni senza rilevare un parametro vitale o fare una medicazione.
Voi cosa ne pensate?
Intanto vi rimandiamo all'articolo già pubblicato da Nurse24.
http://www.nurse24.it/oss/operatore-soc ... r-oss.html
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Messaggioda Arturo Masini 22 feb 2017 21:15

Purtroppo la dequalificazione della figura dell'Oss è figlia dell'incertezza normativa che ruota su questa figura e sulle scelte organizzative molto discutibili che alcune strutture sociosanitarie mettono in atto. In primis il percorso formativo dell'Oss gestito interamente dalle regioni (con la normativa cornice rappresentata dall'accordo con lo stato del 2001 e relativi allegati) che hanno demandato tutto agli enti di formazione privati creando una preparazione disomogenea. Secondariamente una scarsa chiarezza sulle competenze di quest'ultimo (con un generico mansionario che nel 2017 dovrebbe essere considerato ormai anacronistico) e il suo ruolo nell'assistenza infermieristica. Molte realtà territoriali fanno leva sul personale non qualificato e peggio ancora dequalificando gli operatori in possesso di qualifica. Vale la pena ricordare ad esempio come un processo di formazione/aggiornamento continuo agli operatori in temi di mobilizzazione, accreditamento, pratiche sanitarie sia previsto dalle normative regionali in tema di accreditamento dei servizi (in Emilia Romagna la Dgr 514/2009 e successive modifiche). Tuttavia solo una legge quadro nazionale che ridefinisca ruolo e profilo dell'Oss potrà sanare queste spiacevoli situazioni e dare finalmente cittadinanza a una professione troppo spesso bistrattata
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Messaggioda Paola Botte 23 feb 2017 22:23

Arturo Masini ha scritto:Vale la pena ricordare ad esempio come un processo di formazione/aggiornamento continuo agli operatori in temi di mobilizzazione, accreditamento, pratiche sanitarie sia previsto dalle normative regionali in tema di accreditamento dei servizi (in Emilia Romagna la Dgr 514/2009 e successive modifiche). Tuttavia solo una legge quadro nazionale che ridefinisca ruolo e profilo dell'Oss potrà sanare queste spiacevoli situazioni e dare finalmente cittadinanza a una professione troppo spesso bistrattata

Hai perfettamente ragione. Soltanto una legge nazionale valida su tutto il territorio italiano e un percorso formativo obbligatorio, potranno fare chiarezza e dare magari al ruolo dell'OSS una maggiore autonomia nel proprio campo d'azione.
Paola Botte
 
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Messaggioda lety2 14 mar 2017 16:30

Buongiorno,
lavoro come OSS presso una RSA della provincia di Pisa gestita su appalto da una Cooperativa. Non solo siamo demansionati ma anche trattati come "forza lavoro" da spremere come limoni; non solo inequivocabilmente ricattati ogni volta che solleviamo obiezioni sulle attività lavorative che sono sempre di più è sempre più pesanti ma anche sbeffeggiati quando facciamo notare che dell'OSS ignorante ormai non c'è quasi più traccia essendo molto di noi diplomati ed anche laureati. Se al centro del processo assistenziale ci deve essere la persona perché di notte devo passare lo straccio in cucina o pulire i bagni? Devo o no assistere chi ha sete, chi deve essere posizionato, cambiato, accudito?
So prendere i parametri vitali, riconosco segni e sintomi, mi aggiorno con corsi pagati da me... ma da anni non faccio una medicazione da piatto, non assisto l'infermiere in nessuna attività ma sanifico carrozzine a iosa, lavo bicchieri, detergo la cucina, sanifico armadi, ripongo abiti. Vorrei fare tutto ciò che mi compete ma sono poco più di un ausiliare. Sto poco con i pazienti, devo correre con l'orologio in mano: non ho tempo per l'assistenza, per la contenzione psicologica... corro e basta.
Ma chi siamo noi OSS?
La normativa è monca, la consapevolezza della dignità lavorativa viene sempre meno, un esercito stanco di lavoratori che si arrabatta tra demansionamento e sfruttamento magari anche non compresi in primis dagli infermieri, anch'essi affogati dai loro problemi.
Sarebbe l'ora di passare l'OSS da area tecnica a quella socio-sanitaria e cucire un nuovo profilo: più moderno, più spendibile e più dignitoso.
Letizia
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Messaggioda Alessandro.B 03 apr 2017 09:56

Mi ricollego un po' ai post precedenti e aggiungo la mia opinione ed esperienza.
Il problema di molte strutture assistenziali oggi, è anche la separazione netta tra il mansionario dell'infermiere in struttura e quello del operatore socio sanitario. Io provengo da un esperienza precedente in ospedale dove la collaborazione tra le varie figure professionali, era/è più omogenea e meno marcata. L'infermiere essendo solo a fare le notti, per l'assenza del OSS in reparto, doveva/deve fare il giro letti, le igiene ed assistere i pazienti a 360°, quindi fare il lavoro che oggi in tutto e per tutto è competenza e demandato al OSS. (Per la sanificazione degli ambienti c'è effettivamente l'ausiliario che si occupa solo di quello).
La disparità quindi viene meno perché se c'è da fare una medicazione semplice o rilevare un parametro, in reparto ospedaliero si fa e la fa anche l'OSS, ed è tenuta a saperla fare, come allo stesso modo (questo non sempre purtroppo, ma accade) un infermiere se deve fare un igiene la fa, perché è tenuto a farla e la sa fare (in ospedale).
Oggi lavoro in un RSA e la disparita tra Infermiere, Fisioterapista e Operatore Socio Sanitario è ampia e marcata. I nostri infermieri, non sanno praticamente più fare un igiene, hanno molto da fare comprensibilmente, perché sono spremuti anche loro, ma talvolta si dimenticano che anche la loro professione di infermiere è tenuta a considerare l'assistenza di base e saper fare il lavoro del OSS all'occorrenza, e quando serve, intervenire di fatto, facendo igiene, movimentando pazienti e tornando ad essere quello che era l'infermiere quando gli OSS non esistevano.
Oggi molti infermieri, complice il percorso di laurea che si occupa e finalizza poco all'assistenza di base pura ma più di quella medico-sanitaria, si dimenticano cosa davvero significa l'assistenza portandoli a sentirsi forse piccoli dottorini che hanno paura o non vogliono "sporcarsi" le mani. Il problema delle strutture assistenziali oggi, non propriamente sanitarie, dipende anche soprattutto dal poco impegno che l'organizzazione ci mette nell'omogenizzare quelle che sono le mansioni e competenze dei vari professionisti che hanno a disposizione, relegando le varie figure specificatamente alle loro aree di competenza grossolane: I.P= dispensatore di farmaci e terapie OSS= quello che si occupa del igiene (o detto anche lavaculi per semplificare) e ausiliario per fare a meno della figura delle donne delle pulizie (che se c'è, gli viene ridotto enormemente l'orario di lavoro per risparmiare anche su questi costi).
Oggi l'organizzazione delle varie strutture assistenziali dovrebbero considerare il mansionario con relative competenze di ogni operatore ma ricordando e tenendosi bene in mente che è bene spaziare tra le varie attività, per non incorrere a specifiche mancanze di uno o l'altro, in quelli che sono i compiti delle varie figure presenti in struttura.
Come ultimo mi trovo d'accordo con voi che oggi urge un vero e proprio profilo del OSS, pari a quello di ogni altra figura professionale sanitaria, perché oggi esistono OSS che fanno il loro lavoro con passione, nonostante gli studi superiori e le lauree ottenute, perché ritengono questo lavoro di valore. Questo oggi non può più essere considerato come il lavoro dell'ignorante o di chi ha la scuola media.
Alessandro.B
 
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