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Bologna, nelle Aziende divario stipendi e tetto cristallo

di Redazione

Divario negli stipendi e fenomeni di "segregazione verticale" che impediscono alle donne di avanzare in carriera fino ai vertici. Sono i problemi che attanagliano anche le Aziende sanitarie di Bologna, stando alla fotografia scattata dal primo bilancio di genere realizzato insieme da Ausl, Policlinico Sant'Orsola e Istituto Rizzoli, presentato il 22 maggio scorso in Cappella Farnese. Un documento che mappa la situazione attuale, analizzando l'impiego delle risorse, le prestazioni erogate e le politiche sul personale attraverso la lente di genere.

Ausl-Rizzoli-Sant'Orsola presentano insieme primo bilancio di genere

policlinico sant'orsola

Policlinico Sant'Orsola di Bologna

In tutto nelle tre Aziende sanitarie di Bologna lavorano 17.216 persone. E 7 su 10 sono donne: 77% in ambito amministrativo, 75% in campo infermieristico e socio-sanitario. In ambito tecnico, invece, la prevalenza è maschile.

E in questi settori il divario di stipendio arriva al 9% a sfavore delle donne. In ambito amministrativo, invece, nella dirigenza professionale il divario retributivo è a favore delle donne (+4%), ma la differenza si ribalta nelle posizioni apicali.

In ambito sanitario, gli infermieri sono più vicini alla parità salariale. Ampie differenze, invece, tra i medici: le donne guadagnano in meno il 10% in meno, con punte del 44% nei ruoli di direttori di strutture complesse. Il divario è dovuto essenzialmente alla possibilità, per gli uomini, di dedicare più ore all'attività in libera professione.

Il divario salariale si registra anche tra medici di base e pediatri. Una disparità di genere si registra poi anche in base ai tipi di contratto, dal momento che quelli atipici o a tempo determinato sono assegnati più alle donne che agli uomini. Si registrano inoltre fenomeni di segregazione verticale rispetto agli avanzamenti di carriera.

Per quanto riguarda i ricercatori delle tre Aziende sanitarie di Bologna, anche in questo caso le donne sono la maggioranza ma gli uomini rivestono più ruoli apicali. Non a caso nelle pubblicazioni scientifiche la firma in qualità di primo autore è di una donna in quattro casi su dieci.

Andando a guardare invece la sfera dei pazienti, negli accessi ai Pronto soccorso non ci sono sostanziali differenze di genere, anche se sono uomini coloro che più spesso abbandonano l'ospedale prima della conclusione del percorso di emergenza-urgenza (56% contro 44% donne).

Rispetto al tema della salute mentale, nel 2022 i pazienti presi in carico dall'Ausl sono in maggior parte donne: 59% contro 41% su un totale di 33.373 persone. Per il 42% dei casi si parla di disturbo d'ansia (per lo più ne soffrono le donne), nel 16% sono psicosi (soprattutto uomini). I soggetti in trattamento al Servizio dipendenze sono stati 3.772 di cui il 78% uomini. Le donne si rivolgono al servizio in età inferiore, soprattutto per consumo problematico di sostanze stupefacenti.

Una fotografia scattata bene - commenta Chiara Gibertoni, direttrice generale del Policlinico Sant'Orsola - che ci dà tanti spunti: dalla conciliazione casa-lavoro al tema della ricerca, cioè il fatto che in un ambito in cui si parte tutti allo stesso livello c'è comunque una differenza a favore degli uomini. Avere strumenti di questo tipo ci permetterà di programmare in futuro in maniera più strutturata e diffondere una cultura che deve permeare le nostre organizzazioni in maniera capillare.

La manager rilancia poi il tema delle sostituzioni per maternità, che andrebbero facilitate perché ad oggi sono a carico delle aziende, con problemi e malumori nei reparti. Potrebbe essere interessante lavorare per favorire un clima positivo rispetto alla maternità - sostiene Gibertoni - coi direttori di dipartimento ci stiamo riflettendo. Ma attualmente non ci sono grandi spazi per superare il limite economico.

Per Anselmo Campagna, numero uno del Rizzoli, oggi si è imboccata una strada verso la vera equiparazione delle carriere. In ambito ortopedico, però, si dovranno fare approfondimenti più mirati, perché in questa disciplina ci possono essere differenze legate da attività, attitudini e vocazioni che vanno rispettate.

In futuro, sostiene ancora Campagna, si dovrà lavorare anche a livello nazionale per dare nuovi strumenti nei contratti che aiutino ad avere gli stessi diritti e doveri a tutti nella vista familiare e lavorativa.

Il direttore del Rizzoli sottolinea poi il tema della medicina di genere. Ci sono differenze tra donne e uomini - ricorda- e quindi anche l'approccio terapeutico, assistenziale e riabilitativo dovrebbe essere ben calibrato.

Paolo Bordon, direttore dell'Ausl di Bologna, ricorda che la presenza delle donne in sanità oggi è prevalente e lo sarà sempre di più, perché abbiamo evidenza che le iscrizioni all'università nelle professioni sanitarie e mediche sono prevalentemente femminili. Crescono anche le posizioni di vertice, ma ancora non in maniera equa. Su questo lavoreremo, sapendo però che queste posizioni si coprono con concorso e le direzioni generali non hanno alcuna discrezionalità sui vincitori.

Intanto va avanti il progetto di nido aziendale vicino al Maggiore. Abbiamo iniziato lo studio di fattibilità e abbiamo anche un parziale finanziamento - conferma Bordon - come organizzazioni dobbiamo garantire un maggiore impegno sui servizi in favore delle donne, è apprezzato e vincente.

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