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Anime Gemelle - prima parte

di Angelo

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Continuiamo a dirci bugie, ma fa parte della vita razionale di ognuno di noi. Ci accorgiamo di aver perso per sempre l'altro quando prendiamo delle decisioni, belle o brutte. Premiamo il tasto ON immaginando che al riaccendersi della tele cambi in automatico il triste film della vita. Non facciamo che passare da un amore all’altro, da una speranza a quella successiva, convinti di superare le nostre solitudini col telecomando.

Prediligo l’irrazionale per questo, non ho bisogno di cambiare canale per dire che una persona mi fa star bene e che in fondo è lei la mia anima gemella.

La vita però è fatta di bugie dicevamo. Eccone un'altra: tanto tutto passa e si trasforma. Così almeno ci dicono. Tutto è in divenire, finché non siamo vecchi e stanchi, come il paziente Bartolino che continua a fissarmi con i suoi occhioni scuri (chissà cosa vorrà dirmi), e non abbiamo più tempo per tornare indietro.

Io sto bene con lui, questa è la mia verità. Però accetto la situazione attuale, premo sul tasto ON del mio telecomando e vado oltre sperando che al riaccendersi della tele la vita possa tornare a regalarmi nuovamente una persona così speciale.

Scusate l’intermezzo, mi presento e vi presento la mia storia d’amore con Luca, infermiere in Hospice, la mia anima gemella. Sono Tina, ho 32 anni. Anch’io sono infermiera da oltre 2 lustri e lavoro in un centro specializzato per affetti da patologie invalidanti e progressive. Credo nell’amore, quella con la A maiuscola o almeno lo credevo prima di incontrare Luca. L’amore è un'invenzione, esiste solo il bene, tante forme di bene.

Bartolino stamattina continua a fissarmi, probabilmente mi vede triste o semplicemente sta male. Lui è fermo, immobile, stazionario, schiavo di una malattia balorda che lo rende prigioniero del suo corpo. Vorrei tirarlo fuori da quella cella buia in cui è sprofondato. Brutta bestia la Sclerosi Laterale Amiotrofica.

Ieri sera mi sono rivista con Luca, abbiamo discusso, pensavo di litigarci, ma con lui è impossibile litigare, ti spiazza sempre, è sempre un passo più avanti di te. Mi ha detto: «Perché fissarci sul metterci assieme e diventare una coppia per poi cominciare una vita comune fatta di routine e di noia. Io ti voglio bene, apprezzo tutte le cose che fai per me, mi fai sentire importante, ma la tua vita deve andare avanti. Hai bisogno di altri amori? Vai a cercarli, sbrigati, in giro ce ne son tanti disposti ad amarti. Io e te siamo una cosa diversa, abbiamo costruito un mondo tutto nostro; proviamo tutti i giorni a non dirci bugie e troviamo linfa nel reincontrarci; credi veramente che si possa amare una sola persona? Domani ti incontri con Fabio, lo so, si vede dai tuoi occhi; hai paura, hai paura di iniziare una nuova storia e che non sia come questa storia; hai ragione, non può essere come questa, ogni esperienza è diversa; siamo io e te e nessun altro; perché non sono geloso? Forse lo sono, ma prima c’è l’Amore che provo per te e so di non poterti rendere felice; quindi vai con Fabio e approfitta di quella storia; io ci sarò sempre, ma sarò un fantasma e non entrerò mai nella tua vita privata, perché rispetto le tue scelte e la tua persona; quando avrai bisogno di me chiamami pure.»

Stavo morendo, ho passato una notte in lacrime, ma alla fine ha ragione Luca: non esiste l’amore, esiste l’Amore quella con la B maiuscola di Bene.

Luca è sposato, ha una bambina affetta da Sindrome di Down, è un ottimo papà ed è un ottimo infermiere. Domani mi incontro con Fabio, non so che dirgli, temo che possa scoprire il mio malessere, ma ho bisogno di una relazione stabile e di una persona che mi stia vicina. Voglio provarci con lui, voglio provare a costruirmi un futuro come dice Luca. Ho il groppo alla gola, ho le farfalle allo stomaco e non mangio, ho casa in disordine e a volte ho voglia di andar via, di cambiare città, di rendermi utile altrove.

E poi mi domando... ahhhhhhhhhhh... a che serve fuggire se non facciamo i conti con noi stessi? A che serve un altro rapporto se non ho mai concluso quello in essere? A che serve dare il massimo a letto, baciare un altro, offrirmi sempre di più se poi sento l’odore di Luca, la sua voce, la sua tremenda voglia di rendermi felice? Non so dove andrò, non so nemmeno se andrò o se c’è una meta davanti a me, ma ci devo provare, devo uscire da questo tunnel e chiudere la storia di Luca in uno scrigno, quello del cuore. So che lui ci sarà sempre, ma io non sono in grado di portare avanti due storie, non ho la forza per stare dietro a lui che sa amare così tanto, spesso sacrificandosi per il Bene, quello con la A maiuscola.

Oggi Bartolino ha mosso un dito, ho allertato subito i medici, ma non mi hanno creduto e non sono venuti in camera a visitarlo. Anche i miei colleghi mi hanno deriso. Non fa niente, so quello che ho visto e so che la SLA è una patologia stronza. Bartolino è un avvocato, un grande avvocato. Tre anni fa gli è stata diagnosticata la malattia, da allora lentamente e inesorabilmente ha smesso di andare in barca, di cavalcare la sua bici, di prendere in braccio le due figlie, di scrivere al computer, di andare in Guatemala, di baciare sua moglie e di abbracciare i suoi clienti. Ha smesso pian pianino di occuparsi di sé, di pettinarsi, di farsi la barba, di farsi la doccia, di fare l’amore. Bartolino ha 44 anni, ha sposato un medico e da un anno è qui da noi in reparto in attesa dell’ultimo viatico. Mentre gli do la terapia mi fissa ancora, so che vuole dirmi qualcosa, ma che cosa? 

Qualche giorno fa leggevo un libro sulle anime gemelle, immaginavo Luca, lui è l’altra parte di me, la Tina che mi riempie, che sa anticipare sempre tutto e tutti.

Lui è la mia anima gemella, lui è punto e basta!

Proverò a non contattare più Luca, a lasciar libero Luca, non voglio tenerlo in prigione e non voglio comportarmi come l’altra sera. Poverino. Voglio resettarmi e resettare la storia con lui, anche se so che è un’altra delle mie tremende bugie.

Ora mi concentro su Fabio...

(FINE PRIMA PARTE)- Leggi la seconda parte

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